Inutili gli interventi dei colleghi che hanno cercato di tranquillizzarlo, necessario l’intervento delle forze dell’ordine. Nel pomeriggio "sotto assedio" il direttore amministrativo Garufi. All’orizzonte nessuna prospettiva concreta.
La tensione che ormai da mesi si respira tra i corridoi dell’Atm, questa mattina è esplosa in una nuova esasperata protesta. Un lavoratore ha minacciato a più riprese di gettarsi dalla terrazza a causa della paura di non poter più arrivare a fine mese. Immediato l’intervento di vigili del fuoco e forze dell’ordine che hanno cercato di riportare la situazione alla normalità. Sul posto anche il direttore amministrativo Ferdinando Garufi. L’episodio ha determinato grande apprensione tra gli altri colleghi, preoccupati non solo per il presente (si attendono tre mensilità) ma anche per il futuro, data l’incertezza legata alla gestione della società. Continua infatti a non esserci nessuna traccia né del piano industriale né della trasformazione in New Co, passaggi che invece, secondo quanto previsto dalla delibera approvata lo scorso 14 febbraio, avrebbero dovuto seguire scadenze ben precise, 90 e 60 giorni. La protesta ha avuto un seguito anche a palazzo Zanca: due lavoratrici sono “appostate” di fronte i cancelli del Comune in attesa di essere ricevute. La tensione non si è placata nemmeno nel pomeriggio. I dipendenti, infatti, hanno occupato gli uffici amministrativi, ponendo “sotto assedio” il direttore amministrativo Garufi.
Sulla vicenda è intervenuto il segretario regionale dell’OrSa Mariano Massaro: “La semplice repressione delle proteste è tattica che non pagherà ancora per molto, i cittadini appiedati e i lavoratori senza stipendio non possono essere neutralizzati con la paura della denuncia, prima o poi l’istinto alla sopravvivenza porterà i lavoratori ad azioni difficilmente controllabili con le normali dinamiche, servono soluzioni immediate che gli amministratori, abbondantemente pagati con soldi pubblici, hanno il dovere di fornire in tempi brevissimi, se non sono in grado si dimettano. Oppure per intraprendere iniziative serie si aspetta che anche a Messina si concretizzino i primi suicidi della disperazione?”
(FOTO STURIALE)
Se per risolvere i problemi dell’Atm si aspetta che arrivi il “morto” credo che i tempi sono, alquanto ristretti. Coloro che lavorano nelle diverse “istituzioni” preposte, per così dire, dato che sino ad oggi tutto è rimasto inalterato, a garantire la legittimità e la regolarità ed efficienza del “trasporto urbano” tranquillamente percepisce la remunerazione mensile, mentre quelli che assicurano ai cittadini, con le evidenti manchevolezze, il trasporto urbano invece no. Una diatriba che da tempo si trascina e che vede coinvolti da una parte il principale amministratore della nostra città (il sindaco) che non intende riconoscere la massa debitoria dell’Atm in quanto trascinerebbe l’ente che amministra /il Comune di Messina) verso il baratro finanziario, e dall’altra parte i lavoratori dell’Atm che, per dignità, continuano a garantire il loro servizio alla cittadinanza, senza percepire il dovuto corrispettivo mensile, Quando si legge che “. Continua infatti a non esserci nessuna traccia né del piano industriale né della trasformazione in New Co” atti ritenuti di chi commenta “palliativi infantili” significa che per la soluzione del problema dell’Atm si attende lo scadere del termine per passare ad altri la possibile, o meno, soluzione del vero problema che è rappresentato di dare “paternità” e quindi soluzione alla massa debitoria che, in maniera incontrollabile, nel tempo ( dal 2003) si è,accumulata (la ricerca degli eventuali responsabili è storia diversa). Risolto tale problema, il resto diventerà molto più facile per garantire ai lavoratori dell’Atm oltre che la tranquillità, dignità al proprio lavore.
Siamo arrivati alla frutta, ci hanno tolto tutto e adesso questi poveri padri e madri di famiglia si trovano sul baratro, dobbiamo fare necessariamente qualcosa per loro, chiunque di noi visti i tempi così brutti si può trovare in circostanze analoghe, non è giusto prendere il “fuoco con le mani altrui”. Dobbiamo svegliarci, la società siamo tutti noi. Basta fare gli inetti!!!!!!