La maggioranza Musumeci va in frantumi e per evitare il peggio la Finanziaria viene stralciata. All'orizzonte ci sono le Regionali
A più di un anno dalle elezioni regionali dell’autunno 2022 la maggioranza Musumeci va in frantumi. E non si tratta solo del caso Razza che pure ha acuito fibrillazioni interne.
Finanziaria dimezzata
Vecchi vizi dell’Ars e nuove ambizioni hanno di fatto azzoppato una Finanziaria che già era approdata in Assemblea in modo tortuoso e sofferente. Alla fine lo strumento finanziario è stato votato con 35 voti favorevoli e 24 contrari, ma non è quello voluto dalla giunta Musumeci. Strada facendo, tra franchi tiratori, vendette trasversali e trabocchetti la Finanziaria approvata è dimezzata. E il problema è tutto in “casa Musumeci”. Mal di pancia tra alleati e la situazione in Forza Italia non ancora rasserenata hanno fatto sì che ogni norma venisse bocciata da veti incrociati e cecchini. Le dimissioni di Ruggero Razza hanno aperto un ulteriore fronte interno che rischia di ampliarsi visto che all’orizzonte del centro destra c’è la decisione sul candidato alle Regionali 2022.
Maggioranza in frantumi
Il voto sulla Finanziaria si è trasformato in una polveriera al punto che il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè ha sbottato: “La maggioranza non risponde più al governo, non siamo più in condizione di votare, è saltato il banco. Qualsiasi norma che metto al voto viene bocciata. Ne dobbiamo prendere atto e dovremo interrogarci sul perché siamo arrivati a questo punto: se dipende dalla classe dirigente, dagli errori fatti. Sono il primo che si deve interrogare”.
Ascari e vendette
A impallinare il governo infatti sono stati, complice il voto segreto, proprio gli alleati. Una situazione che ha spinto Miccichè, per “salvare” dai tiri incrociati una decina di articoli, a stralciare una parte, sottraendola quindi alla sicura bocciatura. Nel frattempo Pd e M5S hanno garantito il voto sulle tabelle per non far crollare tutta la Finanziaria e lasciare in vita lo stretto indispensabile. Lo stesso Musumeci ha tuonato contro gli ascari nella maggioranza.
La Waterloo di Musumeci
“Questa finanziaria è la Waterloo di Musumeci- sintetizza il Pd attraverso il capogruppo Giuseppe Lupo- È saltata la maggioranza, Musumeci alza bandiera bianca. Il governo regionale è al capolinea per ammissione del suo presidente”. Stessa posizione per Claudio Fava che evidenzia come siano stati i parlamentari del centro destra ad affossare le norme (in particolare quelle dell’assessore all’economia Armao): “La maggioranza non esiste più. Ragioni morali e sostanziali dovrebbero indurre il presidente Musumeci a prenderne atto e trarne le conseguenze chiudendo la sua esperienza di governo adesso. Nell’interesse di tutti”.
Pietra tombale
Duro anche il Movimento 5 stelle “La disastrosa Finanziaria falcidiata da voti contrari di parte della maggioranza, arrivata alla fine per il rotto della cuffia e nemmeno completa, è la plastica rappresentazione della fine del governo Musumeci, la pietra tombale su un esecutivo disastroso che non è riuscito a portar in porto nemmeno una riforma degna di questo nome”.
Servono assunzioni
Dal fronte della maggioranza interviene Elvira Amata, Fratelli d’Italia: “Questa non è una finanziaria di sviluppo perché non dobbiamo dimenticare che c’è un accordo Stato- Regione che limita in modo fortissimo il nostro lavoro e quindi questa finanziaria è come se fosse bloccata da alcuni paletti. Si parla tanto di rigenerazione, ma come si fa a parlare di rigenerazione se non si parla di nuove assunzioni di forze nuove e fresche? Non potendo fare questo restiamo inevitabilmente molto indietro. Il Governo e il Parlamento hanno cercato assieme di migliorare il testo per ottenere il possibile, viste le condizioni dettate dallo Stato. Penso al sostegno alle imprese, così come alle assunzioni di professionisti a tempo determinato che devono andare a supportare anche i comuni che soffrono della mancanza di tecnici per la progettazione e quindi ottenere i finanziamenti”.
Un pezzo di carta straccia
Interviene anche Danilo Lo Giudice (gruppo misto): “Non sono stato eletto per fare il pupo, ma per fare gli interessi dei siciliani. Certamente non per fare il pupo di una maggioranza che dopo mesi di lavoro in commissione e in aula pensa di poter risolvere i problemi veri dei siciliani con un pezzo di carta che non ha alcun valore. Un pezzo di carta che pretende di distribuire senza alcun criterio 250 milioni fra tutte, ma proprio tutte le possibili categorie produttive, professionali ed economiche. Se con 120 milioni siamo riusciti a dare appena 2000 euro a poche fortunate imprese, cosa potremo dare a centinaia di migliaia di potenziali beneficiari? La verità è che con questa finanziaria non abbiamo affrontato il vero nodo: quello dei ristori e degli aiuti economici di cui i siciliani e l’economia siciliana hanno bisogno. L’attendibilità dei dati sul bilancio sembra persino inferiore a quella dei dati sul covid! Ma sappiano che i cittadini non si faranno prendere in giro, anche perché i nodi verranno presto al pettine.”
