Gli uffici tecnici comunali intervengono in merito alla vicenda dell’erosione costiera di Capo Peloro e di piazza Cavallaro, ricordando di aver presentato alla Regione progetti e richieste finanziarie, senza alcun riscontro
Il quartiere chiama il Comune, il Comune chiama la Regione, la Regione non risponde. Il cerchio è chiuso ma la soluzione per fronteggiare il problema erosione costiera, a Torre Faro, non c’è.
Gli uffici tecnici di palazzo Zanca hanno ricordato che l’Ente locale ha competenza per la salvaguardia delle abitazione e delle opere. E’ invece delegata alla Regione siciliana la protezione degli arenili e quindi la realizzazione di opere necessarie a fronteggiare l’erosione costiera dovuta ai marosi.
In questo quadro il Comune ha già presentato, negli anni corsi, agli Assessorati regionali competenti, schede progettuali per la richiesta di risorse finanziarie necessarie agli interventi nelle zone con criticità costiera, sia per la fascia tirrenica sia per quella ionica, comprendendo anche lo Stretto. Ma alcun riscontro è stato dato alle istanze del Comune, che comunque ha ribadito, anche oggi, la disponibilità ad operare in sinergia con gli altri enti territoriali competenti nel settore, per fronteggiare la situazione dei dissesti costieri.
A tal proposito già nel giugno del 2012, il problema era stato affrontato con una intesa operativa con il dipartimento Scienze della terra dell’Ateneo peloritano, per uno studio relativo alle criticità di erosione a Faro e la restituzione della funzione estiva della spiaggia di Capo Peloro. L’intervento programmato non ha avuto però seguito per il diniego del Dipartimento Regionale Ambiente sulla inammissibilità di interventi di ripascimento costiero, con l’utilizzo della matrice sabbiosa accumulata ai margini degli argini del “Canale degli Inglesi” per la riserva naturale “Laguna di Capo Peloro”.