La struttura inaugurata nel febbraio 2014 ha dovuto chiudere battenti nel novembre 2015 e da allora non ha più riaperto, nonostante le tante rassicurazioni che si sono susseguite in questi mesi. Il servizio continua presso l'Istituto Collereale ma è tutto sulle spalle della coop Santa Maria della Strada perché il Comune non eroga alcun finanziamento.
Che fine ha fatto la Casa di Vincenzo? Che fine ha fatto quella casa diventata il simbolo sbandierato in ogni occasione dal sindaco Accorinti come un importante successo raggiunto? Chiusa. Da quasi 7 mesi. Era il 6 novembre scorso quando il dormitorio per senzatetto chiudeva battenti a causa delle pessime condizioni igienico-sanitarie in cui versava. Pulci, topi, blatte avevano reso la struttura totalmente inadeguata all’accoglienza dei clochard che avevano trovato nella casa di Vincenzo un letto, una doccia calda, un luogo caldo e sicuro dove trascorrere la notte. Non erano bastate le disinfestazioni effettuate, serviva un intervento più massiccio per ripristinare degne condizioni di vivibilità e rendere la struttura ancor più accogliente e ospitale. Nel frattempo sono trascorsi 7 mesi e la Casa di Vincenzo non ha più riaperto. Il servizio per fortuna è stato assicurato grazie all’impegno e alla buona volontà della cooperativa Santa Maria della Strada di padre Francesco Pati, che fin dal principio si era occupata dell’accoglienza dei senzatetto nel rifugio per la notte allestito al primo piano degli ex Magazzini Generali. È stato proprio padre Pati, sette mesi fa, ad individuare una soluzione alternativa per non lasciare letteralmente in mezzo alla strada i senzatetto ospiti della Casa di Vincenzo. Di fronte al silenzio del Comune, padre Pati aveva trovato la disponibilità dell'Istituto Collereale e lì fu allestito il dormitorio in attesa di quegli interventi necessari per riaprire la struttura. Oggi però non è cambiato assolutamente niente e quella che doveva essere una soluzione tampone è diventata l'unica alternativa per continuare a garantire il servizio. Ovviamente senza più alcun aiuto economico dal Comune. Da novembre, infatti, è tutto sulle spalle della cooperativa Santa Maria della Strada. A causa della mancata approvazione del bilancio, Palazzo Zanca non ha più corrisposto i circa 7 mila euro mensili che servivano per gestire l'accoglienza, pagare le utenze e il personale impegnato nella struttura. Ma quel che è peggio è che non vi è nessuna certezza su quando l'amministrazione Accorinti tornerà ad occuparsi della Casa di Vincenzo, a cominciare proprio dai fondi necessari per farla funzionare. Gli interventi di sistemazione, infatti, sono stati effettuati, l'assessore Nina Santisi nei mesi scorsi aveva garantito che la struttura avrebbe rispetto prima a fine gennaio, poi a fine marzo. Nel frattempo siamo arrivati a giugno e padre Pati conferma senza mezzi termini di non aver più avuto notizie da Palazzo Zanca. Con enormi difficoltà il servizio però andrà avanti, su questo padre Pati non ha dubbi. A questo punto dovrebbe essere l'amministrazione Accorinti a dire cosa vuol fare di quella casa che era simbolo vero della vicinanza agli ultimi e che rischia di diventare un altro fallimento.
Nei giorni scorsi anche il consigliere comunale Libero Gioveni aveva scritto al sindaco per chiedere notizie sulla riapertura della struttura, ad oggi però anche per lui ancora silenzio.
Francesca Stornante
Ecco un’altro bluff di Accorinti che tanto si pavoneggiava per il “successo” raggiunto. Non ne ha azzeccata una ed anche gli assessori nominati dallo scalzo che poveracci si sono trovati con un incarico gravoso in salita.Sarebbe dignitoso che lasciassero i posti occupati ad altri che possibilmente sappiano da dove cominciare, perchè questi attuali, dopo 3 anni, ancorano si preparano a capire da come cominciare.
Ecco un’altro bluff di Accorinti che tanto si pavoneggiava per il “successo” raggiunto. Non ne ha azzeccata una ed anche gli assessori nominati dallo scalzo che poveracci si sono trovati con un incarico gravoso in salita.Sarebbe dignitoso che lasciassero i posti occupati ad altri che possibilmente sappiano da dove cominciare, perchè questi attuali, dopo 3 anni, ancorano si preparano a capire da come cominciare.