"Una giornata per la pace" voluta dal Pontefice. Tante le iniziative anche a Messina

“Una giornata per la pace” voluta dal Pontefice. Tante le iniziative anche a Messina

Eleonora Corace

“Una giornata per la pace” voluta dal Pontefice. Tante le iniziative anche a Messina

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domenica 08 Settembre 2013 - 09:27

Contro lo spettro dell'attacco USA in Siria e le violenze che continuano a insanguinare il paese del Medio Oriente a causa di una feroce guerra civile, una giornata di digiuno e preghiera. L'aveva chiesto Papa Francesco e in tanti hanno accolto l'invito - cattolici, buddhisti e laici - anche a Messina.

“Sia il 7 settembre, vigilia della ricorrenza della Natività di Maria, Regina della Pace, una giornata di digiuno e di preghiera per la pace in Siria, in Medio Oriente, e nel mondo intero”. L’appello di Papa Franscesco per la pace in Siria e Medio Oriente è stato raccolto in tutt’Italia, dalle comunità cattoliche, ma non solo. Tante le iniziative che hanno costellato la giornata di ieri anche a Messina. Tutte incentrate sulla tragica situazione che sta vivendo la Siria, con qualche accenno allo spettro di un intervento degli Stati Uniti. Il presidente Obama ha, infatti, più volte minacciato di attaccare il paese del medio oriente anche senza il consenso dell’Onu. Il mondo, dunque, guarda alla Siria con preoccupazione,ma dopo l’invito del Papa, anche con pietà se non addirittura affetto. Ieri è durata quattro ore la veglia per la pace a Piazza San Pietro, dove il Pontefice ha dichiarato: “La guerra segna sempre una sconfitta per l'umanità", è un fallimento, porta solo morte e parla di morte".

Variegata la geografia degli eventi organizzati quasi in contemporanea con le iniziative della Capitale, nella nostra città. Dal fronte religioso si è registrata una grande mobilitazione delle parrocchie, ma anche di collettivi che non appartengono alla fede cattolica, bensì alla religione Buddhista. Nella Chiesa di San Francesco, sul viale Boccetta, la Piccola Comunità Nuovi Orizzonti si è riunita intorno a padre Felice Scalia, per invocare la pace. L’Arcidiocesi di Messina Lipari S. Lucia del Mela ha voluto offrire alla comunità l’occasione di una veglia di preghiera comunitaria, che ha avuto inizio alle 21 nella Parrocchia di Santa Caterina, in via Garibaldi.

Originale flash mob buddhista, invece, sotto il Municipio dei Caduti a Piazza Unione Europea. "L’Unione Buddista Italiana, in questo momento in cui le voci di guerra sembrano sovrastare le voci di pace, si unisce nel silenzio della meditazione e della preghiera all’appello che S. S. Papa Francesco ha rivolto a tutti gli uomini e le donne di buona volontà per accendere una luce di speranza nella risoluzione di un conflitto che già ha pagato il tributo di migliaia di vittime. L’UBI invita i praticanti buddhisti nel nostro paese a partecipare e organizzare, sabato 7 settembre, momenti e veglie di preghiera in unione con le altre confessioni religiose per testimoniare la comune volontà di risolvere pacificamente i conflitti. L’insegnamento del Buddha ha sempre sostenuto la pratica della non violenza e dalla compassione nei momenti in cui tutto sembra perduto e la guerra l’unica soluzione”. L’evento è stato promosso dal Shakyamuni Study Group – Gruppo di studio di Buddhismo Tibetano di Messina. Nelle intenzioni degli organizzatori voleva essere “Un momento comune, a prescindere dalla propria fede o appartenenza politica, di condivisione, riflessione, meditazione e preghiera per manifestare pacificamente il dissenso verso ogni tipo di guerra o violenza verso i popoli”. Nel corso del flash mob sono stata proiettate sul marmo del Monumento ai Caduti delle immagini di guerra e di pace, e poi è stato realizzato a terra con dei lumini il simbolo della pace. “Non è un’iniziativa contro, ma per la pace. Essere contro qualcosa non serve a nulla” – spiega Guglielmo Marglio, rappresentante del gruppo – ci sembrava doveroso rispondere all’appello del Pontefice ed invitare qui stasera non solo i membri della comunità buddhista di Messina, ma tutti i cittadini di ogni credo”.

Dal fronte politico: scende in piazza la federazione provinciale di Forza Nuova, con un banchetto organizzato Cairoli. In questo caso le istanze pacifiste lasciano il posto all’opposizione all’eventualità dell’intervento statunitense nell’ottica della sovranità dei popoli. Il coordinatore provinciale di Forza Nuova Messina Rosario Gambacorta dichiara: “E’ un dovere essere fermamente contrari all’atteggiamento guerrafondaio degli Stati Uniti d’America, ma il popolo siciliano dovrebbe sentire ancor più sviluppare questo sentimento, perché la nostra Patria viene ancora offesa dalla presenza delle note basi americane e dello scempio del MUOS di Niscemi”. Momenti di attrito si sarebbero verificati nel corso della manifestazione a causa dell’intervento di israeliani che hanno staccato dal banchetto di FN simboli e bandiere Siriane. L’evento ha acceso anche una piccola polemica. Il presidente Arcigay, Rosario Duca, non ha gradito l’autorizzazione all’iniziativa espressa dal Comune, per i reiterati contenuti omofobi di cui Forza Nuova si è fatta portavoce negli anni. Alza le spalle il Sindaco Accorinti, che sottolineando che non compete a lui rilasciare simili autorizzazioni, commenta: “Se non fanno nulla di incostituzionale, non gli si può impedire di esprimersi”.

Dal polo opposto, interviene il circolo Peppino Impastato di Rifondazione Comunista Messina. “Il territorio siriano fa gola agli yenkees per motivi strategici, economici e militari – accusa Rifondazione. Il governo nostrano in questa situazione non può rimanere “neutrale”, aspettando l’Onu per poi seguire fedelmente i suoi alleati transatlantici. Riteniamo invece che ci sia bisogno di una presa di posizione politica netta e di chiara contrarietà all’intervento armato USA e la richiesta del disarmo totale dei ribelli siriani, per una soluzione politica del conflitto e per l’indipendenza della Siria dalle potenze occidentali. Il nostro paese non può essere complice dell’ennesima guerra dis-“umanitaria”. Il Partito della falce e martello chiede, infine: “Nessun intervento militare in Siria, il blocco dei lavori per il Muos di Niecemi e Il divieto di utilizzo da parte degli americani delle basi che avrebbero a disposizione, da Sigonella a Vicenza, e la loro dismissione". Cristiani e buddhisti, attivisti da destra a sinistra e semplici cittadini, si sono mobilitati nell’intera nazione contro una guerra che minaccia di far esplodere l’intero Mediterraneo. Tutti declinando il loro “no” al conflitto attraverso i rispettivi punti di vista. Ora gli occhi restano puntati verso il Medio Oriente.

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