Chi è Giovanni Arrigo e i dettagli del sequestro da 350 mila euro
MESSINA – Un terreno da 700 metri quadri a Paradiso, sei fabbricati a San Licandro, quattro Fiat e un motociclo Honda. Tutti nella sua disponibilità. Eppure per decenni il reddito dichiarato è stato risibile, in qualche anno pari a zero. Gli appartamenti di San Licandro, poi, se li sarebbe fatti costruire estorcendo il progettista e il costruttore.
Il sequestro
Ecco perché l’intero patrimonio nella disponibilità di Giovanni Arrigo è stato messo sotto chiave dai Carabinieri, qualche giorno fa, ed affidato all’amministratore giudiziario Gregorio Lo Giudice. Sarà lui a fare la ricognizione di tutto e presentarlo al Tribunale Misure di Prevenzione (presidente Micali) che dovrà valutare se confiscare o meno tutto, portandolo direttamente al patrimonio dello Stato. la data fissata per l’udienza è il prossimo 9 gennaio e a sostenere le ragioni di Arrigo ci sarà l’avvocato Domenico Andrè, suo difensore.
Il curriculum criminale
Alla base del provvedimento del giudice c’è la lunga fedina penale di Arrigo. Coinvolto nell’operazione Arcipelago, la maxi inchiesta che all’inizio del secolo ricostruì la mappa aggiornata delle famiglie cittadini, segnalando la crescita di importanza del clan di Giostra negli equilibri cittadini. Una “scalata” dovuta anche alla spregiudicatezza dei fratelli Minardi. A loro, Arrigo è stato legato per decenni a doppio filo.
Associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, rapina, furto, lesioni personali e detenzione illegale di armi le accuse che. tra il 1998 e il 2018, gli sono constate condanne diventate definitive. Contro di lui anche le dichiarazioni di alcuni importanti collaboratori di giustizia messinesi, che lo hanno qualificato come un esponente di spicco in particolare del mondo del traffico di droga.
Dopo un lungo periodo di carcere, nel decennio scorso Arrigo esce ma viola spesso le misure imposte per delinquere, scrivono i giudici nel decreto di sequestro. Fino al 2021, quando torna in carcere per estorsione: si è fatto consegnare somme di denaro, ripetutamente, da una impresa edile a lavoro proprio sui terreni di San Licandro. Lì, parte dei fabbricati diventeranno suoi. Senza alcun compenso. I carabinieri sono però arrivati qualche giorno fa a mettere i sigilli.
Per quella estorsione Arrigo è stato condannato in primo grado a 4 anni e 4 mesi di carcere. L’avvocato Andrè ha proposto appello contro la sentenza.