La guerra in casa Musumeci
E per la verità i nodi, tutti interni alla maggioranza stanno già venendo al pettine. C’è fibrillazione in Forza Italia, dopo quanto accaduto nelle scorse settimane con lo scontro tra Miccicheiani e ribelli pertanto gli impallinamenti delle norme della Finanziaria sono inserite in una logica da “resa dei conti”. C’è poi la questione dell’ipotizzata ricandidatura di Musumeci nel 2022 (o del suo delfino Razza) resa complicata dall’indagine e non solo. Già da tempo i rapporti con Fratelli d’Italia non sono idilliaci e di mezzo si è messa la Lega a trazione Minardo che guarda (soprattutto con tutti gli ultimi ingressi) al centro moderato e al bacino di Forza Italia e non ha fatto mistero di voler ambire a dire la sua sul nome. Insomma, il conto alla rovescia è iniziato e la Finanziaria dimezzata, tirata per i capelli al foto finish è la prova che il percorso davanti sarà molto accindetato.
Ecco la Finanziaria
La Finanziaria 2021-2023 da 20 miliardi di euro passa quindi azzoppata, creando quindi nuovi malumori interni che avranno conseguenze nei prossimi mesi. Previste misure di sostegno in favore di alcune categorie particolarmente colpite, facendo ricorso prevalentemente a fondi extra regionali, che saranno utilizzati mediante la riprogrammazione, già avviata, delle risorse nazionali ed europee.
«Legge di stabilità e Bilancio – spiega il vicepresidente della Regione Gaetano Armao – mobilitano risorse per gli enti locali, le amministrazioni periferiche, i teatri, il mondo del sociale e tutto quello che vive attraverso l’intervento finanziario della Regione. In più, molti investimenti, la possibilità di rifinanziare i mutui, di assoggettare a un centro unico di committenza l’acquisizione di beni e servizi, la possibilità dell’assessorato all’Economia di governare e monitorare la spesa. Si rimettono in moto tutte le misure approvate nella scorsa Legge di stabilità e, in più, si mobilitano altri 250 milioni di euro, come il presidente Musumeci ha anticipato, ricavandoli dalla riprogrammazione dei Fondi europei».
Le norme di rilievo
Tra le norme di maggiore rilievo quelle che consentono la rigenerazione della Pubblica amministrazione, con 30 milioni di euro per l’assunzione di 300 laureati con contratto triennale per aiutare Comuni e Regione nella progettazione delle opere e negli adempimenti per la programmazione dei Fondi comunitari e nazionali e con la possibilità di aderire a “quota 100”. Altre disposizioni per i dipendenti regionali che vogliono andare in pensione anticipatamente (stanziati complessivamente 9 milioni di euro annui), oltre ai 52 milioni di euro per il rinnovo del Contratto di lavoro.
Sul fronte occupazionale si conclude, dopo un quarto di secolo, l’attesa dei lavoratori Asu impegnanti nella Pubblica amministrazione, con lo stanziamento di 10 milioni di euro per il 2021, oltre ai 39,4 milioni di euro già previsti come negli scorsi anni per il pagamento del sussidio e di 54 milioni di euro per il 2022 e altrettanti per il 2023.
Diversi i provvedimenti a sostegno delle categorie particolarmente colpite dalla crisi conseguenza dell’emergenza Covid-19. Alle cooperative di tassisti andranno 700mila euro per ciascuno dei prossimi tre anni; mentre alle imprese del settore noleggio con conducente con auto e autobus 7 milioni di euro. A sostegno delle imprese artigiane viene rimpinguato con 30 milioni di euro il Fondo gestito dalla Crias. Rifinanziati i Fondi per la disabilità e la non autosufficienza: 165 milioni di euro per quest’anno e 290 milioni di euro per il biennio 2022-2023. Approvato anche un contributo straordinario per i lavoratori stagionali dell’area turistico-alberghiera, grazie a 10 milioni di euro provenienti da fondi Poc. Attenzione al territorio e alla protezione dell’ambiente. Un Fondo di rotazione per l’urbanistica destina 500 mila euro ai Comuni per compensi a professionisti esterni o tecnici interni incaricati dell’elaborazione dei Piani urbanistici generali, dei Piani attuativi e degli studi di settore; un altro Fondo da 500 mila euro per conferire incarichi a progettisti ed esperti esterni alle amministrazioni comunali per l’istruttoria delle pratiche di sanatoria; un terzo Fondo da 500 mila euro per concedere anticipazioni senza interessi ai Comuni per le spese di demolizione delle opere abusive.
Inoltre, previsti oltre 650 milioni di euro in tre anni, in parte a valere sul bilancio regionale e in parte sulla riprogrammazione di risorse extra regionali, per interventi nel settore della forestazione.Istituito un Fondo di solidarietà dei Parchi archeologici siciliani e introdotto il principio secondo cui il 10 per cento delle risorse incassate dai ticket di ingresso deve essere versato in questo paniere dal quale attingeranno anche i Parchi di fondazione più recente per finanziare le spese di funzionamento, fruizione e valorizzazione.
Tra i provvedimenti rivolti alle fasce giovanili, le borse di studio previste per le scuole di specializzazione di area medica estese anche a quelle di area sanitaria, con uno stanziamento di 3 milioni di euro per il triennio 2021-2023; circa 24 milioni di euro in tre anni saranno i contributi in favore delle società sportive siciliane professionistiche, semi professionistiche e dilettantistiche, regolarmente iscritte ai campionati nazionali di serie A e serie B.“
Tutti a casa e andiamo ad elezioni per eleggere un vero Presidente…..!!!