Pronta la rete nazionale del percorso nascita, pediatria ed emergenza urgenza. Il ministro Lorenzin ha scelto Messina per presentare le linee guida. In Sicilia sono 17 i punti nascita che dovranno chiudere. "Il nostro obiettivo è la sicurezza, non si chiude un punto nascita per motivi economici". Sull'Irccs-Piemonte conferma: "la sinergia a 3 è la migliore soluzione possibile"
Ha scelto la Sicilia, e Messina, per annunciare la nascita della rete nazionale di neonatologia, pediatria ed emergenza-urgenza. E non lo ha fatto per caso il ministro Beatrice Lorenzin, perché se questa rete adesso c’è, se ci sono e linee guida, se inizieranno i monitoraggi e gli interventi, è perché il 12 febbraio scorso il caso della piccola Nicole, morta in Sicilia a causa di un sistema malato, è rimasto nel cuore e nella memoria di chi ha il potere e la determinazione d’intervenire.
“Ero incinta di mia figlia e l’immagine dei genitori di Nicole non le scorderò mai” ha detto il ministro nel corso della conferenza stampa svoltasi alla presenza di uno staff nazionale che ha realizzato il documento conclusivo in tempi europei.
“L’obiettivo è la sicurezza- ha spiegato la Lorenzin- Quando un punto nascita viene chiuso non è per motivi economici, ma di sicurezza. Prima di essere ministro sono donna e madre e so che ogni madre vuol partorire in condizioni di assoluta sicurezza. Ho partorito in un ospedale che registra 5 mila parti l’anno, non ho avuto un trattamento particolare, ed è questo che io voglio per tutte le donne ed i bambini che nascono in Italia. Una rete che dia sicurezza a tutti, tenendo in considerazione il 118, i reparti, il percorso nascita, il punto nascita, la pediatria, l’emergenza urgenza pediatrica. Questa rete riguarda tutta l’Italia, perché le perplessità e i problemi incontrati in Trentino ci sono anche qui, ma è pur vero che in Sicilia c’è bisogno che questa rete operi con maggior forza e incisività”.
Dai dati emersi e confluiti nell’elaborazione delle linee guida sono state individuate le criticità ed i punti deboli, ma anche le soluzioni che passano necessariamente per il territorio, quindi dalle Regioni. Restando in Sicilia, per fare un esempio, dovranno essere chiusi 17 punti nascita e non per ragioni di soldi ma perché non garantiscono sicurezza né alle mamme né ai nascituri. Il ministro ha però istituito una Commissione nazionale che valuterà caso per caso le richieste di deroga alla chiusura. La soglia individuata quanto a numero di parti annui è di 500 (in futuro si punta a far arrivare la soglia a 1000 parti), al di sotto dei quali il punto nascita andrà chiuso perché non garantisce gli standard minimi. Ma ci sono condizioni particolari, come ad esempio la situazione delle vie d’accesso in alcune zone, come quelle montane o eccessivamente isolate, che saranno valutate per la concessione delle deroghe. “Non possiamo ragionare per campanilismi- ha spiegato Francesco Bevere, presidente dell’Agenas, l’agenzia nazionale della sanità- per quanto riguarda i punti nascita o i piccoli ospedali. Le reti sono importanti e la Sicilia ha collaborato molto in questo senso. Il tema è culturale, la domanda che ognuno di noi si deve porre è: il mio bambino voglio che nasca lì? Voglio accompagnare mia moglie in quella struttura?”. La soglia dei 500 parti l’anno è poco più di un neonato al giorno in un contesto che ha visto nel solo 2013 almeno 20 mila nascite in meno in tutta Italia.
Ecco perché, per dirla con le parole del ministro: “Non conta fare di più, ma fare meglio. Non sempre fare di più equivale a migliorare la prestazione. A noi interessa invece creare una rete efficace che dia risposte, le migliori possibili, dall’inizio alla fine del percorso. A maggior ragione nei casi di emergenza urgenza pediatrica”.
Ogni anno al Pronto soccorso arrivano 3 milioni di minori, dei quali lo 0,1% è un codice rosso ed il 10% codice giallo. Tutti gli altri sono codici bianchi o verdi. Ed è da questi dati che la rete non potrà prescindere. L’Agenas, insieme all’associazione delle ostetriche, alla Fims, alla società italiana ginecologia ed ostetricia, ha raccolto tutte le criticità presenti nel territorio ed elaborato linee guida che puntano non solo ad individuare percorsi nascita, di soccorso, assistenza ed emergenza urgenza in grado di garantire sicurezza, ma guardano anche alla formazione ed al ruolo nel territorio dei pediatri, delle ostetriche e dei medici di famiglia. Insomma non si tratta solo di indicare i trauma center ed i presidi da potenziare o quelli da commissariare o chiudere, quanto piuttosto di creare una vera e propria rete che accompagni mamme e bambini in tutte le varie fasi ed in ogni situazione.
