Politica

Siccità e crisi idrica, De Luca e Basile: “No alla guerra dell’acqua, ereditato uno schifo di rete “

di Marco Olivieri e Giuseppe Fontana

MESSINA – Cateno De Luca e Federico Basile respingono l’attacco: Messina non cede acqua a Taormina. Carte alla mano, i sindaci di Messina e Taormina si presentano in conferenza stampa lì, a Gazzi, dove c’è il serbatoio “incriminato” secondo gli attacchi politici. “Dal 2018 avviati i progetti per riparare una rete idrica che fa schifo. Una rete degli anni Cinquanta prima delle speculazioni edilizie a Messina nord. Da noi è partito il rilancio progettuale. Ma Messina paga i vecchi ritardi”, sostiene De Luca.

De Luca all’attacco partendo dalla “storia” di Messina

De Luca ha parlato della “speculazione edilizia” che ha causato che “una rete idrica che risale agli anni Cinquanta è stata allungata. Avete mai fatto i maccheroni, che si stirano? Così è stato fatto. Si è allungata quella rete idrica senza fare operazioni di distretto, come si chiama in maniera tecnica, che porta a creare dei punti di raccolta con la rete idrica collegata. La dinamica che si sta scontando oggi nella zona centro-nord è questa. La crescita urbana non è stata supportata bene a livello di reti fognarie e idriche. Soltanto negli anni Ottanta, con circa 25 miliardi, sono stati fatti alcuni interventi, ma le cose sono state lasciate com’erano e noi abbiamo ereditato questa situazione. Tutto ciò si ricollega a un fatto molto semplice che riguarda il punto di partenza del 2018, quando abbiamo parlato di acqua h24. Lo scenario per arrivarci è semplice, l’attuazione un po’ meno. Nel 2018 ci siamo ritrovati con un’erogazione media a Messina di 12-13 ore di acqua al giorno. Non c’era uno straccio di progetto per uscire da questo quadro, né finanziamenti. Tutto questo ha comportato un grande lavoro iniziato nel 2018 e portato avanti fino a ora”.

Basile parla degli investimenti

Poi Basile su fondi e siccità: “L’ultimo serbatoio che serve la zona nord è all’Annunziata e da lì in poi c’è un bel po’ di città. Tutto ciò risale a ultimi investimenti negli anni Ottanta, siamo nel 2024. Abbiamo detto più volte che non può bastare a supportare il carico richiesto dalla città. Per questo si è ripartiti dal 2018, ma c’erano 58 milioni di euro di debiti, scesi a 45 milioni nel 2021 e a 41 nel 2022. Il 28 per cento della massa debitoria scesa in cinque anni. Questo ci può consentire di avere una situazione migliore perché siamo passati da 12 ore di media a 18 ore. I miei predecessori hanno fatto un parco progetti di 99 milioni di euro di cui 35 milioni già finanziati. Ne abbiamo parlato tanto in questi anni e ci servono a migliorare ciò che non era stato fatto, progettando un sistema diverso e garantendo alla città fonti di approvvigionamento diverso. Il Montesanto 1 o la riduzione delle perdite ci avrebbero fatto comodo, lo stiamo facendo noi ora. Il problema della carenza dell’acqua è oggettivo, con questi strumenti, se già realizzati in passato, l’avremmo affrontata in modo diverso. Ribadisco che i 35 milioni di progetti che non c’erano e sono stati finanziati e sono in corso di realizzazione servono proprio a questo, ma potevano essere fatti 30 anni fa. Abbiamo oltre 55 milioni di euro di progetti presentati e che mi augurano saranno finanziati. Oggi, anche ieri, questi progetti dovevano avere la priorità rispetto a tante altre cose”.

De Luca contro Musumeci, Schifani e la Regione

E la parola è poi tornata a De Luca: “Abbiamo il 55% di dispersione dell’acqua. Il fabbisogno per Messina dovrebbe essere di 800 o 850 litri al secondo. Il parco progetto preparato è finalizzato proprio a questo: creare dei distretti, rifare la rete idrica, ma per risolvere il problema idrico ci vogliono dai 50 ai 60 milioni di euro. Su circa 100 milioni totali, 35 milioni di euro ce li hanno già finanziati dal 2019 a ora e i lavori in parte sono in corso e in parte stanno per iniziare. Il tema è: dove si prendono gli altri 55-60 milioni di euro?” Il sindaco di Taormina ha parlato di tutti i fondi persi dalla Regione, accusando soprattutto il precedente presidente Nello Musumeci. E ha proseguito: “400 milioni di euro persi per l’agricoltura e 700 milioni persi per approvvigionamento idrico privato. Persi dal governo Musumeci. Noi abbiamo avuto 25 milioni di euro per lavori in corso. Ma solo da Fondo sviluppo e coesione vengono i soldi. E in Sicilia da dieci anni non si investe. Serve oltre un miliardo di euro per la Regione e ne sono stati destinati solo 120 milioni. Su 300 milioni previsti dal Fondo sviluppo e coesione, 90 per i dissalatori, 120 per le dighe e solo 80-90 per l’efficientamento della rete idrica. Ma di questi 40 sono già vincolati e destinati ad Agrigento: significa che per i prossimi 5 anni noi avremo a disposizione 40 milioni per tutto il resto della Sicilia. Ma se solo a Messina ne servono 60, come si fa? A differenza di altri noi abbiamo i progetti già cantierabili”.

L’attacco al ponte: “Bisogna risolvere i problemi”

“De Luca aveva promesso l’acqua h24? – ha proseguito il leader di Sud chiama Nord – Sì, ma ci vogliono i soldi. E aggiungo un elemento, non arriveremo a risolvere il problema se questo governo non modifica l’Fsc”. Poi ha mostrato un modellino giocattolo del Ponte e ha attaccato Regione e governo: “Hanno preso 2 miliardi dai fondi Fsc per questo e non ci sono 60 milioni per sistemare il problema dell’acqua. Che dovremmo dire, che ci beviamo il ponte? Noi più che progettare e presentare tutto in ogni occasione, oltre 100 progetti e schede presentati, perché lo facciamo a ogni occasione. I messinesi lo devono avere presente questo: non è una guerra ma una constatazione. Chi amministra deve avere chiare emergenze, priorità e ciò che serve per lo sviluppo. Ma se non risolvo le prime lo sviluppo a cosa serve?”.