Compatti centristi, ex Ncd e Sicilia Futura. Nuvole invece nel Pd che si è presentato spaccato. I commenti anche di Reset e CapitaleMessina.
Se Forza Italia e Pd dovranno fare i conti con le divisioni interne e le contraddizioni emerse dall’esito del voto sulla sfiducia, c’è una parte del centro-sinistra che invece porta a casa il risultato della compattezza e del “peso” del partito.
I Centristi di D’Alia, il gruppo Picciolo, il gruppo Germanà non hanno avuto sbavature. In Sicilia Futura, la posizione difforme di Rita La Paglia è stata superata con la strategica assenza per malattia, che comunque riprova la capacità del partito di evitare lacerazioni.
“E’ arrivato il momento di ricostruire il centro-sinistra. Come dopo il terremoto del 1908 quando dalle macerie è stata costruita una nuova Messina, adesso dopo questa “scossa tellurica” della mancata sfiducia, possiamo costruire il nuovo centro-sinistra con unità e con una classe dirigente nuova”.
Per il capogruppo Ars di Sicilia Futura Beppe Picciolo la bocciatura della mozione deve essere vista come l’inizio di un nuovo capitolo che non faccia arrivare impreparati gli alleati della coalizione alle prossime consultazioni. Il leader di Sicilia Futura ricorda come sin dalla primavera del 2015 il partito aveva avviato un percorso verso la direzione della sfiducia, insieme a Pd e Udc, cammino interrotto sul nascere per volontà dei centristi che invece, a luglio, hanno presentato un diverso documento.
“Forse se avessimo ragionato da coalizione prima di riavviare il meccanismo di raccolta firme per la mozione di sfiducia probabilmente oggi il risultato sarebbe potuto essere molto diverso- prosegue Picciolo- Comunque Messina è purtroppo, o per fortuna in questo caso, abituata geomorfologicamente a grandi ricostruzioni dopo grandi terremoti. Quello di ieri per la nostra città è politicamente un forte terremoto, forse il più forte. Ma sono più che certo che insieme sapremo ripartire puntando su uomini nuovi, proposte nuove, evitando di ricadere in vecchi errori”.
Sul fronte ex Ncd Nino Germanà ha affidato a facebook le sue riflessioni, con un post nel quale il deputato regionale ha ringraziato quei consiglieri comunali che “con fermezza e senza strategie o giochetti hanno portato avanti con coerenza una ed una sola posizione, cogliendo la sofferenza di una larga parte del territorio di Messina. Grazie alla mozione si è capito pubblicamente e chiaramente chi sta con chi…. E oggi sappiamo chi sostiene l’amministrazione Accorinti al punto da volerla portare sana e salva fino a fine mandato. I messinesi avevano bisogno di questo chiarimento”.
D’Alia e i Centristi terranno questa mattina alle 10.45 nel Salone delle Bandiere una conferenza stampa per commentare l’esito della votazione.
Intanto in casa Pd è tempo di burrasca. Il partito infatti si è presentato diviso al voto, con i 3 consiglieri Cardile, Gennaro e Iannello che hanno apertamente sconfessato la capogruppo Antonella Russo votando no alla sfiducia dopo che la collega era stata la sedicesima firmataria della mozione (firma apposta con il via libera del commissario Carbone). La Russo, che in Aula ha fatto uno dei migliori interventi, sta riflettendo il da farsi, ma nel frattempo il commissario (ormai quasi ex perché a marzo ci sarà il Congresso) Carbone ha ribadito che la posizione del Pd era quella a favore della sfiducia e chi è andato contro-corrente sono stati i sostenitori del no:
“È un'occasione sprecata quella di ieri per il futuro di Messina. E dispiace ancor di più che a sciupare questa opportunità abbiano concorso anche tre consiglieri iscritti al gruppo del mio partito. Rivendico con forza il ruolo di opposizione che il Pd sta svolgendo e ha svolto in questi anni contro il vuoto messo in campo dal sindaco Accorinti e dalla sua giunta. Avevamo il dovere di andare fino in fondo. Lo dovevamo ai cittadini messinesi prima ancora che alla parola data e più volte espressa in questi anni: mai con Accorinti e gli uomini di Genovese. Il voto di ieri ci consegna un'altra storia. La politica è serietà. Che nessuno lo dimentichi".
