Nei servizi sociali purtroppo la musica è sempre la stessa: il Comune paga in ritardo, le coop non anticipano gli stipendi e i lavoratori soffrono. Nel trasporto disabili poi in meno di un mese c'è stato un balletto tra tre cooperative. Oggi faccia a faccia tra la Fp Cgil e l'assessore Santisi.
Mentre si attende ancora il famoso “nuovo corso” dei servizi sociali, i lavoratori continuano a fare i conti con i problemi di sempre. Stipendi in ritardo, passaggi di cooperative, inadempienze. Una morsa da cui uscire sembra impossibile. Si attende l’esito dei nuovi bandi, le procedure di gara sono in corso, si conta si iniziare dal 1 luglio con i nuovi affidamenti da un anno che quantomeno chiuderebbero questa lunghissima parentesi di proroghe mensili e continue. In mezzo c’è anche chi si è trovato ad un certo punto a cambiare addirittura tre cooperative nel giro di pochi giorni: è successo nel servizio di trasporto e assistenza agli alunni con disabilità. Solo per questo servizio il Dipartimento Servizi Sociali a marzo aveva deciso di pubblicare una gara per 53 giorni e di non rinnovare in proroga, in questo caso alla coop Progetto Vita, come per tutti gli altri servizi. Al bando ha partecipato solo la coop Orsa Maggiore, che in città già gestisce l’assistenza domiciliare alle famiglie dei disabili, e che si è aggiudicata questo nuovo appalto con il solito ribasso del 100%. Ma per il passaggio di testimone tra le due coop ci sono stati dei giorni “vuoti” che il Comune ha garantito chiamando in soccorso la coop Genesi che nel frattempo cura anche altri servizi. Gli operatori hanno continuato a lavorare, seppur sballottati da una coop all’altra, adesso però resta il problema degli stipendi che Progetto Vita non ha corrisposto in questi mesi.
E’ stato questo uno degli argomenti discussi oggi dalla segretaria della Fp Cgil Clara Crocè con l’assessore Nina Santisi. La sindacalista ha ricordato che il 26 aprile scorso la Fp Cgil ha inviato un atto di diffida al Comune a liquidare ulteriori somme al Consorzio Progetto Vita e al suo legale rappresentante Pietro Marino Biondi perché, in questi anni di gestione, il Consorzio non ha corrisposto la retribuzione secondo gli importi da CCNL e gli scatti di anzianità, così come previsto dal capitolato speciale di appalto. Alla luce di queste molteplici inadempienze, la Funzione pubblica della Cgil ha chiesto che il Comune proceda al pagamento diretto delle retribuzioni e al pagamento degli operatori impegnati nel servizio, in sostituzione della cooperativa. Quantomeno per evitare che una coop che è uscita fuori dai servizi continui a intascare soldi mentre non salda le spettanze ai suoi ormai ex lavoratori.
Il nodo stipendi però tiene in ostaggio quasi tutti i servizi. Il Comune è in ritardo con i pagamenti, le ultime saldate sono quelle del mese di dicembre, e questo si ripercuote sui lavoratori che non vengono pagati perché quasi nessuna coop anticipa le somme, come invece dovrebbe avvenire per contratto.
Per la Fp Cgil è intollerabile la situazione in cui versano i lavoratori di alcuni servizi che rispetto ai loro colleghi sono indietro con gli stipendi. “Chiediamo all’assessore di mettere fine a questa situazione che ormai è diventata insopportabile per i lavoratori. Le fatture dei servizi sociali non possono seguire l'iter cronologico della registrazione al protocollo – hanno dichiarato Clara Crocè , Segretario Generale della Fp Cgil, e Gianluca Gangemi, coordinatore provinciale del settore – i lavoratori dei servizi sociali devono avere la stessa dignità degli altri lavoratori, devono percepire ogni mese lo stipendio”.
L’assessore Santisi ha assunto l'impegno di approvare già domani in giunta un’apposita direttiva nei confronti del Ragioniere Generale, che dovrà provvedere, mensilmente, al pagamento delle fatture, come succede per esempio per Messinambiente.
Lecito chiedersi perché questo passaggio non sia stato fatto prima, considerato che quella delle fatture in ritardo è una battaglia che va avanti da sempre. E dunque, lecito chiedersi anche quanto potrà essere utile un semplice atto di indirizzo in questo senso. L’impegno e la buona volontà ci sono di certo, ma a volte non bastano. E proprio nei servizi sociali i primi a saperlo sono proprio i lavoratori.
Francesca Stornante