Periferie, turismo, Università e Waterfront le priorità per il segretario provinciale
MESSINA – La parola chiave è sviluppo. In una città da rilanciare, per Domenico Siracusano, segretario provinciale di Articolo Uno, il centrosinistra deve offrire un incisivo programma di rilancio. Il segretario è stato appena rieletto dal congresso all’unanimità e scommette su una coalizione “coesa e appassionata”.
Ai tavoli del centrosinistra, a volte attraversati da turbolenze, Siracusano ha sempre creduto nella possibilità di presentare un’ampia aggregazione progressista per le prossime amministrative. Un progetto ora concretizzatosi, con Franco De Domenico candidato a sindaco di Messina.
Segretario, a sinistra, c’è chi, come i fautori della lista Messina in Comune con Luigi Sturniolo candidato, non condivide l’alleanza con il Partito democratico…
«Noi crediamo che, a livello locale, si debba dare priorità all’interesse delle comunità. Le divisioni nazionali e internazionali sono tante. Noi siamo usciti dal Pd qualche anno fa. Di conseguenza, anche noi non manchiamo di criticare questo partito. Però siamo in coalizione a Roma, a Palermo e pure a Messina. In particolare, qui, l’alleanza con il Partito democratico non segue logiche nazionali».
In che senso?
«Noi abbiamo trovato una quadra in relazione alle emergenze che vive la città. Partendo da quest’esigenza, siamo riusciti a costruire una vasta aggregazione. Qualche realtà non vi fa parte ma la maggioranza di pezzi della sinistra, dei movimenti e del centrosinistra sono dentro. Un’aggregazione ampia perché questi anni sono stati drammatici. Non a caso, più volte, abbiamo parlato di emergenza democratica a Messina. La consapevolezza, con le forze democratiche e progressiste, è stata proprio questa: abbiamo sentito il dovere di offrire un’alternativa per la nostra città».
Quali sono i punti di forza della candidatura di De Domenico?
«Franco De Domenico ha dimostrato, prima negli incarichi professionali e poi in ambito politico, di essere una persona pragmatica. Una persona dotata di capacità d’ascolto. In questi primi passi, lo ha pure dimostrato nei confronti di tutta la coalizione. Ne sono convinto: da sindaco, De Domenico saprà ascoltare la città. Saprà mettersi in contatto con le sue necessità».
Se dovesse riassumere il vostro progetto come lo descriverebbe?
«Realizzeremo insieme un programma che punti a salvaguardare lo sviluppo di Messina. Il primo problema di Messina è proprio quello di attivare politiche che promuovano lo sviluppo».
Quali sono le priorità?
«Bisogna recuperare il rapporto con il mare. Il mare a Messina è sempre stato negato. È stata più una barriera che un’opportunità. Il mare può significare valorizzare la cantieristica, la pesca e favorire la fruizione di alcune zone negate. Ma anche le zone negate, come quelle del Waterfront, ad esempio, devono essere proiettate in un’ottica di sviluppo. Noi crediamo che tutte le iniziative politiche e amministrative per la città debbano avere questa prospettiva. Qualsiasi cosa deve guardare allo sviluppo».
Un’altra necessità?
«Riteniamo che si debba riconquistare la coesione sociale. C’è un tema enorme: quello delle periferie. Per molte bambine e bambini nascere in un quartiere o in un altro significa subire un gap che si portano per tutta la vita. E ciò non è degno di un Paese civile. Per lottare contro quest’ingiustizia, dobbiamo mettere al centro dell’amministrazione la scuola. La scuola deve essere sostenuta davvero dalle istituzioni e rimanere aperta di pomeriggio. Per raggiungere questo obiettivo, servono investimenti anche da parte dell’amministrazione comunale».
Qual è il vostro giudizio sull’amministrazione De Luca?
«Questi sono stati anni in cui si è dimenticata la funzione principale della politica: offrire una visione strategica della città. Messina potrebbe essere ma non è una città universitaria. Messina potrebbe essere ma non è una città di mare. Messina potrebbe essere ma non è una città turistica. E non è neppure una città dei servizi. Noi pensiamo che queste vocazioni potrebbero dare una prospettiva seria di sviluppo alla città. Potrebbero fare tornare tante ragazze e ragazzi che stanno cercando altrove la loro fortuna».
Avrete una vostra lista come Articolo Uno?
«Stiamo lavorando a una lista aperta anche a contributi esterni. Ci muoviamo sempre in un’ottica di aggregazione. Vogliamo dare rappresentanza a tutti i pezzi di questa città non rappresentati da Pd e Movimento 5 Stelle».
Pensate di riuscire a intercettare chi potrebbe asternersi in assenza di una proposta politica valida?
«Noi, in questi anni, ci siamo dati una missione: offrirci come infrastruttura al campo progressista. Missione che il nostro partito dovrebbe avere anche a livello nazionale. Ci sono tanti pezzi del mondo giovanile, della scuola, del lavoro, che non vengono rappresentati dagli altri partiti. Chi sta a sinistra deve porsi il tema della rappresentanza di tutti quei pezzi che rimangono emarginati dalla scena politica. Di conseguenza, bisogna offrire un’offerta politica all’altezza dei bisogni del territorio».
Con la deputata Maria Flavia Timbro, riuscite a fare lavoro di squadra per affrontare emergenze e problemi?
«Lei è la nostra rappresentante in Parlamento per Articolo Uno in Sicilia, Insieme, siamo impegnati in tante situazioni difficili. Stiamo seguendo le vicende dei lavoratori della Blu Jet e del punto nascita di Sant’Agata Militello. In generale, proviamo a recepire le istanze del nostro territorio».
Città e provincia torneranno a mostrare interesse per il mondo progressista?
«Dipende da noi. Puntiamo a proporre un’alternativa che raccolga la sfida di tenere insieme occupazione, ambiente e salute. Mi riferisco all’area industriale di Milazzo ma è un argomento centrale ovunque. La sfida della rappresentanza giovanile, le diseguaglianze sociali e il tema dei diritti sono per il nostro partito tre punti fondanti. Ci sono le condizioni per aprire una fase nuova anche a Messina. Noi uniamo le forze per raggiungere questo obiettivo».