Cinque indagati per il pizzo imposto da Cosa Nostra barcellonese

Cinque indagati per il pizzo imposto da Cosa Nostra barcellonese

Cinque indagati per il pizzo imposto da Cosa Nostra barcellonese

Tag:

mercoledì 05 Ottobre 2011 - 12:19

La Dda ha chiuso le indagini dell'operazione "Sistema 2" sulle estorsioni da parte della famiglia mafiosa di Barcellona. Indagati due boss, un collaboratore di giustizia e l'ex presidente dell'Ance di Messina, Carlo Borrella.

I sostituti della Dda Giuseppe Verzera ed Angelo Cavallo hanno chiuso le indagini dell’operazione “Sistema 2” riguardante le estorsioni ad imprenditori costretti a pagare il pizzo alla famiglia mafiosa di Barcellona. A conclusione delle indagini sono cinque gli indagati dell’inchiesta condotta dalla Squadra Mobile. Si tratta del reggente di Cosa Nostra barcellonese, Carmelo D’Amico, 40 anni, del boss dei “mazzarroti” Tindaro Calabrese, 37 anni e dell’imprenditore catanese, Alfio Giuseppe Castro, da tempo divenuto collaboratore di giustizia tutti. I tre furono arrestati il 6 aprile scorso. Il provvedimento ha raggiunto anche l’ex presidente dell’Ance Messina, l’Associazione dei costruttori edili, Carlo Borella per favoreggiamento aggravato di associazione mafiosa ed il geometra Biagio Raffa, ex dipendente dell’impresa “Demoter”. A D’amico, Calabrese e Castro la DDA contesta il reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso, episodi avvenuti tra il 2007 ed il 2008 tra Villafranca e Milazzo. Le indagini scattarono grazie alle dichiarazioni di un imprenditore edile costretto a pagare il pizzo. Un vero e proprio sistema delle tangenti che i padrini di Cosa Nostra imponevano agli imprenditori che vincevano gare di appalti pubblici nella zona. Immediatamente venivano contattati dagli emissari del clan che li costringevano a pagare la cosiddetta “messa a posto”. Ad esempio D’Amico e Calabrese, secondo l’accusa, imposero il pizzo all’impresa “Mediterranea Costruzioni” impegnata nei lavori di realizzazione del centro commerciale di Milazzo. Il titolare versava al clan 10.000 euro a Natale, Pasqua e Ferragosto. D’Amico avrebbe costretto a pagare tangenti anche alla Demoter di Carlo Borella che stava realizzando opere di metanizzazione a S. Lucia del Mela. Per nascondere le prove dell’estorsione D’Amico chiese ad un altro imprenditore di rilasciargli una fattura di 20 mila euro per il “nolo a freddo” dei mezzi. Ma anche Borrella è indagato nell’operazione “Sistema” in quanto nel corso dell’interrogatori, condotto dagli uomini della Mobile, negò di aver versato il pizzo a Cosa Nostra. Per il favoreggiamento dei boss D’Amico, Calabrese e Castro è indagato anche il geometra Biagio Raffa al quale viene contestata anche l’emissione di false fatturazioni per 20 mila euro.

Un commento

  1. dove c’è pizzo c’è il :Partiro Del Lascia prendere.

    0
    0

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Premi qui per commentare
o leggere i commenti
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007