Il documento sarà all’attenzione della Conferenza Stato-Regioni e poi diventerà operativo. Scatterà quindi il monitoraggio e la verifica, da parte delle Regioni, su quanto i presidi ospedalieri e le Asp faranno o meno in applicazione o meno delle direttive.
“Le linee guida sono estremamente chiare- ha spiegato l’esponente del governo Renzi- Partiamo dall’analisi della situazione attuale e poi procediamo con l’individuazione della rete d’intervento. Le strutture che non garantiranno i livelli standard, e questo non riguarda solo la rete neonatale o il percorso nascita, saranno commissariate. Voglio ricordare che già da luglio è in vigore la norma in base alla quale l’ospedale che in 3 anni non raggiunge quanto previsto dalla road map vedrà la sua dirigenza sostituita e sarà commissariato. Dopo gli atti d’indirizzo quindi c’è la fase del monitoraggio e dei controlli. Ormai siamo in grado di sapere in tempo reale, per fare solo un esempio, quante e quali prestazioni verranno erogate dalle aziende ospedaliere. Da questi dati, dalle 800 mila ricette italiane, noi abbiamo un quadro reale e contestuale di quanto accade”.
Infine la vicenda Irccs-Piemonte, che ha visto la Lorenzin protagonista sin dal dicembre 2014 quando incontrò la delegazione messinese a proposito dell’accorpamento tra il nosocomio del Viale Europa e il Neurolesi. Ai cronisti il ministro ha confermato quanto più volte dichiarato nei mesi scorsi e cioè la condivisione del percorso “Siamo favorevoli alla fusione, il nostro obiettivo è curare le persone nel miglior modo possibile, quindi ben vengano le aggregazioni e le sinergie. Dal potenziamento delle due strutture verrà fuori una realtà migliore. Questo riguarda sia l’Irccs che il Piemonte con il Pronto soccorso generale e l’Università. Una rete a 3 che non può che migliorare il modo di garantire l’assistenza”.
Rosaria Brancato
C’è da esultare. Da cittadino messinese mi sento onorato ed orgoglioso che la ministra Lorenzin abbia scelto proprio Messina per “annunciare la nascita della ..rete nazionale di neonatologia, pediatria e di emergenza-urgenza”. Dopo l’orgoglio di aver dato i natali ad Antonello, aver ospitato la conferenza preparatoria per la Comunità Europea, l’intitolazione del prestigioso progetto “bridge Messinà Type”…adesso, passeremo alla storia per questo ANNUNCIO. Non poteva scegliere di meglio: la città degli annunci, la città dei…”buddaci”.
C’è da esultare. Da cittadino messinese mi sento onorato ed orgoglioso che la ministra Lorenzin abbia scelto proprio Messina per “annunciare la nascita della ..rete nazionale di neonatologia, pediatria e di emergenza-urgenza”. Dopo l’orgoglio di aver dato i natali ad Antonello, aver ospitato la conferenza preparatoria per la Comunità Europea, l’intitolazione del prestigioso progetto “bridge Messinà Type”…adesso, passeremo alla storia per questo ANNUNCIO. Non poteva scegliere di meglio: la città degli annunci, la città dei…”buddaci”.
gente senza laurea e quindi senza valia di studiare che fa il ministro e viene invitata ala buddax università , i cui rappresentanti non si vergognano neanche un po ahaha
gente senza laurea e quindi senza valia di studiare che fa il ministro e viene invitata ala buddax università , i cui rappresentanti non si vergognano neanche un po ahaha
lorenzin chi?va vi rendete conto a che gente avete messo in mano questo paese?un ministro della sanità che non è neppure un medico,come dire che per fare il chirurgo basta essere carpentiere.dio abbia pietà di noi
lorenzin chi?va vi rendete conto a che gente avete messo in mano questo paese?un ministro della sanità che non è neppure un medico,come dire che per fare il chirurgo basta essere carpentiere.dio abbia pietà di noi
Già. …con in giro gente come lei. Dasempre i ministri devono essere politici, i tecnici fanno un altro mestiere. Che medico ci metterebbe a ministro. un anestesista o un radiologo o un dentista o un generico o uno dellinps o un ortopedico ecc ecc. Mah
Già. …con in giro gente come lei. Dasempre i ministri devono essere politici, i tecnici fanno un altro mestiere. Che medico ci metterebbe a ministro. un anestesista o un radiologo o un dentista o un generico o uno dellinps o un ortopedico ecc ecc. Mah
Sono d’accordo, ma se il ministro non viene a Messina dove li prende i voti l’NCD di Alfano, a Gerusalemme?
Sono d’accordo, ma se il ministro non viene a Messina dove li prende i voti l’NCD di Alfano, a Gerusalemme?