La chiusura del festival con la consegna del Cariddi d’oro alla carriera alla grande attrice
TAORMINA – “Sei bellissima!”. “Anche lei!”. Con questo scambio di battute tra Sharon Stone e un fan nel pubblico si apre l’ingresso della diva alla serata finale della 70esima edizione del Taormina Film Festival.
La giornata è interamente dedicata a lei, dalla conferenza stampa mattutina, al red carpet pomeridiano circondato da un pubblico a lei affezionatissimo, fino alla grande premiazione serale: sul palco del Teatro Antico, Elvira Amata, assessora a Turismo, Sport e Spettacolo della Regione siciliana, le consegna il suo prestigioso Cariddi d’oro alla carriera.
Il legame con l’Italia
“Mi sento di dire umilmente grazie – commenta Stone – a tutti gli italiani sorprendenti con cui ho avuto la fortuna di lavorare, dal mio amico Bernardo Bertolucci che purtroppo non c’è più, a Dante Spinotti, Paolo Sorrentino e a tutti i sorprendenti cineasti italiani con i quali non ho ancora ma spero di lavorare. Grazie di cuore”.
Un legame speciale la unisce, infatti, all’Italia: “Di recente ho scoperto che le mie radici sono europee, non sapevo la storia del mio albero genealogico, pensavo di essere solo irlandese d’origine, invece ho avuto modo di far analizzare il mio Dna e sembra che in una qualche maniera voi mi siate appiccicati: ho origini italiane”.
Un legame che la porta a desiderare di trasferirsi in Europa e in Italia: “Potete assolutamente aspettare che trovi una casa qui nel mar mediterraneo!” continua.
Per questo motivo, ricevere sul nostro Teatro un premio così importante la rende orgogliosa: “Quando ci vengono assegnati dei premi alla carriera è perché si pensa di essere alla fine del secondo atto. Ma così come nella maggior parte dei bei film o delle pièce gli atti sono 3, anche nella mia carriera, alla fine del secondo atto, mi aspetto debbano arrivare ancora tante belle cose e spero che arrivino qui, in questa terra che amo molto”.
La mostra all’Ara Pacis
Sempre a proposito del suo rapporto con la nostra terra, l’attrice ha dato un annuncio speciale in conferenza stampa: “A novembre, il Comune di Roma mi ha offerto di tenere una mostra personale al Museo dell’Ara Pacis. Sto facendo di tutto affinché ogni cosa sia perfetta, io sono emozionatissima e spero ci sarete tutti! Mi sono sempre sentita un’artista a 360 gradi. Non solo attrice, ma scultrice, pittrice, scrittrice, ho preso lezioni di canto, senza troppi risultati, e di danza, con parecchie più soddisfazioni. Dipingo da sempre, qualsiasi cosa, anche gioielli. Ho fatto la modella mentre dipingevo, poi il lavoro di attrice è diventato troppo impegnativo e ho interrotto; per riprendere, infine, con il Covid. È un’occasione enorme per mostrare questo lato di me”.
Le difficoltà della vita
“Sono grata di essere qui. Semplicemente di essere qui, viva, di lavorare” afferma ancora. Non è stato facile, infatti, il percorso della diva – come racconta nel suo libro The Beauty of Living Twice – dopo la grave emorragia cerebrale per la quale nel 2001 ha rischiato di morire. Poi, ancora, nel 2022 il pericoloso tumore fibroide. “Mi sono dovuta fermare, sono stata in crisi, ma ora ho solo tanta voglia di fare e di vivere”.
La carriera
“Sì, mi aspettavo che Basic Instinct sarebbe diventato un cult mondiale!”: così risponde alla domanda postale dalla giornalista Elvira Terranova, conduttrice della serata. “Quando ho fatto il provino per il ruolo – spiega- non ho pensato di poterlo ottenere, ho fatto audizioni per 8 mesi, ho messo la sceneggiatura sul frigorifero e, ogni volta che volevo mangiare, richiudevo la porta ricordandomi di dover spogliarmi per il film, essere nuda. Dopo 8 mesi di questa vita, ho avuto il ruolo. La mia carriera mi ha dato moltissimo – prosegue – ma il risultato più soddisfacente in assoluto sono stati i rapporti che ho creato. Ho imparato che l’integrità artistica non cambia mai, così come non dovrebbero cambiare mai i valori per noi importanti”.
I diritti civili
Sharon Stone si occupa da anni di diritti civili (tra le tante, basti pensare alla sua attività trentennale per sostenere la lotta contro l’Aids). Da dove nasce questo senso del dovere? “Dal fatto che da piccola fossi sempre un po’ ribelle. Penso che molto spesso ci si assegnano dei compiti, ci si dice che dobbiamo essere qualcosa di particolare, questo qualcosa cambia a partire dal luogo da cui veniamo o dalla nostra cultura. Secondo me, invece, ognuno ha la libertà di essere chi vuole essere e il diritto di poterlo essere, dovendo ricevere come tutti gli altri un tetto, acqua, salute e dignità. Sento anche che Dio non fa errori, mentre gli esseri umani sì. Noi umani non possiamo scegliere, è Dio a farlo, noi dobbiamo accettare le sue decisioni con grazia. Chi ha l’opportunità di influenzare gli altri, chi è conosciuto, ha il dovere di essere responsabile”.
L’America
Non mancano le battute della Stone sulla condizione che la sua America sta vivendo: “Grazie a Dio non sono un politico. Ogni Paese affronta periodi difficili dove qualcuno vuole fare da padrone, e il popolo cerca di riprendersi il proprio paese con la forza o pacificamente. Io amo l’America e sono fiera di essere americana, ma provo molta paura per quello che stiamo affrontando. Vediamo qualcuno candidarsi basando il tutto sull’odio e sull’oppressione. Non siamo i primi né gli ultimi, ma voglio credere che gli Stati Uniti continueranno a difendere quei valori che li identificano: indipendenza, coraggio, dignità. E spero che gli altri Paesi sapranno aiutarci”.