Il legale augustano al centro del Caso Siracusa è a Rebibbia per ordine della Procura di Messina, dopo il no della Cassazione al ricorso sul patteggiamento
E’ stato arrestato l’avvocato Piero Amara, protagonista insieme al collega Giuseppe Calafiore del caso Siracusa. Amara aveva patteggiato a Messina, a luglio scorso, un anno e 2 mesi di reclusione. I difensori, gli avvocati Salvino Mondello e Angelo Mangione, avevano presentato ricorso in Cassazione sulla legge Spazzacorrotti.
La Suprema Corte lo ha però dichiarato inammissibile e il verdetto è diventato definitivo. La Procura di Messina ha quindi disposto l’ordine di carcerazione, e da oggi Amara è in cella, a Rebibbia, per scontare il residuo di pena.
La sentenza emessa la scorsa estate a Messina aveva stabilito una pena in continuazione con la precedente condanna a 3 anni, patteggiata a Roma per corruzione in atti giudiziari. Anche il verdetto romano era stato impugnato e anche in quel caso la Cassazione non aveva ammesso il ricorso.
Il legale di Augusta, che ha svelato agli investigatori di Messina i retroscena di un decennio di corruzione tra la Sicilia, Milano e Roma, dove insieme al collega Calafiore cercava di assicurare l’impunità a clienti importanti, come i colossi dell’energia, deve chiudere ancora diverse partite giudiziarie.
Insieme all’avvocato Attilio Toscano è accusato di distrazione fraudolenta dei beni della Sai 8 spa a Siracusa: i suoi onorari, secondo la Procura, sono stati pagati molto più di quanto previsto dalle tabelle.
Ancora da chiarire, poi, il caso del presunto depistaggio per screditare Claudio Descalzi, ad di Eni, in corso a Milano.
A Messina, Amara ha deposto recentemente al processo al top manager Ezio Bigotti, confermando in gran parte le dichiarazioni già messe a verbale qualche mese dopo il suo primo arresto, nel febbraio 2018.