Giustizia minorile in affanno e degrado delle periferie: Messina e provincia risentono di una crisi dello Stato e degli strumenti educativi di prevenzione
MESSINA – Minori che commettono reati. Non chiamiamola emergenza. È un elemento strutturale di una società che non funziona. Un fenomeno in crescita. Sempre più giovani sono autori di rapine e furti nel Messinese ed esplode il settore civile minorile. Il tema è stato sollevato nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario a Messina, nelle relazioni del procuratore generale Carlo Caponcello e del presidente della Corte d’appello Luigi Lombardo. Nel settore civile della giustizia minorile: 1156 nuovi procedimenti nel 2023, contro gli 873 del periodo precedente ( +32%). Va meglio, come dati, nel penale come numeri ma i reati sono furti, rapine, estorsioni e contro la persona.
Lotta alla dispersione scolastica, impegno per risanare le ferite delle periferie e cambiare nel profondo l’idea di città, giustizia sociale e abbattimento delle barriere sociali dovrebbero essere in testa all’agenda politica di ogni partito (esistono ancora?) e schieramento. In assenza di tutto ciò, Messina e provincia risentono di una crisi dello Stato e degli strrumenti educativi di prevenzione, con particolare attenzione alle nuove generazioni.
Nel settembre scorso così si pronunciava Saro Visicaro, storico radicale messinese, impegnato da anni nell’Osservatorio “Lucia Natoli” e nell’associazione Meter & Miles: “Basta ritardi. Il Consiglio comunale deve nominare subito il Garante dell’infanzia e il Garante dei detenuti. Due figure significative in una città con così tanti problemi. Si tratta di una necessità: Messina deve avere finalmente i garanti. Il tutto attraverso una nomina non di carattere partitico. Anche l’amministrazione può spingere affinché si colmi questo vuoto”.
Da settembre a febbraio non è cambiato nulla. Come abbiamo scritto di recente, non bastano le telecamere. Serve un progetto sociale e culturale che tenga insieme tutte le esigenze in un’idea nuova di città. In caso contrario, andrà sempre peggio.