Anche stavolta, ma per il Pd non è una novità negli ultimi tempi, il partito si è presentato diviso, in conseguenza di 4 anni di “ibernazione” attraverso 3 commissariamenti e nessun concreto tentativo per ricostruire sulle macerie. Il percorso di riavvicinamento della gente al Pd, anche dopo questi ultimi accadimenti si fa sempre più difficile. Alla vigilia di un Congresso atteso e invocato da anni si profilano ancora nubi. Se Genovese spostandosi a Forza Italia ha “svuotato” il Pd, è altrettanto vero che oltre un anno è passato senza che si facessero sforzi concreti per aprire porte e finestre al nuovo partito.
Chi era contrario alla sfiducia è Francesco Palano Quero, presidente del IV quartiere e vicino ad Accorinti sin dalla campagna elettorale del 2013. Quero ha sottolineato nei giorni precedenti alla sfiducia come le Circoscrizioni siano rimaste escluse dal confronto sia interno al partito che tra Consiglio e sedi decentrate. Alcuni presidenti hanno anzi plaudito alla decisione del sindaco, 24 ore prima del voto, di annunciare di voler attuare quel decentramento rimasto finora sulla carta.
“Era necessario fare una verifica preliminare sulla posizione dei preiscritti, dei consiglieri e degli eletti- scrive Quero- al fine di assumere una linea maggiormente condivisa. L'assenza degli organismi dirigenti del Pd messinese, nonostante lo sforzo apprezzabile di sintesi di alcuni,non ha aiutato a determinarci più convintamente su una posizione comune. L'imminente fase congressuale,che mi auguro sia foriera di rinnovata unitài,potrà essere finalmente l'inizio di un dibattito interno, per investire sulla discontinuita' nelle pratiche e delle persone,ristrutturare il partito sul territorio e portare ad una proposta politica chiara e forte da condividere e concertare con gli alleati, per costruire insieme un programma per Messina e la nostra provincia".
A evidenziare la situazione del Pd è Gianfranco Salmeri di CapitaleMessina: “ Il Pd è un simulacro di partito, incapace di gestire una qualsiasi linea politica. Il commissario Carbone ed i dirigenti del partito avevano scelto di votare la sfiducia, sollecitati dalla coraggiosa iniziativa della capogruppo Antonella Russo. Ed invece tre consiglieri su 4 ed i presidenti di circoscrizione hanno deciso di disattendere le indicazioni del partito. Un partito fantasma dove ognuno fa quello che gli pare”.
A commentare la bocciatura della sfiducia anche Alessandro Tinaglia di Reset: “Un’amministrazione pronta a tutto pur di non scollarsi dalla poltrona, capace di inventarsi a poche ore dal voto un PRG approvato (peccato che non sia la Giunta ad approvarlo) ed un decentramento dei poteri alle circoscrizioni miracolosamente partorito.In fondo c’è solo stata la conferma che Renato Accorinti è garante di un progetto che vede nel piano di riequilibrio i suoi perché. Genovese salva il sindaco, ma è ora che i messinesi comprendano che questa esperienza continua solo perché cara ai soliti noti”.
Rosaria Brancato
ridicoli
ridicoli
perchè a Messina c’è il PD? ci sono quattro +++++++che alla prossima non esisteranno più.
perchè a Messina c’è il PD? ci sono quattro +++++++che alla prossima non esisteranno più.
Carbone…… Ciaone !!!
Carbone…… Ciaone !!!
Il PD è da rifondare totalmente. Null’altro da dire. Quero e gli altri chiariscano la posizione perché l’appartenenza ad un partito non significa certamente calare sempre la testa ma occorre adeguarsi democraticamente alle scelte della direzione. Sono le regole e non si può applicarle a convenienza…
Il PD è da rifondare totalmente. Null’altro da dire. Quero e gli altri chiariscano la posizione perché l’appartenenza ad un partito non significa certamente calare sempre la testa ma occorre adeguarsi democraticamente alle scelte della direzione. Sono le regole e non si può applicarle a convenienza…
Iannello ,spiega ai Messinesi perchè prendi tutti questi voti ?
Ricordati il Papardo non è casa tua, sei solo un dipendente.
Iannello ,spiega ai Messinesi perchè prendi tutti questi voti ?
Ricordati il Papardo non è casa tua, sei solo un dipendente.