Per i 440 alunni della scuola Leopardi di Minissale, chiusa lo scorso 22 novembre dall'Ispettorato del Lavoro, non ci sono ancora soluzioni. Ieri una commissione iniziata alle 12 si è trascinata fino a sera, con una tappa in Prefettura per provare a trovare una via d'uscita ad un problema che l'amministrazione non ha ancora saputo risolvere.
Urla, parole forti, nervi tesissimi. L’aula consiliare di Palazzo Zanca ieri si è trasformata in un ring. Da un lato il sindaco Renato Accorinti, di fronte decine di genitori dei bambini che frequentano la scuola Giacomo Leopardi di Minissale e che sono tornati a chiedere risposte certe sul futuro dei propri figli. La scuola è stata chiusa lo scorso 22 novembre dall’Ispettorato di Lavoro perché non sicura, il Comune stava per chiudere le procedure di affidamento degli interventi necessari per l’adeguamento sismico dell’edificio e che prevedevano anche il trasferimento dei 440 alunni, ma quella chiusura improvvisa scatenò il caos. Nel frattempo sono trascorse le feste natalizie e quegli stessi genitori che avevano sopportato doppi turni e disagi nell’ultimo mese di scuola prima delle vacanze, adesso non hanno più intenzione di mollare. I locali dell’ex istituto Corelli non sono ancora pronti, Asp e Vigili del Fuoco hanno ordinato ancora alcuni interventi per dare il via libera a tutti i certificati. Ci vorrà un mese. E nel frattempo dove andranno 440 alunni?
Una domanda che non ha ancora risposta e che ha scatenato il putiferio. Durante la seduta congiunta di III e VII commissione, presieduta dai consiglieri Nora Scuderi e Carlo Cantali, è andato in scena un tutti contro tutti che ormai da qualche tempo non si vedeva in aula consiliare. Una giornata lunghissima, diverse ore di confronto serrato, acceso, animato, agitato. Sulla tribunetta riservata al pubblico decine di genitori che hanno incalzato continuamente il primo cittadino, messo con le spalle al muro anche dai consiglieri comunali che hanno contestato a muso duro l’incapacità di trovare una soluzione ad una questione che era nota ormai da settimane e che evidentemente l’amministrazione non ha voluto considerare. Sono volate parole grosse, c’è chi come Pippo Trischitta ha annunciato anche di voler portare atti e carte in Procura perché tutta la vicenda del trasferimento agli istituti dell’ex Corelli non è chiara, nonostante sia frutto di una gara d’appalto.
L’ipotesi dei doppi turni alla Salvo D’Acquisto, così com’era accaduto prima delle vacanze, ha fatto urlare ancor di più i genitori che non hanno intenzione di far subire ancora disagi ai propri figli per colpa di ritardi e carenze amministrative e burocratiche. Il consigliere Daniele Zuccarello, seguito poi da altri colleghi, ha proposto di restare in commissione a oltranza fino a quando Accorinti non avrebbe dato risposte certe, poi la decisione di spostare la questione in Prefettura e chiedere aiuto agli uffici diretti da Francesca Ferrandino per riuscire ad uscire da una querelle che però rischia di penalizzare solo i bambini. Consiglieri e genitori hanno atteso a Palazzo Zanca, poi dopo oltre due ore di silenzio hanno deciso di raggiungere la Prefettura. Nora Scuderi, Carlo Cantali, Daniele Zuccarello e Nicola Cucinotta, insieme ad una delegazione di madri e padri degli alunni della Leopardi sono andati in Prefettura per capire il perché di ulteriori ritardi. Alla fine però una risposta definitiva non è arrivata e si dovrà attendere i nuovi sviluppi di oggi. Il sindaco Accorinti ha interloquito con i Vigili del Fuoco che potrebbero ridurre le prescrizioni imposte al proprietario dell’istituto ex Corelli in modo da ridurre i tempi previsti per gli ultimi interventi. Ma saranno valutazioni che si dovranno fare oggi. Ci sarebbe anche un piano B: Accorinti ha chiesto alla Prefettura di farsi da tramite con l’Ispettorato del Lavoro per provare a farsi concedere una deroga dall’ispettore Gaetano Sciacca, ovvero la possibilità di riaprire la Leopardi giusto il tempo necessario per trasferire gli alunni nel nuovo plesso nel frattempo messo a norma.
L’ingegnere Sciacca però non ha intenzione di fare nessun passo indietro sul provvedimento siglato il 22 novembre scorso: per il capo dell’ispettorato del lavoro quella scuola non è sicura e non può riaprire. Potrebbe essere l’amministrazione comunale a riaprirla comunque assumendosi ogni eventuale responsabilità. Ma la decisione è tutt’altro che semplice e la questione è davvero scottante anche perché c’è in discussione la sicurezza di 440 bambini e di decine di insegnanti e personale Ata.
L’unica via d’uscita potrebbe essere dunque un’intesa con i Vigili del Fuoco sulla sistemazione in tempi più rapidi dei locali ex Corelli. Il tempo intanto stringe. E i genitori sono arrabbiati.
Francesca Stornante
L’incapacità manifesta di questo presunto primo cittadino, e della giunta da lui presieduta, è talmente evidente che non si può che rimanere basiti… Solo proroghe sulla nostra pelle. Ma lo capisce che se arriva un terremoto (evento assai probabile) la scuola potrebbe crollare o no? Senza parole anche se attendo fiducioso i commenti pro-accorinti che non mancano mai!!!
L’incapacità manifesta di questo presunto primo cittadino, e della giunta da lui presieduta, è talmente evidente che non si può che rimanere basiti… Solo proroghe sulla nostra pelle. Ma lo capisce che se arriva un terremoto (evento assai probabile) la scuola potrebbe crollare o no? Senza parole anche se attendo fiducioso i commenti pro-accorinti che non mancano mai!!!