La Cassazione ha accolto il ricorso di un albergo di Napoli che aveva chiesto la riduzione della Tarsu del 2008.
Se il disservizio causato dall’emergenza rifiuti è grave e protratto nel tempo, le imprese o i cittadini hanno diritto ad una riduzione della Tari del 40%.
E’ quanto ha stabilito la Corte di Cassazione (sentenza 22531/2017) nei giorni scorsi, accogliendo il ricorso dell’hotel Britannique di Napoli, al quale era stata negata la riduzione, nel 2008, in base alla tesi che l’amministrazione comunale non aveva colpa per le note disfunzioni (l’emergenza rifiuti quell’anno fu talmente grave che venne inviato un Commissario a Napoli).
Una sentenza che apre nuovi scenari anche perché interpreta una norma che già prevede una scontistica ma solo in casi particolari. L’articolo 65 del decreto legislativo 507/1993, prevede che venga pagato al massimo il 40% della tassa, nei casi in cui il servizio di smaltimento rifiuti venga bloccato, o venga effettuato in grave violazione delle prescrizioni del regolamento. Inoltre, quando la mancata raccolta genera ‘una situazione riconosciuta dalla competente autorità sanitaria di danno o pericolo di danno alle persone o all’ambiente’, il cittadino può chiedere indietro una parte della somma pagata.
Con la sentenza della Cassazione si amplia il diritto del cittadino che ha diritto alla riduzione indipendentemente dalla responsabilità dell’amministrazione.
Basta cioè il grave disservizio prolungato nel tempo: ‘La riduzione- si legge nella sentenza- non è una sanzione per l’amministrazione comunale inadempiente, ma serve a ripristinare un tendenziale equilibrio tra quanto si paga e i costi del servizio effettivamente reso’.
Facendo un passo indietro al 2015, quando i messinesi si trovarono, grazie ad una decisione dell’amministrazione avallata dal Consiglio comunale, a pagare una delle TARI più alte del Paese, scoppiarono le prime proteste. In quell’occasione l’avvocato Aura Notarianni (attualmente assessore regionale ai Beni culturali), propose la compilazione di un modulo da consegnare agli uffici di Palazzo Zanca, proprio per contestare quanto adesso la Cassazione sostiene (leggi qui l’articolo).
“Noi cittadini dobbiamo avere uno scatto di orgoglio guardando come è ridotto anche il tratto davanti ad ognuna delle nostre case-diceva nel 2015 Aura Notarianni– Se la collaboratrice domestica ti chiede un aumento per pulire meglio la casa e poi scopri che non lava i vetri, non spolvera e per di più ti nasconde la polvere sotto il tappeto che fai, la paghi di più e non protesti?”
Nel modulo , da consegnare all’ufficio protocollo, si leggeva: tale delibera non ha tenuto conto che, in applicazione delle norme, la Tari è dovuta nella misura massima del 20% della tariffa in caso di mancato svolgimento del servizio ovvero di effettuazione dello stesso in grave violazione della disciplina di riferimento. Tale situazione è documentata dalle numerose segnalazioni dell’Aps 5 agli uffici competenti nonché dai controlli dell’ATO3 nel 2015, supportati da documentazione. Considerato che a causa del mancato espletamento del servizio di raccolta differenziata si deve applicare la riduzione massima dell’80% della tariffa, si CHIEDE, ai sensi del comma 656 art.1 legge 147/2013 e dell’art. 35 del Regolamento comunale Uic approvato con delibera 8.9.2014 n°26/C, l’applicazione per l’anno 2015 della riduzione massima dell’80%”.
Consegnammo il modulo ma non arrivò mai alcuna risposta né dagli uffici né dall’amministrazione.
A distanza di due anni la sentenza della Cassazione apre nuovi scenari, anche perché nel frattempo abbiamo continuato a pagare la superTari (il 30 settembre scade la seconda rata).
“E’ una conferma della bontà della nostra battaglia. La legge era chiara, non era neppure necessaria una battaglia giudiziaria secondo me- commenta Aurora Notarianni, promotore del ricorso- Il ringraziamento va all'attenzione di Nina Lo Presti e Gino Sturniolo, sono stati loro a sottopormi il testo della legge, a curare questo aspetto ed approfondirlo".
Nulla si può fare più per il passato, ma guardando avanti i messinesi possono iniziare a trovare alternative…..
Rosaria Brancato
LA SENTENZA E’ QUESTA CAS. CIV. 27-09-2017, N. 22531 ORA TUTTI VOI SE SIETE DETERMINATI FATE UN’AZIONE CONGIUNTA DI TUTTI I CONTRIBUENTI AL FINE DI POTERE RISPARMIARE LE SPESE LEGALI, UNA AZIONE LEGALE E UNICO AVVOCATO.
Beh se le cose stanno così dovrebbero rimborsarci la metà di tutto quello che abbiamo pagato negli ultimi anni, cosa bisogna fare per richiederla c’è un qualche patronato che se ne occupa?