La protesta a Palazzo Zanca, l'incontro con il segretario Le Donne e gli attacchi all'assessore Mantineo. L'Orsa batte i pugni e ha chiesto una serie di garanzie al segretaio generale. Prima tra tutti: una chiara modalità di ricollocazione dei lavoratori.
Una giornata campale. Lunghissima. Qualcuno avvolto nelle bandiere, qualche altro con grandi cartelloni appesi al collo. Per tutta la mattinata hanno presidiato la porta dell’ufficio del segretario e direttore generale Antonio Le Donne per avere direttamente da lui quelle certezze che ad oggi mancano totalmente. I lavoratori di Casa Serena dell’Orsa, oggi si sono riuniti a Palazzo Zanca insieme alla segretaria dell’Orsa Servizi Francesca Fusco. Per tutta la mattinata in sit-in, poi in attesa di essere ricevuti dal segretario Le Donne che sta seguendo in prima persona la vicenda Casa Serena.
Durissima la sindacalista nei confronti dell’assessore ai Servizi Sociali Nino Mantineo. “L’assessore ha avuto un atteggiamento scorretto non solo nei confronti del sindacato ma anche verso i lavoratori, ai quali aveva garantito durante un incontro la ricollocazione per tutti, puntando su un percorso di riqualificazione che doveva curare la cooperativa Azione Sociale con l’ausilio e sotto la vigilanza del Comune. A quelle parole però non sono seguiti i fatti. Non c’è stato alcun confronto sui bandi, le rassicurazioni non hanno avuto seguito ed oggi pretendiamo di sapere che futuro occupazionale avranno i lavoratori di Casa Serena perché le clausole inserite nei bandi a nostro avviso non sono sufficienti” ha spiegato Francesca Fusco
A suscitare timori nei lavoratori e nella sindacalista appunto i nuovi bandi pubblicati nei giorni scorsi dal Comune per i servizi sociali, bandi in cui si prevede la ricollocazione di alcuni degli operatori di Casa Serena senza però chiarire nel dettaglio i termini di questa nuova sistemazione in relazione al futuro della casa di riposo di Montepiselli. Una certezza ormai c’è: Casa Serena non chiuderà battenti. Resta però da capire quanti e quali lavoratori potranno rimanere in relazione alla riduzione di anziani e soprattutto dove e come saranno collocati gli altri. “Non comprendiamo il senso di quei bandi in cui si prevedono dei posti dei lavoratori di Casa Serena, ma ancora non si sa quanti saranno quelli che resteranno impiegati nella struttura e quali saranno le qualifiche che serviranno. Dunque in base a quali criteri sono state effettuate determinate scelte?” ha chiesto l’Orsa al segretario Le Donne.
Il sindacato ha chiesto senza mezzi termini il ritiro dei bandi, “azzeriamo tutto e giochiamo a bocce ferme” ha detto Francesca Fusco, ma questa strada sembra impossibile da percorrere. Le preoccupazioni sono legate anche al fatto che moltissimi lavoratori, ben 38, dovrebbero trovare posto nei bandi della 328, una decisione che per l’Orsa creerà forti discriminazioni tra quegli operatori che rientreranno nei bandi comunali e i colleghi che invece saranno destinati ai servizi finanziati con la 328. “I bandi comunali in qualche modo offrono maggiori garanzie, mentre quelli della 328 hanno durata triennale e poi non si sa cosa accadrà. E’ vero che quel tempo servirà ad ultimare gli interventi di messa a norma della struttura, ma sappiamo bene che nel giro di tre anni potrebbe accadere qualsiasi cosa”.
Dal canto suo Le Donne ha intanto spiegato che altri due bandi saranno pubblicati a luglio e dunque anche in quelli ci sarà posto per i lavoratori di Casa Serena. Il segretario però si è assunto un preciso impegno: individuare al più presto il numero certo dei lavoratori che potranno rimanere nella casa per anziani, in virtù anche di una necessaria riorganizzazione del lavoro. Il tempo però stringe e le soluzioni concrete sembrano ancora lontane. I lavori di messa a norma non inizieranno prima di settembre, in questo momento l’Asp sta effettuando controlli sulla condizione di salute degli anziani poiché non ci dovranno essere né allettati né anziani che hanno bisogno di ausilio di dispositivi per deambulare.
“Aspettiamo il numero dei lavoratori da ricollocare, una volta capito tenteremo comunque di farli rientrare nei bandi dei servizi sociali, la ricollocazione passa dal numero dei lavoratori e dallo sfruttare il più possibile i bandi comunali, soprattutto quelli che ancora devono essere pubblicati. Nella 328 potrebbero essere sistemati quelli che nel giro di tre anni possono andare in pensione, ad esempio 4 ausiliaria attualmente in forza a Casa Serena” puntualizza Fusco. Dunque avranno ancora pazienza, ma l’Orsa vigilerà con molta attenzione affinché si evitino operazioni che potrebbero servire solo ad ingrossare le sacche della disoccupazione.
In ballo poi c’è anche il futuro generale dei servizi sociali. L’amministrazione ha scelto intanto la formula bandi per 12 mesi, non è però stata accantonata l’idea della Multiservizi in cui confluirebbero tutti i servizi pubblici, come appunto il trasporto e la viabilità .Il destino dei servizi sociali potrebbe chiamarsi Multiservizi. Per adesso però è necessario pensare al presente.
Francesca Stornante