Viaggio tra i costi del Cas: il contenzioso Bonatti e il giallo del parere da 20 mila euro

Viaggio tra i costi del Cas: il contenzioso Bonatti e il giallo del parere da 20 mila euro

Rosaria Brancato

Viaggio tra i costi del Cas: il contenzioso Bonatti e il giallo del parere da 20 mila euro

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venerdì 23 Gennaio 2015 - 06:38

Continua il viaggio tra i costi del Consorzio autostrade. Oggi raccontiamo la vicenda del contenzioso Bonatti, perso in primo grado con la condanna ad 8 milioni di euro per il Cas. La scorsa estate fa irruzione nella vicenda il giallo di un incarico ad un diverso legale, il mistero di un parere trasmesso a chi di competenza in base ad una determina che stanzia 20 mila euro mai firmata ed ufficializzata e di cui nessuno sa nulla

In premessa scriviamo alcune precisazioni in merito alla prima puntata del viaggio nel mondo del Cas (vedi articolo allegato): 1) Lo Statuto, all’art.10, prevede che il Presidente possa nominare più Vice presidenti, Faraci si è avvalso di questa norma per avere due vicepresidenti, Marina Marino e Nino Gazzara (resta un solo “soldato semplice”, il quarto consigliere, ruolo rimasto scoperto dopo le dimissioni di Vermiglio). Attualmente il Cda è quindi composto da un presidente e due vice 2) le integrazioni retroattive per i rimborsi spese del 2012 all’allora commissario straordinario Gazzara sono state automaticamente erogate dall’economo Arrigo Baldassare senza alcuna richiesta dell’interessato 3) come riportato dall’articolo Stefano Magnisi, responsabile dei servizi finanziari, a conclusione del suo contratto è stato rispedito nell’Ente di appartenenza, il Comune, giacchè era stato comandato con proroghe non più rinnovabili.

Passiamo adesso alla vicenda Bonatti S.p.a. L’impresa, aggiudicataria di una serie di contratti d’appalto dei lavori di costruzione del lotto bis I stralcio, lotto 28 ter Halaesa, lotto 30 quater, risalenti al ’99, ha instaurato nei confronti del Consorzio autostrade plurime azioni giudiziarie per ottenere il risarcimento dei danni subiti in conseguenza di pretesi inadempimenti da parte del’Ente appaltante nell’esecuzione dei contratti. In primo grado il Cas è stato condannato nelle azioni instaurate per un totale che finisce con il superare, tenuto conto anche degli interessi gli 8 milioni di euro. Nel gennaio del 2013 la Bonatti ha ceduto il credito a favore dell’Unicredit Factoring e nel frattempo ha proseguito nella coltivazione dei giudizi e delle procedure esecutive intraprendendone di ulteriori mentre Unicredit ha avanzato richiesta di pagamento del credito ceduto. Da un lato c’è una posizione creditizia vantata dall’impresa e riconosciuta in sede giudiziale in primo grado (quindi non definitiva), dall’altro l’esigenza di determinare eventuali importi già incassati nonché altri importi relativi ad altre pretese residue al momento non calcolabili.

