Sentenza di colpevolezza, in primo grado, per l'imprenditori del cantiere navale di Giammoro, accusato di estorsione a un dipendente.
BARCELLONA – Si è chiuso con la condanna il processo in corso a Barcellona per Lino Siclari, ex patron di Aicon Yacht, e la sorella Barbara, imputati di un caso di estorsione a dipendente. Il giudice monocratico Anna Elisa Murabito li ha condannati a 3 anni e 4 mesi di reclusione e 600 euro di multa per estorsione in concorso ai danni di un dipendente della società.
La sentenza ha definito il procedimento di primo grado con la colpevolezza di entrambi ma non è un verdetto definitivo. Adesso il difensore, l’avvocato Gaetano Barresi, valuterà se chiedere ai giudici di secondo grado se riesaminare la vicenda, che risale al 2010.
Secondo la denuncia della vittima, un dipendente di Aicon Yacht di Pace del Mela, assistito dall’avvocato Bonaventura Candido, i due imprenditori lo avrebbero costretto a restituire parte dello stipendio, riducendolo da 1900 euro a 1500, con la minaccia di “metterlo in solidarietà”. Contestualmente era partita una contestazione ufficiale della società al lavoratore, in merito al controllo di alcune forniture, secondo l’Accusa e secondo il giudice “pretestuosa” e legata al tentativo di estorsione.