Il consigliere comunale in una nuova nota mette in luce che lo scorso 9 settembre aveva presentato una dettagliata interrogazione per conoscere spese e modalità di gestione della partecipata di via Dogali ma ad oggi non solo non è pervenuta alcuna risposta ma non sono neanche stati consegnati i documenti richiesti.
Costi dei consulenti, spese per viaggi, vitto e alloggio del commissario Alessio Ciacci, acquisto di mezzi e cassonetti, gestione di servizi e società. Ormai oltre tre mesi fa il consigliere comunale Angelo Burrascano aveva inviato una dettagliata interrogazione al Sindaco, alla Presidente del Consiglio, all’assessore all’Ambiente, al Segretario/direttore generale, ai Revisori dei Conti e alla Corte dei Conti, per tirar fuori numeri e cifre che ruotano attorno alla gestione di Messinambiente. L’esponente del Megafono aveva posto precisi quesit: opportunità del rinnovo incarico al Commissario liquidatore Ciacci; verifica sull’operato del commissario per capire se ha o meno agito al di là dell’incarico conferitogli; la circostanza di stipulare un contratto d’acquisto per gli autocompattatori successivamente a ridosso della stipula di un oneroso contratto per il noleggio di mezzi aggiuntivi non abbia costituito un aggravamento del passivo di MessinaAmbiente ( società in liquidazione); quali sono i dettagli e le condizioni del contratto di noleggio di mezzi aggiuntivi e dell’acquisto dei mezzi già usati per un importo di circa € 400.000; quali sono i costi complessivi di trasporto, vitto, alloggio degli esperti incaricati da Ciacci, le ricevute attestanti gli esborsi nonché quanto ed in che modo il soggiorno e le trasferte incidono sul bilancio di Messinambiente.
Dopo tre mesi però regna ancora il silenzio. Burrascano oggi ricorda dii aver, di fatto, inoltrato una precisa richiesta di accesso agli atti della partecipata che gestisce i rifiuti cittadini, strumento previsto dalla legge per espletare al meglio il mandato politico-amministrativo di ogni consigliere e che non incontra neppure alcuna limitazione derivante dalla loro eventuale natura riservata, in quanto il consigliere è vincolato al segreto d’ufficio. Secondo quanto racconta oggi Burrascano in una nuova nota però la sua interrogazione sembra essere caduta nel dimenticatoio.
“Non si ha contezza, ad oggi, sebbene siano trascorsi oltre 30 giorni dalla richiesta, dei documenti attestanti i costi complessivi (trasporto, vitto, alloggio) posti a carico della MessinaAmbiente S.p.A., società in liquidazione, per lo svolgimento degli incarichi affidati agli esperti incaricati da Ciacci, le ricevute attestanti gli esborsi, quanto ed in che modo il soggiorno e le trasferte incidano sul bilancio dell’Azienda, i dettagli e le condizioni del contratto di noleggio di mezzi per lo smaltimento dei rifiuti e dell’acquisto dei mezzi usati, poiché tali informazioni non sono state comunicate” scrive il consigliere.
Per Burrascano però non finisce qui perché la legge parla chiaro. “La violazione del diritto di accesso comporta sia responsabilità erariale derivante al Comune dall’attivazione del giudizio amministrativo ed, inoltre, il mancato rilascio dei documenti può costituire un’ipotesi delittuosa a fronte del quale l’azione tipica è integrata dal mancato compimento di un atto dell’ufficio da parte del pubblico ufficiale, ovvero dalla mancata esposizione delle ragioni del ritardo, entro trenta giorni dalla richiesta di chi vi ha interesse, con la conseguenza che il reato, omissivo proprio e a consumazione istantanea, si intende perfezionato con la scadenza del predetto termine”.
Secondo il consigliere quanto accaduto viola palesemente le norme e a questo punto chiede che vengano effettuate le opportune indagini per comprendere chi e come abbia omesso di comunicare le informazioni richieste.