Il molo Marconi ricomincia già ad animarsi e prepararsi per il nuovo sbarco di oggi pomeriggio. Dalla nave della Marina Militari Mimbelli scenderanno altri 339 migranti salvati gli scorsi giorni nel bel mezzo del Canale di Sicilia.
Sono stati soccorsi nel canale di Sicilia su due diversi gommoni i 271 migranti che, ieri pomeriggio sono sbarcati a Messina dal pattugliatore irlandese “L.E. Niamh”. Le due fatiscenti imbarcazioni erano state avvistate domenica mattina da un elicottero dell’unità navale della Marina Militare “Carlo Bergamini”, impiegata nell’operazione Triton. Sul primo gommone erano stipati ben 150 migranti, che sono poi stati salvati dalla nave Bergamini, mentre sul secondo viaggiavano 125 persone, salvate dall’equipaggio della “L.E. Niamh”.
Tutti i profughi sono stati poi stati fatti salire sul pattugliatore irlandese, diretti al molo Marconi di Messina. Dopo essere stati rifocillati ed identificati, 150 dei migranti sono stati trasferiti nei centri di accoglienza di Lombardia, Piemonte e Campania, mentre gli altri sono stati accolti nei centri cittadini.
E come accade ad ogni sbarco, gli investigatori della Squadra Mobile hanno subito avviato le indagini e raccolto le tante testimonianze di gente che ha investito i risparmi di una vita e viaggiato per giorni e giorni pur di scappare dalla guerra e dalle persecuzioni. “All’inizio del mese sono scappato dalla Nigeria perché una banda di terroristi ha attaccato il mio villaggio uccidendo i miei familiari. Io sono riuscito a scappare e sono andato in Libia con una macchina”, ha raccontato uno di loro agli agenti. “In Nigeria c’è la guerra e la gente muore molto facilmente. Inoltre ci sono delle bande di terroristi che seminano il terrore, per questo ho deciso di andar via”, è stata la testimonianza di un altro. Anche questa volta i profughi hanno raccontato di essere partiti dalle coste libiche di notte e, dopo essere stati ammassati per diversi giorni in alcuni capannoni, o addirittura nei boschi, dove sono stati sfamati solo con pane secco e acqua salmastra. Le testimonianze dei migranti hanno permesso ai poliziotti di individuare gli scafisti di entrambi i gommoni. Si tratta del 20enne Otma Thor, proveniente dal Gambia, del senegalese Souleymane Sein, 25 anni, e del 22enne Drissa Diarrassouba, ivoriano. Portati nel carcere di Messina – Gazzi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, dovranno ora rispondere del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
E mentre prosegue incessante il lavoro dei poliziotti dell’Ufficio Immigrazione e degli operatori della Polizia Scientifica per verificare l’identità di ciascuno dei profughi sbarcati e curare l’affidamento di 34 minori non accompagnati, il molo Marconi si è già reso disponibile per un nuovo sbarco. Dalla nave della Marina Militari Mimbelli, infatti, sono scesi altri 339 migranti, di cui 277 uomini e 62 donne (6 incinta), tutti salvati gli scorsi giorni nel bel mezzo del Canale di Sicilia. Come sempre, a coordinare le operazioni di accoglienza è stata la Prefettura di Messina. I medici dell'Asp, dell'USMAFF e della CRI hanno provveduto alle prime visite sanitarie, mentre le associazioni di volontariato aiutavano uomini e donne. Le Forze dell'Ordine hanno mantenuto la situazione sotto controllo, mentre l'Autorità Portuale ha fornito il supporto logistico. Si è trattato del ventiseiesimo sbarco dell’anno in città dove, dallo scorso aprile ad oggi, sono arrivati più di 9mila migranti. (Veronica Crocitti)
Ultimo aggiornamento ore 18.30