Mario Crottogini oggi si è chiuso in una bara in mezzo al cimitero di San Filippo per alzare la voce contro le angherie burocratiche che tante famiglie sono costrette a subìre per riuscire a dare degna sepoltura ai propri cari. La salma di suo cognato, scomparso due anni fa, attende ancora un posto al cimitero di S. Filippo ed è ancora in sistemazione provvisoria.
Si è steso in una bara e si è sistemato in mezzo al cimitero di San Filippo perché forse solo così riuscirà ad attirare l’attenzione dell’amministrazione comunale e degli uffici di Palazzo Zanca. Mario Crottogini, che non è certo nuovo a proteste singolari e caratteristiche, oggi ha scelto un modo estremo per alzare la voce contro le angherie burocratiche che centinaia di famiglie sono costrette a subire e affrontare nei momenti più dolorosi della vita. Perché a quanto pare non basta il dramma della morte di un figlio, di un genitore, di un fratello, ma ci si mettono di mezzo le lungaggini e le storture della burocrazia a rendere tutto più difficile.
Mario Crottogini si è chiuso in una bara da cittadino e non da consigliere della II Circoscrizione, ha voluto raccontare la storia della sua famiglia che oggi era intorno a lui, ma ha deciso di intraprendere questa battaglia a nome di tutti quei cittadini che vivono la stessa situazione.
“Due anni fa è morto mio cognato, aveva solo 43 anni e potete immaginare cosa ha significato per la mia famiglia questa assurda perdita. Al cimitero di San Filippo non c’erano posti per seppellirlo e allora fu sistemato nel deposito del Gran Camposanto. Non poteva però restare lì più di due mesi e allora ci proposero una soluzione provvisoria che ci è costata più di 3 mila euro e che prevedeva la sistemazione della salma in una delle celle in resina realizzate agli ex giardinetti del cimitero centrale. Ci assicurarono che sarebbe rimasto lì poco tempo. E invece sono trascorsi due anni. Ci dissero che dovevamo aspettare il bando per l’assegnazione dei posti a San Filippo, ma nessuno ci avvisò di quello che uscì pochi mesi dopo la morte di mio cognato. A maggio scorso il Dipartimento cimiteri ne ha pubblicato un altro e pensavamo di essere vicini alla soluzione, ma ci siamo sentiti dire che avranno la precedenza le salme attualmente in deposito. Non ce la facciamo più e abbiamo deciso di alzare la voce sperando che questo possa servire”.
Crottogini racconta di condizioni igienico sanitarie pessime, racconta di odori nauseabondi che adesso con l’arrivo dell’estate non faranno altro che peggiorare. “Lo scorso anno in estate non siamo riusciti neanche ad andare a far visita alla tomba di mio cognato perché stare in quel luogo era impossibile”.
Crottogini si chiede se bisogna essere raccomandati anche da morti perché è assurdo che dopo due anni una salma non abbia ancora potuto trovare degna sepoltura. “I morti non votano” commenta amaramente ricordando ad amministratori e dirigenti che dietro ogni persona c’è una storia, una vita e una dignità che non può essere calpestata in questo modo. Soprattutto quando si tratta di persone che non ci sono più.
“Dagli uffici ci hanno detto che ci chiameranno a settembre ma noi chiediamo che subito ci venga almeno assegnata la cella al cimitero di San Filippo” dice Crottogini che approfitta di questa protesta per chiedere anche l’ampliamento dei cimiteri suburbani per evitare che episodi di questo genere si continuino a verificare. Da quella bara dice basta a queste angherie e promette che non si fermerà. Per suo cognato e per tutti i defunti che come lui non hanno ancora trovato una degna e definitiva sepoltura.
Francesca Stornante
signora Stornante,con rispetto per il defunto,ma il fratello ha mai chiesto allo scauzu se per caso puo’ avere un loculo in Tibet?
signora Stornante,con rispetto per il defunto,ma il fratello ha mai chiesto allo scauzu se per caso puo’ avere un loculo in Tibet?
IN TIBET LLI BRUCIANO QUI GLI FANNO LA FESTA. ECCOME GLI FANNO LA FESTA DOPO MORTO IL BISCHERO FIORENTINO A ROMA HA PROVVEDUTO ANCHE PER LORO HA AUMENTATO LE TASSE. DOPO MORTI.
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