Il difensore non è ancora al top ma è riuscito a fermare Panatteri. L'altro under, classe '95, ha sorpreso tutti. Altre note liete Giardina, Munafò e il solito “Di Dio”
La prestazione in Coppa del Città di Messina è la prova che un sistema di gioco può influire più degli interpreti. La squadra giallorossa deve ricorrere ai rigori per superare un Ragusa voglioso di vendetta e in campo praticamente con la formazione titolare, ma al “Celeste” non sono mancati ancora una volta lo spettacolo e il divertimento. Pochi, meno del solito, i tifosi presenti, ma chi c’era non si è sicuramente annoiato.
Senza i “gioielli” Saraniti e Tiscione la compagine guidata da Rando gioca in scioltezza mostrando trame davvero vivaci e coinvolgenti. Ancora super Giardina in regia a smistare palloni, a lanciare in profondità i rapidi Buda e Citro, a colpire su calcio di punizione. Diversi tentativi ed un incrocio dei pali che gli nega la terza gioia stagionale (dopo i gol con Cosenza e Messina). Positivo l’esordio dal primo minuto del ritrovato Dombrovoschi, che ha giocato al centro della difesa al fianco di Cammaroto: il romeno non è ancora al top della condizione fisica ma è riuscito a fermare un attaccante pericoloso come Panatteri. Decisamente da applausi la gara disputata da Alessandro Bonamonte, classe 1995. Dapprima piazzato da Rando nei tre di centrocampo e poi sulla trequarti per l’infortunio di Citro. Da quella posizione ha servito un assist al bacio per il gol di Cappello. Ma sono state davvero tante le giocate positive di questo ragazzo che si è mosso con grande personalità. “Si è meritato questa chance lavorando con grande impegno da quando è aggregato alla prima squadra”, ha commentato Pasquale Rando, che poi sulla partita ha affermato: “E’ sempre importante avere una risposta positiva da tutti, dimostrazione che gli schemi sono stati assimiliati anche da chi gioca meno”.
Tra le note liete certamente Francesco Munafò, impegnato in mediana, collocazione dalla quale, oltre alla duttilità tattica, ha potuto mostrare più facilmente l’ottima facilità di tiro della quale è dotato. Una conferma, invece, la prova di Agostino Di Dio. Non solo per i rigori finali parati che hanno consegnato al CdM il pass per il passaggio del turno, ma anche per la sicurezza data al reparto. Paga come o forse più di altri, in campionato, la regola degli under. Ma così è.