Inerzia nella lotta al punteruolo rosso. Tignino attacca l’ex amministrazione

Inerzia nella lotta al punteruolo rosso. Tignino attacca l’ex amministrazione

Inerzia nella lotta al punteruolo rosso. Tignino attacca l’ex amministrazione

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mercoledì 03 Ottobre 2012 - 11:19

Spiega il rappresentante della segreteria cittadina del partito democratico: “Dopo aver impegnato 85mila euro per affidare il servizio, era stata chiesta l’autorizzazione ad impiegare alcuni insetticidi. Ok arrivato implicitamente 17 giorni dopo, ma il servizio non è stato comunque avviato ed oggi le palme sono infestate”

“Negli ultimi sei mesi gli attacchi del punteruolo rosso sul territorio comunale sono proseguiti inesorabilmente ed oggi molte palme ne evidenziano i sintomi irreversibili”. Lo scrive, colpevolizzando l’ex amministrazione comunale, Saverio Tignino, della segreteria cittadina del partito democratico.

“Nel mese di marzo, dopo aver impegnato 85mila euro per affidare il servizio di prevenzione e controllo del Punteruolo rosso sul territorio comunale, l’Assessore scriveva al Ministero della Salute chiedendo l’autorizzazione ad impiegare gli insetticidi vietati in area urbana e, quindi, restava in attesa di risposta. La risposta non è mai arrivata, in quanto il Ministero aveva già autorizzato l’utilizzo di questi prodotti in ambiente urbano già dal 30 marzo scorso, solo dopo 17 giorni dall’affidamento del servizio in questione. Sei mesi di immotivata inerzia. E’ veramente un peccato che il materiale elettorale sia già stampato; questo brillante scambio epistolare sarebbe stato l’ennesimo obiettivo raggiunto da parte dei nostri (fortunatamente) ex amministratori”.

“Esemplari storici, come quelli antistanti al Tribunale ed altri alla Passeggiata a Mare, – prosegue Tignino – sono evidentemente infestati. Nonostante l’impegno di spesa e l’affidamento del servizio, non è stata data alcuna disposizione per l’esecuzione dei trattamenti aspettando riscontro ad una richiesta resa inutile e ridicola dall’estensione all’impiego in ambiente urbano dei prodotti a base di Clorpirifos – metile, decretata dal Ministero competente 17 giorni dopo l’affidamento dei lavori”.

“Servizio affidato e mai avviato – spiega ancora Tignino -, non a causa di importanti e valide motivazioni, ma in attesa di una autorizzazione che non poteva mai arrivare per l’implicita inconcludenza della missiva assessoriale.

“In un colpo solo e per una ragione ridicola – conclude – si è ulteriormente danneggiato il patrimonio arboreo pubblico, favorito l’infestazione del Punteruolo e aumentati i rischi per l’incolumità di cose e persone esposti al pericolo di improvvisi incidenti”.

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