Oggi la città festeggia la sua Patrona. Inaugurata nel 1934, la stele votiva è ormai divenuta uno dei simboli della Messina moderna e punto di riferimento per i naviganti sullo Stretto
E’ ormai uno dei simboli della storia del traghettamento sullo Stretto. Tanti i viaggiatori che, entusiasti per l’arrivo o malinconici per un precoce addio, le hanno dedicato almeno una volta il proprio pensiero. E’ la “Madonnina” del porto di Messina che dalla estremità della penisola falcata di San Raineri “saluta” ininterrottamente da quasi ottant’anni le navi in transito e la città su cui si affaccia. Posta su una stele votiva alta trentacinque metri, la statua venne inaugurata il 12 agosto 1934 e venti anni dopo, il 16 settembre del 1954, solennemente incoronata. L’imponente monumento, dall’altezza complessiva di circa sessanta metri considerando il bastione “S. Anna” sul quale a sua volta poggia, fu fortemente voluto dall’arcivescovo del tempo, mons. Angelo Paino, che affidò la sua progettazione all’ing. Francesco Barbaro, direttore dell’ufficio tecnico arcivescovile.
La rappresentazione sacra, alta sette metri, fu invece modellata dall’artista messinese Tore Edmondo Calabrò, il quale ha raffigurato la Beata Vergine nell’atto di benedire con la mano destra e reggente nella mano sinistra la lettera che la Protettrice di Messina, si tramanda, consegnò alla delegazione peloritana andata a renderle omaggio in Palestina nell’anno 42 (secondo la tradizione l’incontro avvene proprio il 3 giugno). Vos et ipsam civitatem benedicimus: sono le parole finali della missiva trascritte oggi sul basamento.
La stele fu illuminata per la prima volta con un sistema ad onde radio ultracorte, ideato da Guglielmo Marconi, che permise al Pontefice di allora, Papa Pio XI, di attivare l’illuminazione direttamente da Castelgandolfo. La colonna votiva fu in seguito riilluminata, ripetendo il gesto di Pio XI, da un altro Papa, Pio XII, che il 13 agosto 1947 solennizzò la conclusione dei lavori di riparazione dei danni che la Madonnina subì durante il secondo conflitto mondiale.
Altra “tappa” storica è la data del 16 settembre del 1954 – ricorrenza del 16 settembre 1571, giorno in cui dal porto di Messina partì la flotta cristiana che sconfisse a Lepanto le potenze musulmane – allorquando il cardinale di Palermo, Ernesto Ruffini, procedette alla sua nuova incoronazione.
La scultura, intimamente composta di rame e bronzo, fu “riavvolta” nel 1998 dall’antica doratura in oro zecchino dopo approfonditi lavori di restauro che ne interessarono l’armatura portante, unitamente al consolidamento dell’intera stele curato dalla Soprintendenza ai beni culturali. Nelle ultime settimane del 1999 la colonna ospitò un grande orologio che scandì il count-down verso il nuovo millennio.
Recenti interventi di restauro hanno infine riguardato il bastione S. Anna (del XI secolo), appartenente a quella affascinante fortezza cinquecentesca posta a protezione del bacino portuale che è il forte San Salvatore. Nelle intenzioni delle Istutizione locali la riconversione della struttura, ancora lungi da venire, in un grande museo dedicato al mare e alla navigazione sullo Stretto. Frattanto “Lei”, ne siamo certi, sarà ancora lì, a vegliare sulla città.
Ecco un cantico popolare alla Madonna della Lettera di un anziano Messinese.
“Chi siti bedda Nobili Rigina, chi siti bedda cu sta littra a Manu
Vui siti a putrittrici di Missina e siti l’avvucata ginirali.
Un capiddu ni dastu pi catina, lu cori ni vulistu ‘ncatinari,
sa chi vi dicu. “La Nobili Rigina”, a li divoti soi nun li bannuna.
E ludamila cu lligrizza Viva Maria e la Sacra Littra
E pi sempri sia ludata, Viva Maria nostra avvucata.”