Si sono occupati del servizio di assistenza all’autonomia e alla comunicazione degli studenti con disabilità gravissime che frequentano le scuole superiori di Messina e provincia. Adesso però temono di rimanere tagliati fuori dopo due anni di lavoro e dopo aver frequentato il corso per avere l’abilitazione a questa tipologia di servizi e aver seguito tutta la strada normativa tracciata dalla Regione. Sono gli operatori che per la Città Metropolitana di Messina sono stati impegnati a fianco degli studenti con patologie gravissime e che adesso con il nuovo bando di affidamento del servizio hanno paura di essere gli unici a non avere la possibilità di essere reimpiegati a causa di alcuni passaggi inseriti proprio nel capitolato d’appalto del bando pubblicato dalla Città Metropolitana lo scorso 21 dicembre.
A lanciare un appello è uno dei quaranta operatori che vede in questo “l’ennesimo episodio a scapito degli studenti disabili e delle loro famiglie”. Il lavoratori spiega che il capitolato della gara bandita per coprire i mesi dell’anno scolastico 2018/2019, pur citando la normativa regionale del 19 luglio 2017 che disciplina il profilo di operatore ASACOM, non prevede che gli operatori-diplomati e occupati nel settore che hanno ottenuto la qualifica a seguito di corso di 450 ore, riconosciuto con decreto dalla Regione Sicilia, possano far parte del servizio che verrà affidato con la gara in questione. Sono ammessi i diplomati con corso di 900 ore, i laureati con corso di 450 ore, ma non i diplomati che hanno frequentato il corso di formazione regionale di 450 ore, cioè coloro i quali fino ad oggi sono stati impiegati nel servizio. Risultato è che gli alunni disabili e le famiglie che fino ad ora hanno contato sulla continuità di servizio dovranno ricominciare nuovamente.
«La Città Metropolitana di Messina è al corrente che per instaurare un rapporto di fiducia con lo studente diversamente abile (grave) e con la famiglia occorrono 6/7 mesi di lavoro da parte degli operatori?» chiede l’operatore.
Ma la domanda più importante, dal momento che vi sono più di quaranta operatori che dopo 2 anni di servizio attualmente risultano tagliati fuori dal nuovo bando, la rivolge all’Assessore Regionale Lagalla da cui dipende il fondo regionale che finanzia il servizio ASACOM: «E’ possibile che la Regione Sicilia qualifichi degli operatori (con corsi riconosciuti e controllati dalla Regione) sulla base di un profilo regionale dalla stessa normato e poi gli Enti gestori del servizio ignorino le disposizioni regionali e lascino discrezionalmente fuori gli operatori così formati? I corsi di 450 ore sono costati al singolo operatore 700/800 euro per avere una qualifica ad oggi riconosciuta dalla Regione ma inutile per lavorare. Dobbiamo pensare forse che gli enti di formazione, con la connivenza della Regione, hanno fatto cassa con i soldi di lavoratori onesti, oppure è la Città Metropolitana di Messina che imponendo a tali operatori (delle 450 ore) anche una laurea in materie psico-pedagogiche o affini ha travalicato i confini del profilo regionale, in barba agli studenti, agli operatori, alle famiglie ed alla Regione stessa che paga il servizio ed ha competenza sul profilo?».
«Il risultato comunque rimane quello che un neo-laureato in materie psico-pedagogiche che non ha mai svolto un’ora di lavoro con studenti con disabilità grave potrà dal 2019 operare nelle scuole della provincia senza nessun corso di specializzazione, mentre un diplomato in possesso della qualifica regionale e con un’esperienza di 400/500 ore di servizio ASACOM non potrà più lavorare perdendo il prezioso lavoro di relazione, stima e fiducia costruito con le famiglie e con gli allievi».
F.St.