A rischio chiusura il rifugio di Serri, 25 i cani che rischiano di tornare sul territorio

A rischio chiusura il rifugio di Serri, 25 i cani che rischiano di tornare sul territorio

Emma De Maria

A rischio chiusura il rifugio di Serri, 25 i cani che rischiano di tornare sul territorio

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venerdì 09 Novembre 2012 - 10:10

Il volontario Giuseppe Naccari ha indirizzato una lettera indirizzata al Commissario Croce affinché l’amministrazione comunale conceda una struttura dove i randagi possano essere stabilmente ospitati in attesa di adozione

Cacciati perché indesiderati, costretti a lasciare il luogo che, dopo l’abbandono, era divenuto per 25 cani salvati dalla strada un piccolo angolo di paradiso, la certezza di un pasto caldo e di una carezza amorevole, per a tornare randagi sul territorio.
Sarà dunque costretto a chiudere Meticciolandia, rifugio sito in località Serri a Sperone: chi da mesi si oppone al permanere dei 25 ospiti all’interno del terreno gestito da Giuseppe Naccari, volontario che si prende amorevolmente cura dei randagi abbandonati, sembra aver vinto sul buon senso.
Vite che mani senza scrupoli non esitarono ad abbandonare sul ciglio di una strada e che altre mani, calde ed accoglienti, non esitarono a raccogliere strappandole ad un destino di morte e sofferenza.
Salvati da pericoli dai quali non sarebbero mai stati in grado di difendersi, oggi, ancora una volta, ai 25 trovatelli verrà imposto un destino da randagi.
Nonostante gli esemplari ospiti della struttura siano stati definiti dall’Asp competente “in ottimo stato di salute e nutrizione” sono fioccate, da parte di ignoti, numerose denuncie a carico di Naccari che hanno spinto il proprietario, sin dal marzo scorso, a chiedere la restituzione del terreno.
Malumori ed episodi di insofferenza da parte di alcuni residenti della zona, dove Giuseppe ed i suoi amici a quattro zampe risiedono ormai da quattro anni, in passato si erano già verificati.
Parole che, nell’ottobre 2010, hanno ceduto il passo all’azione più bieca e codarda: la morte per avvelenamento di sette di loro.
“Questa in contrada Spuria è la nostra quarta dimora – racconta Giuseppe – dimora che gestisco interamente a mie spese occupandomi dei cani ospiti, prendendomi cura di loro, nutrendoli e cercando di trovare una famiglia che li ami per tutta la vita”.
“Molti erano solo dei cuccioli quando li ho raccolti per strada, sono cresciuti in questo rifugio – spiega con amarezza – alcuni di loro porteranno per sempre sulla pelle i segni dei traumi subiti: non possono tornare su strada, per loro sarebbe morte certa”.
Stanco di continui traslochi e di vedere la vita dei suoi cani messa costantemente a rischio dalla crudeltà di alcuni “umani”, Giuseppe ha rivolto, in una lettera indirizzata al Commissario Luigi Croce, un accorato appello al Comune di Messina affinché l’amministrazione comunale conceda una struttura dove i randagi possano essere stabilmente ospitati in attesa di adozione.
“Da oltre 10 anni cerco una sistemazione; i cani di cui mi occupo sono tutti sterilizzati e con microchip del Comune – ricorda Naccari- per questo ho indirizzato una lettera al Commissario Croce: su di me pesa un provvedimento di sfratto ed il proprietario si dichiarato in più occasioni pronto a chiamare i carabinieri pur di costringermi ad abbandonare il terreno”.
Se Giuseppe non riuscirà ad ottenere una proroga dal Dipartimento Ambiente, in attesa di trovare nuova sistemazione, i cani che sino ad oggi ha accudito con amore ed abnegazione finiranno su strada, destinati ad accresce quella dilagante piaga di un randagismo che, salvo l’impegno di volontari come lui, nessuno pare intenzionato ad arginare seriamente.

Emma De Maria

2 commenti

  1. sono stata una volta in questo rifugio, i cani sono felici e ben curati… e comunque essendo cresciuti la, sul territorio non sarebbero nemmeno in grado di procurarsi il cibo, per non parlare che trauma dell’abbandono che andrebbero a subire per la seconda volta. Ho letto a suo tempo, con rammarico, della morte per avvelenamente di alcune delle bestiole che avevo avuto il privilegio di accarezzare. Privilegio si, perchè quel pomeriggio, ciò che io ho avuto da loro non assolutamente paragonabile alle poche carezze che hanno avuto da me. Mi hanno riempito il cuore d’amore.MI spiace non poterne prendere uno, avendo la casa già piena di bestiole trovatelle, ma mi fa male sapere che possono essere privati anche dell’unica famiglia che loro conoscono ed amano. Perchè i ragazzi che si occupano di loro li amano veramente e sono solo da ammirare.

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  2. Sono stata a visitare quella struttura qualche anno fa, i canuzzi erano felilci e ben curati. Ho passato un pomeriggio fantastico, quello che loro hanno dato a me non è minimamente paragonabile alle poche carezze che ho potuto dargli. Molti dei cani con i quali ho interagito non ci sono più, vittime innocenti della crudeltà dell’uomo. Non meritano queste anime di finire in strada ed essere sottratti all’unica casa che abbiano mai avuto ed alle uniche persone che li amano. I ragazzi si sacrificano molto, basta leggere qualche commento su FB per capire quanto amini quelle bestiole e quanto fanno per loro. Queste creature in strada, non sarebbero nemmeno in grado di procurarsi il cibo… andrebbero incontro a morte certa. Non so cosa si possa fare, ma ho la certezza di cosa non si debba fare: Non bisogna rimettere i cani sul territorio perchè sarebbe un secondo abbandono e loro, anche se a volte sfugge, hanno il core più grande del nostro e soffrono come noi se non di più.

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