A rappresentare il Cas in questa causa uno dei più noti avvocati siciliani, il palermitano Vito Augusto Candia, propenso ad andare avanti anche in secondo grado. Strada facendo però, la scorsa estate, è spuntata l’ipotesi che spesso ricorre nei contenziosi del Cas per chiudere partite che altrimenti rischierebbero di lievitare, ovvero la transazione. Ed insieme all’ipotesi spunta anche un “incarico-non incarico” e una “determina-non determina” ad un legale messinese che si è occupato anche di altre cause per il Cas, l’avvocato Sergio Rizzo. Sotto il cielo di luglio quindi il dirigente amministrativo Gaspare Sceusa predispone un decreto dirigenziale per l’affidamento dell’incarico legale con oggetto: “transazione Cas/Bonatti”. Nel provvedimento si ripercorre la vicenda legale conclusa in primo grado con la condanna al pagamento e si sottolinea come l’avvocato della Bonatti, Andrea Lo Castro abbia manifestato la disponibilità dell’impresa assistita ad una soluzione bonaria tra le parti. Il presupposto dell’ipotesi di transazione è la necessità di evitare l’esposizione del consorzio al rischio, anche alla luce della condanna al pagamento in primo grado, di risarcimenti estremamente onerosi se non insostenibili quali potrebbero diventare ove i giudizi pendenti dovessero avere esito ancor più sfavorevole. Di fronte quindi alla possibilità che gli 8 milioni di euro possano essere solo l’inizio di cifre ancora più alte ecco che Sceusa scrive: “è apparso necessario e indifferibile ricorrere ad un’adeguata assistenza professionale nella trattativa con Bonatti richiedendo l’assistenza dell’avvocato Sergio Rizzo che avrà il compito di raccordarsi con l’avvocato Vito Augusto Candia al quale rimane la difesa in tutti i giudizi pendenti”. Nel provvedimento l’incarico appare , all’art. 3, urgente e indifferibile. Quanto alla somma stanziata: “l’avvocato Rizzo avrà diritto al compenso di 20 mila euro passibili di rideterminazione in relazione allo sviluppo della questione, oltre che al rimborso delle spese”. Il decreto dirigenziale però non va avanti, evidentemente c’è stato un ripensamento su quanto appariva urgente e indifferibile. Nel frattempo l’avvocato Rizzo invia una missiva all’avvocato Candia facendo riferimento ai colloqui intercorsi con il vicepresidente del Cas Gazzara e con lo stesso legale palermitano e indica dettagliatamente quale potrebbe essere l’ipotesi di transazione da portare avanti per evitare costi maggiori. Missiva trasmessa anche al presidente Faraci e al direttore generale.

Abbiamo rintracciato l’avvocato Candia , legale del Consorzio da molti anni e in merito alla vicenda Bonatti precisa di conoscere l’avvocato Rizzo solo in quanto, appunto, collega e di non essere a conoscenza del fatto che ci sia stata l’ipotesi di essere da lui affiancato nella trattativa per la transazione: “ Al momento c’è un appello in corso e stiamo procedendo in tal senso” spiega, profondamente convinto che nel sistema italiano i diversi gradi di giudizio possano comunque riservare esiti diversi. Quanto al parere legale di Rizzo l’avvocato Candia risponde: “Mi ha soltanto riferito di un’ipotesi transattiva per quanto riguarda la vicenda Bonatti, ma lo ha fatto come collega e non in altra veste”. Infine, senza entrare nel dettaglio se l’ipotesi transazione sia preferibile o meno, conclude: “I vertici del Cas non mi hanno chiesto cosa pensassi in merito ad un’ipotesi di transazione, se lo avessero fatto avrei dato il mio parere e lo darei qualora me lo chiedessero. In questo momento ribadisco che c’è un appello in corso”.

Dai vertici del Cas, interpellati, nessuna risposta ufficiale. Sembrerebbe però confermato il fatto che l’avvocato Candia è e resta l’unico legale incaricato della difesa sulla vicenda Bonatti e spetterà a lui valutare eventuali ipotesi alternative all’appello. Sembrerebbe inoltre che l’avvocato Rizzo sia stato soltanto interpellato sulla vicenda per avere elementi in più di valutazione sull’ipotesi di transazione.

Resta il giallo su un parere che l’avvocato Rizzo ha fatto e reso noto sia al collega Candia che al presidente Faraci e al direttore generale Trainiti sulla base di un decreto dirigenziale di Gaspare Sceusa, provvedimento che stanziava 20 mila euro (passibili di rideterminazione) e del quale nonostante l’urgenza e l’indifferibilità non se ne è saputo più nulla. La domanda è (visto che nessuno sa nulla): è mai possibile che l’avvocato Rizzo si sia svegliato una mattina e, di sua iniziativa, abbia trasmesso un parere al collega Candia, al presidente Faraci, al direttore generale Trainiti ( facendo seguito ad intercorsi colloqui col vicepresidente) ed è mai possibile che un dirigente, Gaspare Sceusa, si sia svegliato anche lui una mattina predisponendo un provvedimento per un incarico legale urgente, necessario e indifferibile a Rizzo (decreto mai firmato e reso ufficiale)? E infine, ma l’Assessorato regionale di competenza che fa?

Nella terza puntata continueremo a parlare di un Albo dei legali che al Cas non c’è.

Rosaria Brancato

2 commenti

  1. il fatto è che xxxxxxxxxx sono già piene e quindi non c’è posto x tutti quanti.

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  2. il fatto è che xxxxxxxxxx sono già piene e quindi non c’è posto x tutti quanti.

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