Il traghettatore Lello Manfredi ha fatto il punto sullo stato attuale del club dopo il miracolo-iscrizione. Si parte dalla formalizzazione del passaggio di mano, poi i gruppi interessati dovranno trovare un’intesa per camminare insieme. Come Ds La Rosa in pole. Presente anche la politica con Buzzanca, Ricevuto e Garofalo
Prima uscita ufficiale per il gruppo messinese che mira a rilanciare l’Acr Messina. Al salone della Bandiere del Comune siede al centro del tavolo l’imprenditore Lello Manfredi, principale artefice dell’operazione di recente salvataggio che ha generato l’iscrizione, altrimenti impossibile, al prossimo torneo di serie D. Al suo fianco il notaio Nunzio Arrigo e il commercialista Antonio Morgante. Il blocco societario ma non solo. C’è il presidente del Coni, Giovanni Bonanno e la politica: il presidente della Provincia, Nanni Ricevuto, il sindaco Buzzanca, il deputato nazionale Enzo Garofalo.
Il primo a prendere la parola è il sindaco Buzzanca: «Ognuno farà la propria parte, noi la nostra, premiando gli sforzi di chi ha rilanciato la speranza di riappropriarsi di una storia». Entusiasmo espresso anche da Ricevuto: «Oggi è una giornata di grande entusiasmo. Lavoriamo tutti insieme per compattare questa squadra e dargli un futuro». Anche Garofalo, per voce delle altre istituzioni che si sono mosse per garantire al Messina la quinta serie, manifesta soddisfazione: «Spesso sento dire che la classe politica messinese è inesistente. Non è così».
Lo sforzo profuso per ottenere l’iscrizione, pur rappresentando un segnale importante e significativo, non può bastare per garantire un futuro al Messina. Bonanno chiede il coinvolgimento di tutte le singole imprenditoriale che hanno a cuore le sorti della squadra giallorossa, dai nomi importanti al singolo commerciante, anche il salumiere o il panificio: «E’ un campionato costoso – commenta -, serve l’aiuto di tutti». Ma al di là delle sponsorizzazioni, serve una guida forte, un gruppo che finalmente prenda per mano finanziariamente e progettualmente il club portandolo lì dove merita. Per fare ciò, Manfredi, presidente in pectore ma pro-tempore, ha parlato di un gruppo forte che possa assumere il timone del club o di tre-quattro strutture che possano convergere nell’Acr. Serve però unità d’intenti: «A coloro che hanno manifestato l’intenzione di investire nel Messina, chiedo uno sforzo – spiega il titolare della Sud Dimensione Servizi -. Mettiamo da parte i protagonismi, diamoci una mano per costruire un grande sogno. Capisco che chi investe vuole un ritorno di visibilità, ma cerchiamo un accordo per fare in modo che l’Acr possa andare avanti». In questo momento la formula immaginata è l’unione di tre gruppi: quello che fa riferimento a Paolo Siracusano, il blocco ex Città di Messina (Patti, Arrigo, Morgante, etc) e un terzo ancora incerto, visto che l’asse Cannistrà sembra avere fatto un passo indietro. «Lasciamo stare collette o progetti similari che anche in altre piazze hanno dimostrato di non funzionare», aggiunge ancora Manfredi.
Capitolo tecnico. La pista al momento più accreditata resta quella collegata a Ciccio La Rosa e quindi, indirettamente, a Nicola Salerno. Sembra essere la preferita dai tifosi e da una parte della stampa. Restano in piedi comunque i nomi di Gianni Magi e Antonio Ciccarone, che seppure per brevi periodi hanno operato a Messina dimostrando di poter fare bene in questa categoria. «Negli ultimi giorni ho incontrato questi dirigenti – ha proseguito Manfredi -. Ognuno di loro ha già un programma pronto a mettere in atto. La decisione comunque spetterà alla società che si insedierà». Ovviamente, tale decisione, dipenderà anche dal budget che il club metterà a disposizione del Direttore prescelto. Altre idee per il futuro: «Nella mia visione del calcio gli spettatori non sono passivi ma partecipano alla vita della squadra – aggiunge l’imprenditore “traghettatore” -. Le istituzioni devono darci una mano, anche se non concretamente dal punto di vista economico, visti i noti problemi finanziari, attraverso servizi e supporti logistici». In tal senso, è quasi automatica la domanda su un ritorno al Celeste, attualmente utilizzato dal Città di Messina per le gare interne e con la quale palazzo Zanca è legato da una convenzione recentemente rinnovato. Tanto che la società presieduta da Elio Conti Nibali, dopo i lavori eseguiti lo scorso anno, ha effettuato altri interventi sull’impianto. Buzzanca sorvola su questo aspetto: «Non possiamo abbandonare il San Filippo perché è il futuro – dichiara -. Lavoriamo per la messa in sicurezza dello stadio, anche perché è una risorsa per attrarre eventuali investitori esterni credibili, invogliati dal fare calcio e dal fare impresa».
Ultimo passaggio sul gruppo reggino guidato da Bruno Martorano, che ad oggi, dato il solo preliminare di vendita sottoscritto, rimane l’effettivo proprietario dell’Acr: «Ci siamo tutelati con la firma dell’atto – conclude Manfredi -. Abbiamo anche pagato alcune spese che non dovevano essere di nostra competenza, come le vertenze con i calciatori. Seppure non dovessero confermare quelle condizioni saremmo nelle condizioni di essere proprietari del Messina per l’85%. E’ vero che ne hanno combinate di cotte e di crude, ma allo stesso modo è giusto ricordare che se non avessero preso la squadra lo scorso inverno, probabilmente non ci sarebbe più». In attesa della formalizzazione del passaggio di mano, probabilmente lo stesso Manfredi riceverà una procura per potere firmare eventuali trattative da chiudere, in modo da potere così già operare in sede di mercato.