La consigliera comunale del Movimento Cinque Stelle invita il Comune di Messina ad adeguare lo statuto comunale entro i 60 giorni previsti dalla legge
MESSINA – “Diverse testate giornalistiche nazionali in questi giorni hanno puntato il dito nei confronti della nostra Regione a causa della norma, da poco approvata all’Ars, che prevede la possibilità di un aumento del numero degli assessori nei 390 Comuni siciliani. Come sempre i commenti, quando si parla di Sicilia, non sono mai teneri. Questa oramai è una costante, un continuo tiro al bersaglio e da siciliana mi rifiuto di accettare passivamente questi continui attacchi”. Lo afferma consigliera comunale del Movimento Cinque Stelle Serena Giannetto
“Ad esempio, non ho visto trattare con la stessa enfasi il processo che sta portando al taglio dei vitalizi per gli ex deputati dell’Assemblea regionale o non ho mai visto fare un paragone tra l’apparato burocratico della nostra Regione (390 Comuni) e quello della Regione Piemonte (1181 Comuni ), dove nella sola città metropolitana di Torino di Comuni ne conteggiamo 312 !
Confrontando i numeri (fonte Istat 2018) delle due Regioni ci accorgiamo come la superficie e gli abitanti siano maggiori in Sicilia, ma il numero dei Comuni esistenti è ben 4 volte maggiore nella Regione piemontese. Di costi in questo caso perché non se ne parla mai? Lo sapevate che ci sono comuni in Piemonte con popolazione inferiore ai 50 abitanti?
Ma ritornando alla norma approvata, cosa accadrebbe a Messina?
Gli assessori – continua Giannetto -da 7 “POTREBBERO” diventare 9. Infatti, con la legge approvata all’Ars il 27 marzo potrebbero aumentare in virtù del criterio scelto, ossia quello del numero della popolazione. Una circolare dell’assessorato regionale agli Enti locali ne chiarisce i tempi e le modalità di adeguamento. È da evidenziare anche, come recita il comma 3 dell’art. 1 della norma, che “in caso di mancato adeguamento degli statuti, il numero massimo degli assessori è comunque determinato in quello individuato dal comma 1 dell‘art. 33 della legge n. 142/1990”. Per cui scaduto il termine di sessanta giorni senza che si sia provveduto all’adeguamento statutario richiesto, il numero massimo degli assessori a Messina potrebbe passere a 12.
Un aspetto fondamentale da evidenziare di questa norma è che “i nuovi assessori”, una volta recepita la norma, non diventeranno in automatico 9, questo invece dipenderebbe dalla eventuale volontà delle singole amministrazioni comunali.
Si tratta infatti soltanto di un’indicazione e non di un obbligo. Inoltre, come spiegato dallo stesso assessore alla Funzione Pubblica Bernadette Grasso, i nuovi assessori graverebbero sui costi del singolo Comune e ogni sindaco dovrebbe” ritagliare” da altre voci di bilancio le risorse necessarie per pagare gli stipendi.
Da qui, per concludere, un ragionamento politico elementare.
Essendo Messina una città in pre-dissesto e in corsa contro il tempo per evitare il default , rifacendoci al buon senso ed all’amor vero per la nostra comunità, un aumento degli assessori sia già da scartare in partenza. Una scelta contraria vorrebbe dire, per il caso Messina, strumentalizzare questa norma per attuare dei rimpasti di giunta al solo fine di favorire una ulteriore spartizione di potere o per meri interessi individuali da soddisfare..
Quale è allora la strada da percorrere?
Adeguare lo statuto comunale entro i 60 giorni previsti dalla legge( per evitare di avere 12 assessori), ma nello stesso tempo non “sfruttare” la norma per aumentare in ogni caso la composizione della giunta.
Noi amministratori – conclude la consigliera comunale – dobbiamo dare l’esempio ai nostri cittadini: non possiamo predicare bene e razzolare male!”