Il commissario liquidatore Di Maria è tornato a battere cassa a Palazzo Zanca perchè la società ha autonomia ancora per un giorno, dopo di che la raccolta potrebbe fermarsi. Ai soliti problemi si aggiunge la gestione delle discariche chiuse da bonificare, il commissario però vorrebbe sapere con quali soldi.
Come se non bastassero tutti i problemi da affrontare quotidianamente, sulle spalle di Messinambiente ci sarebbe anche la gestione “post- mortem” delle discariche di Tripi (Formaggiara e Contrada Piani), Portella Arena, Vallone Guidari e Valdina. Discariche ormai in disuso da anni, siti in cui non vengono più scaricati i rifiuti ma che devono essere bonificati per non creare rischi e pericoli per la salute pubblica. Si tratta di interventi che riguardano innanzitutto la suzione del percolato che si va formando nel terreno e che se non trattato adeguatamente può andare a inquinare le falde acquifere circostanti. Operazioni complesse e che si trascinano per anni dopo la morte di una discarica, soprattutto di quelle, come le nostre, in cui si scaricavano anche i rifiuti umidi. Palazzo Zanca aveva affidato alla società di via Dogali la gestione di queste discariche nello scorso marzo, poco dopo le vicende giudiziarie che portarono all’arresto di tre funzionari del Comune per una vicenda legata al sito di Tripi Formaggiara. Oggi il commissario Croce ha “ricordato” al commissario liquidatore Armando Di Maria che Messinambiente deve effettuare subito gli interventi. La domanda però sorge spontanea: con quali soldi? A Messinambiente la gestione post-mortem costa circa 1 milione e mezzo di euro l’anno, Di Maria spiega che il Comune dovrebbe prevedere delle somme destinate solo a questo servizio, c’è anche un conto aperto in cui però non c’è l’ombra di un centesimo. La società è pronta a farsi carico anche di questo servizio, ma senza finanziamenti si rischia di non riuscire a fare niente e i rischi a cui si va incontro sono enormi.
Continuando a parlare di soldi, la visita di oggi del commissario a Palazzo Zanca è servita anche per ricordare che Messinambiente ormai non ha più risorse per continuare a svolgere il servizio. Il carburante sta finendo, c’è autonomia solo per un altro giorno, dopo di che la raccolta è destinata a fermarsi. I fornitori hanno concesso qualche giorno di proroga, adesso però non hanno più intenzione di aspettare oltre. Anche la Seap, società che si occupa del trasporto in discarica, non ce la fa più e ha annunciato che senza soldi non potrà continuare a lungo. A cascata ci sono tutti i debiti che inevitabilmente si sono accumulati. Sul libro paga del commissario Di Maria ci sono i contributi sugli stipendi, le finanziarie, le rate dei mezzi. Il Comune chiede ancora pazienza perché nelle casse non c’è liquidità. Ma la situazione rischia davvero di precipitare. (Francesca Stornante)
Mercoledì, 27 febbraio, 2013 – 19:56
ADESSO BASTA, CHIEDETE IL CONTO A CHI HA AUTORIZZATO LE DISCARICHE.
L’intera collettività non può e non deve accollarsi le spese scellerate e le decisioni incoerenti di funzionari (ben pagati) comunali e regionali, responsabili del settore.
Le discariche dovevano coprire un’emergenza temporanea, invece sono diventate una consuetudine nella gestione dei rifiuti urbani.
Le normative in tal senso parlano chiaro, adesso chi ha sbagliato e INQUINATO DEVE PAGARE.
La discarica è una bomba ecologica, trovate l’uomo o gli uomini che le hanno autorizzate e fateli lavorare alla soluzione tecnico economica del problema.
CHI INQUINA PAGA ( sentenza del Tar Toscana Sez. II n. 1664 del 19 ottobre 2012 ripropone la connessione tra l’obbligo delle misure di messa in sicurezza d’emergenza, waste management, rifiuti e il principio di “chi inquina paga”)