Non si placano le polemiche sulla scelta di sospendere, seppur temporaneamente, parte dei servizi sociali, inizia una nuova settimana di proteste. Le funzioni pubbliche di Cisl e Uil e quelle dei sindacati dei confederali attaccano Croce, anche Reset chiede giustizia sociale.
Un inizio settimana incandescente. La rabbia dei lavoratori dei servizi sociali è ormai incontenibile, questo lunedì di protesta inizierà con un presidio al Dipartimento Servizi Sociali, la mobilitazione si sposterà poi in Prefettura e Palazzo Zanca. La sospensione di alcuni servizi decisa dal commissario Croce ha scatenato la rivolta di centinaia di operatori che al momento sono senza lavoro. Quel che forse è ancora peggio è il pensiero che necessariamente deve correre a tutti quei disabili e anziani rimasti senza i loro “angeli custodi” che ogni giorno sono un prezioso e fondamentale aiuto per sentir meno il peso delle difficoltà che vive chi è costretto a letto o su una sedia a rotelle. Ci sono famiglie che senza i lavoratori dei servizi sociali non sparerebbero come andare avanti. Imponente anche la mobilitazione dei sindacati.
Le Federazione del Pubblico Impiego di Cisl e Uil e quelle dei Pensionati di Cgil, Cisl e Uil hanno definito “incomprensibile, irresponsabile, leggera, superficiale” la decisione del Commissario straordinario del Comune Luigi Croce sulla gestione dei servizi sociali, sospesi paradossalmente per “le inadempienze dello stesso Commissario e degli Uffici Comunali.“Non ci si rende conto che, insieme ai posti di lavoro a rischio, vengono interrotti servizi essenziali in favore delle fasce più deboli con serie difficoltà per assistiti e rispettive famiglie. Non giustifichiamo il silenzio o la negligenza del Presidente Crocetta che, pur di fare il Presidente della Regione, a Messina e per Messina continua a promettere "ponti" d'oro e che non può stare con le mano in mano. La città non può attendere la nuova amministrazione e neanche questi politici messinesi che guardano alla poltrona disinteressandosi totalmente dei problemi sociali di una città alla deriva dove nessuno è indenne da colpe”.
“È ora dire basta – sostengono Giuseppe Locorotondo, Bruno Zecchetto e Carmelo Catania di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uil Pensionati – perché a Messina vi è un disastro sociale, culturale e politico pronto a causare il fallimento totale della città. A questo punto anche il Prefetto deve sentirsi chiamato in causa, prenda posizione per far riconsiderare la decisione del Commissario Croce”.
Insieme a lavoratori e sindacati ci sarà anche il movimento Reset. Che chiede al commissario Croce di comprendere che si sta giocando con la vita delle persone e quanto sia grave ciò che sta accadendo.
“Una persona con l’esperienza del Dott. Croce sa quanto sia pericolosa la tensione sociale che si è innescata anche perché pare che ’amministrazione utilizzi due pesi e due misure quando si parla di difficoltà economiche del Comune.Vorremmo sbagliarci ma ci pare che qualcuno voglia preparare la campagna elettorale con i soliti sistemi, con le solite logiche. Creare il dramma e poi arrivare come il “salvatore della patria” a ridare ciò che già oggi è un lavoro precario e sottopagato. Non crediamo che una città che reputa secondari i Servizi Sociali ed il “welfare” sia una città civile.
Ci spieghi il Commissario come sia possibile che in un momento così drammatico e delicato per la città da un lato, con grande solerzia, liquidi 1,8 milioni di euro ad una società del “Gruppo Franza” per una causa del 1988, mentre dall’altro “cancelli” parte dei servizi sociali a Messina penalizzando di fatto centinaia di persone.Troppo spesso chi amministra e fa la politica che combattiamo dimentica che si tratta di Persone.
ART.21 COSTITUZIONE libertà di pensiero. ART.1 COSTITUZIONE diritto al lavoro e popolo sovrano. ART.9 tutela del patrimonio artistico (IL NOSTRO TEATRO ). ART.38 COSTITUZIONE ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale. Gli inabili ed i minorati hanno diritto all’educazione e all’avviamento professionale. ART.117 COSTITUZIONE determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale. Le zucche di palazzo Zanca non conoscono il titolo V della nostra CARTA ( CHI FA SI MANCIA ), l’ignoranza è una brutta bestia, altrimenti non si sognerebbero di metterli in discussione. Scrivo, da anni, pubblicando link specifici, di guardare con grande attenzione il REPORTORIO CONTRATTI, dal 2008 in poi, in particolare gli importi aggiudicati alle cooperative sociali, confrontandoli con le cifre assegnate al dirigente del dipartimento interessato, oggi in pensione, nel PIANO DETTAGLIATO DEGLI OBIETTIVI DI GESTIONE. Sono evidenti differenze notevoli, qualcuno deve spiegarci il perchè. Il sindacato, oggi disperato fino al punto di stracciarsi le vesti, ha dormito per anni sonni tranquilli.
Il problema è molto semplice mancano i soldi ed hanno tutti ragione. Bisogna fare molto con poco ma è inutile gridare che tutti hanno diritto di vivere se manca l’ossigeno. A questa situazione ci siamo arrivati nel corso di tanti anni e siamo tutti responsabili ma è più responsabile chi si lamenta di più come se si gettasse la zappa sui piedi. La colpa non è dei politici ma di chi li ha votati. Prima di tornare a votare cambiate prima la legge in modo che chiunque venga eletto sia obbligato a rispettare la legge e a fare un buon lavoro. Poi invece di riempire le strade di santini e passaparola fate campagna elettorale col buon esempio come quando ho visto in tv il politico spazzare la strada o piantare l’alberello ma dovete farlo molto di più per essere credibili! Aiutate i servizi sociali con del volontario gratuito e donate qualcosa anche un euro ma spesso, a chi ha problemi con il lavoro.
per davide la colpa lo sai di chi e’ di questi cittadini di questa citta perche’ fino ad oggi come sai tu bene i candidati erano sempre gli stessi quindi la verita’ e che non ci siamo mai ribellati, quando lo abbiamo fatto vedi oggi non succede niente perche’ a messina esiste la massoneria quindi non si muove niente fino a quando questi non decidono loro troppi politici ci sono in mezzo alle coop gli operatori e le persone sfortunate cioe( disabili ) sono vittime del sistema