Entro il 30 aprile il Comune poteva provare ad accedere al decreto legge 35 che "aiuta" le Pubbliche Amministrazioni a saldare i debiti con i propri creditori ma nessuna documentazione è stata presentata. Adesso ci sarà una seconda tranche di finanziamenti, Pippo Previti suona la sveglia a Croce e Coglitore.
La prima opportunità è andata persa. Entro il 30 aprile anche Messina poteva provare ad accedere al fondo da 40 miliardi di euro messi a disposizione dal decreto-legge dell’8 aprile 2012 n. 35, il cosiddetto decreto Monti che “cancella” i debiti certi, liquidi ed esigibili alla data del 31 dicembre 2012 delle Pubbliche amministrazioni , senza ripercussioni sul patto di stabilità interno. Nonostante le ripetute sollecitazioni il Comune di Messina non ha però ritenuto utile presentare la documentazione necessaria per usufruire di una vera e propria ciambella di salvataggio che avrebbe alleggerito, e non di poco, la situazione debitoria nei confronti dei tanti creditori. (Vedi articoli correlati). Erano stati in primis proprio i creditori di Palazzo Zanca a spingere affinchè il Comune tentasse questa strada che altri Comuni italiani, vedi ad esempio Reggio Calabria, hanno intrapreso per avere l’immediata disponibilità economica per chiudere intanto parte dei conti in sospeso.
Non tutto però è perduto. La cifra messa a disposizione dal Governo è stata infatti divisa, il decreto-legge prevede una seconda tranche di finanziamento, naturalmente inferiore alla prima alla quale si doveva accedere entro il 30 aprile. Ma per il Comune di Messina potrebbe essere importante riuscire ad intercettare ancora qualche finanziamento. Ne è convinto il Presidente del Consiglio Comunale Pippo Previti che ha inviato una nota al Commissario straordinario Croce e al Ragioniere generale Coglitore evidenziando che il decreto concede un'ulteriore possibilità agli Enti, compresi i Comuni, per effettuare entro il 5 luglio, la richiesta di spazi finanziari necessari per sostenere i pagamenti, in deroga ai vincoli del Patto di Stabilità interno 2013, di debiti certi, liquidi ed esigibili alla data del 31 dicembre 2012. E' necessario, scrive Previti, che l'Amministrazione comunale intervenga per non perdere questa nuova opportunità. C’è tempo fino al 5 luglio ma forse sarebbe il caso di non sprecare altro tempo.
-Nonostante le ripetute sollecitazioni il Comune di Messina non ha però ritenuto utile presentare la documentazione necessaria per usufruire di una vera e propria ciambella di salvataggio che avrebbe alleggerito, e non di poco, la situazione debitoria nei confronti dei tanti creditori.–
Previti Lei dove era nel frattempo??