Pietro Anastasi potrebbe essere reintegrato nel ruolo di consigliere a Venetico. A stabilirlo è la sentenza in pendenza d’appello emessa dal tribunale in seguito alla causa portata avanti dallo stesso Anastasi in risposta alla delibera dello scorso Marzo che stabiliva la sua decadenza.
Pietro Anastasi potrebbe essere reintegrato nel suo ruolo di consigliere presso il comune di Venetico. A stabilirlo è la sentenza in pendenza d’appello emessa dal tribunale in seguito alla causa mossa dallo stesso consigliere nei confronti del comune di Venetico. Proprio quest’ultimo, infatti, aveva stabilito lo scorso maggio l’incompatibilità del ruolo di Anastasi come consigliere in seguito ad una causa presentata al TAR contro il PIT 22 e i suoi dipendenti, di cui Anastasi faceva parte in veste di tecnico designato.
“Questa è stata un’azione volta ad imbavagliare me e l’opposizione –dichiara Pietro Anastasi, che aggiunge- quello che è più grave, tuttavia, è che hanno messo a tacere anche chi mi ha eletto e lo hanno fatto con i soldi dei cittadini. Devono essere loro, infatti, a stabilire se un rappresentante sia meritevole o meno di proseguire col proprio mandato”.
Il PIT 22 (Piano di Indirizzo Territoriale), costituito nel 2001, rappresentava a tutti gli effetti una coalizione di comuni dell’area Tirrenica, da Villafranca a Santa Lucia, incaricato tramite i propri rappresentanti di realizzare opere pubbliche a monte di una quota versata dai vari comuni per la realizzazione delle stesse. Una partecipazione interrotta poi nel 2008 quando diversi comuni hanno smesso di versare le somme dovute con conseguente avvio di decreto ingiuntivo nei confronti del comune di San Pier Niceto, che nel PIT 22 svolgeva il ruolo di soggetto coordinatore.
Tra i comuni che avevano rifiutato il pagamento delle somme richieste dal PIT 22 anche il comune di Venetico che, ritenendo illegittime le richieste di avanzate, aveva provveduto a presentare regolare azione di ripetizione. Uno scenario più che articolato, insomma, che ha portato alla mozione protagonista della vicenda.
“Il nostro intento è di evitare il pagamento di somme indebite –dichiara l’amministrazione, che aggiunge- abbiamo richiesto al PIT 22 di conoscere in modo preciso quali erano le giornate lavorative svolte e per le quali veniva richiesto un pagamento. Queste informazioni non ci sono mai state date e, sulla base di questo e di una causa pendente contro gli stessi dipendenti del PIT 22 abbiamo ritenuto incompatibile il ruolo di consigliere di Pietro Anastasi”.
Un dibattito ancora aperto, dunque, che sicuramente proseguirà nei prossimi giorni. Intanto non resta che prendere atto del possibile reintegro di Anastasi come consigliere e attendere il prossimo appello della sentenza.
Salvatore Di Trapani