Scagionato il presunto esecutore della gambizzazione di Peppe Molonia. Il verdetto
MESSINA – È stato un tentato omicidio sì, ma non di mafia, e non c’è esecutore, o almeno non lo è quello che era stato individuato come tale prima. È questo il senso della sentenza emessa ieri in tarda serata dalla Corte d’Appello di Messina che si è occupata della gambizzazione di Pippo Molonia, ferito all’inguine il 21 settembre 2019.
La sentenza
I giudici di secondo grado (presidente Sicuro) hanno ribaltato il verdetto emesso in primo grado e hanno scagionato Giovanni D’Arrigo, assolto per non aver commesso il fatto. Confermata invece la responsabilità nel tentato omicidio per Rosario Grillo, assolto però dall’aggravante di mafia. Per lui la condanna scende quindi a 14 anni e 4 mesi. Confermata invece la pena per lo stesso Molonia, accusato di aver mentito agli investigatori su quel che era accaduto. In primo grado D’Arrigo era stato condannato a 12 anni, Grillo a 16 anni. In appello, però, la Corte ha parzialmente accolto le tesi dei difensori, gli avvocati Francesca Giuffrè, Salvatore Silvestro, Tino Celi e Antonello Scordo, e ha rivisto tutto: per loro lo “sfondo” del fatto è diverso da quello teorizzato dagli inquirenti in prima battuta, e D’Arrigo non sarebbe coinvolto.
Gli arresti dei Carabinieri sono scattati a luglio 2020. Molonia un anno prima era stato colpito con 7 colpi di pistola calibro 7.65 all’inguine. Per errore: i colpi erano destinati al nipote, reo di aver schiaffeggiato Grillo, considerato elemento di calibro del clan di Mangialupi.
La gambizzazione del killer di Camaro
Molonia è stato arrestato a fine dello scorso anno per aver a sua volta gambizzato Claudio Costantino, autore del duplice omicidio di Camaro del 2 gennaio 2022. Dopo aver confessato, confermando la pista degli inquirenti, che lo hanno individuato grazie alle immagini della video sorveglianza, ha fornito un movente sul quale gli investigatori stanno ancora lavorando.