Una somma uscita dalle casse della società nel 2019 sarebbe stata distribuita in maniera sospetta, secondo la Finanza
MESSINA -E’ una “questione interna”, spiega il legale, quella al centro degli accertamenti della Guardia di Finanza sfociati nel sequestro di circa 3 milioni di euro per Vincenzo Franza, all’epoca dei fatti amministratore delegato della Caronte&Tourist spa. Interna nel senso che non comporta comunque danno all’Erario.
Il fatto
Per il Nucleo delle fiamme gialle messinesi e per la Procura, che ha chiesto ed ottenuto un sequestro per equivalente (ovvero di beni, denari e disponibilità fino alla somma determinata), di poco meno di un milione 400 mila euro, l’uscita di una notevole somma di denaro dalla società, classificata come donazione, era invece un vero e proprio pagamento e cmq la somma è stata utilizzata in maniera differente rispetto a quanto disposto nelle delibere assembleari e nell’atto notarile alla base.
A dimostrazione di ciò il fatto che nelle settimane immediatamente successive al passaggio di quasi un milione di euro disposto da Vincenzo alla madre Olga Mondello, quest’ultima avrebbe “ridistribuito” la somma a una serie di soggetti, senza alcun apparente motivazione e cmq diversamente da come disposto. L’obiettivo, secondo la magistratura, era pagare una imposta minore rispetto a quella prevista per le liberalità.
Interpretazione diversa
“Questa vicenda costituisce una delle tante questioni di natura squisitamente fiscale che stiamo affrontando e risolvendo, siamo convinti si concluderà positivamente come quelle pregresse. Si tratta di una interpretazione diversa di una norma fiscale ma non costituisce comunque danno all’Erario”, spiega l’avvocato Alberto Gullino, legale societario.