Il Comune cerca un'intesa con la Curia, perché tanti beni sono di proprietà ecclesiastica. Ma si punta anche sui concorsi per il personale
Santa Maria Alemanna, aree archeologiche, chiostri, chiesa delle barette, Monte di Pietà (nella foto). Sono solo alcuni dei “tesori” di Messina che abbiamo trovato chiusi durante il nostro giro turistico. Altri ancora sono aperti raramente o solo su prenotazione, come la chiesa dei Catalani.
Ed è un danno per la città perché i turisti individuano i luoghi sulle mappe ma poi, sul posto, trovano chiuso, spesso senza neanche nessun avviso. L’avviso c’è, invece, al punto informativo di Palazzo Weigert, che è aperto di mattina dal lunedì al venerdì e di pomeriggio solo lunedì, mercoledì e giovedì dalle 15 alle 16.45; sabato, domenica e festivi chiuso.
“Stiamo lavorando per ampliare gli orari di apertura – dice l’assessore al Turismo, Enzo Caruso -, purtroppo in tanti posti c’è un problema di mancanza di personale. Se vogliamo qualità dei servizi dobbiamo esternalizzare. Sui siti comunali abbiamo la gestione diretta ma per gli altri non possiamo garantire, tant’è che avevamo chiesto ai gestori di fornire i loro siti internet da mettere sul nostro, Visit Me. Ora dovremo reincontrarci. Grazie all’alternanza scuola/ lavoro, i ragazzi del Seguenza hanno tradotto i testi in più lingue, materiale che dovremo chiedere di caricare al Ced, che si occupa di tutti i servizi informatici del Comune. Ci sarà anche il marchio di qualità Visit Me, per gli esercenti che garantiscono qualità di prodotti e servizi”.
AREA ARCHEOLOGICA DI PALAZZO ZANCA e TOMBA A CAMERA
Il piccolo Museo Antiquarium di Palazzo Zanca è aperto ma gli scavi attigui sono chiusi, così come chiusa è la Tomba a camera di largo Avignone. “Abbiamo fatto un bando per la gestione delle aree archeologiche, che è stata affidata il mese scorso ad Archeo Me (compresi gli scavi di largo San Giacomo, ndr), a giorni ci sarà la firma. Sono archeologi molto bravi, hanno presentato un progetto bellissimo a lunga scadenza, potranno gestire i siti in autonomia, chiedendo i fondi necessari”.
INTESA CON LA CURIA
Poi i tanti beni della Curia, su tutti la chiesa dei Catalani: aperta solo su prenotazione, con un avviso in bacheca all’esterno. “Vorremmo fare un protocollo d’intesa con la Curia – prosegue l’assessore Caruso -, abbiamo accennato il tema e lo dobbiamo approfondire. Dovrebbero aprire questi beni, oppure darli al Comune in comodato gratuito e li gestiremmo col servizio civile o con bandi esterni”.
SANTA MARIA ALEMANNA
L’ex chiesa di Santa Maria Alemanna è, invece, di gestione comunale. Ma anche questa, tranne che per eventi specifici, è chiusa. E la situazione all’esterno è degradante: marciapiede e ringhiera rotti, rete rossa, rifiuti e cartello illeggibile. Se si ha la fortuna di trovare aperto, invece, all’interno è tutta un’altra storia: la bellezza che si contrappone al degrado. “Quel cartello è il penultimo da sostituire – spiega l’assessore -, mentre per aprire serve il personale, che al momento è destinato a servizi essenziali, speriamo nei prossimi concorsi”.
BARETTE e MONTE DI PIETA’
Il percorso principale per i turisti prevede la visita della Galleria Vittorio Emanuele e poi la salita verso Fontana Falconieri. In mezzo, la chiesa delle Barette e il Monte di Pietà, entrambi chiusi e senza nessun avviso all’esterno. La chiesa “Oratorio della Pace”, questo il vero nome, è gestita dalla Confraternita del Crocifisso, “che è disposta ad aprirla su prenotazione”, mentre il Monte di Pietà dall’Arciconfraternita degli Azzurri, a cui “avevamo proposto di gestirlo noi, facendo pagare ai turisti un biglietto di 5 euro, di cui 2 euro per loro e 3 per il Comune, ma non hanno accettato. A questo punto proveremo a fare un accordo per averlo in gestione completa, a fronte di un pagamento da concordare. Il Comune non ha interesse a guadagnare ma a fare da regia per mettere gli operatori turistici in condizioni di attrarre visitatori”.
LA PRENOTAZIONE
I croceristi che scelgono l’escursione possono prenotare in anticipo l’apertura di questi luoghi. Ma il problema riguarda il turismo non croceristico, quello che a Messina manca. Il turista fai da te arriva sul posto e trova chiuso, non può telefonare per prenotare l’apertura, anche perché, tranne in alcuni casi, non ci sono neanche avvisi all’esterno. E qui si torna al problema del personale, magari con la necessità di prevedere un biglietto d’ingresso.
GIARDINO DI MONTALTO
Verso su si arriva alla fontana Falconieri, dalla quale esce solo un rivolo d’acqua, e alla rampa della colomba con le sirenidi, che è in buone condizioni. Da qui al Santuario di Montalto e, sotto, al Giardino di Montalto, affidato nel 2017 all’associazione PuliAmo Messina, che l’aveva riqualificato fino alla “contesa di Halloween” del 2018. Da allora è tornato in abbandono. “I ragazzi di PuliAmo Messina sono meravigliosi – dice l’assessore Caruso – ma bisogna mettere d’accordo tutti. Ora il Santuario ne ha chiesto la gestione, il nostro obiettivo è di renderlo fruibile”. Tra l’altro, tanto il Comune quanto la Curia ne rivendicano la proprietà.
IL PROGETTO “CASA MUSEO DI ANTONELLO”
L’anno scorso il Comune di Messina ha partecipato alla “Selezione degli interventi pubblici pubblicato dalla Sogepat – Società di gestione del Patto territoriale Messina srl, per la realizzazione di progetti pilota volti allo sviluppo del tessuto imprenditoriale”, con l’obiettivo di ristrutturare l’edificio ex Ismig e farne la “Casa Museo di Antonello”.
“Il progetto è quarto in graduatoria Sogepat, con un finanziamento da 600mila euro che deve però essere riconosciuto dal Ministero”.
I FORTI
Messina dispone di 12 opere fortificate, oltre a Forte Gonzaga, Castellaccio, Forte Dinnammare (area militare) e alla Torre degli Inglesi di Capo Peloro: Cavalli (Larderia), Schiaffino (Santa Lucia sopra Contesse), Petrazza (tra Camaro Superiore e Bordonaro), Ogliastri (zona omonima a Giostra), San Jachiddu (zona omonima a Giostra), Menaja Crispi (Portella Arena), Serra La Croce (Curcuraci), Polveriera Masotto (Curcuraci), Puntal Ferraro (Colli Sarrizzo), dei Centri (Salice), Campone (sopra Villafranca), Spuria (Granatari). La maggior parte sono in buone condizioni grazie al lavoro delle associazioni che li hanno in concessione e vengono organizzate escursioni per turisti.
Al Comune, invece, il compito di occuparsi di Ogliastri, Schiaffino, Gonzaga e Castellaccio ma la concessione non è ancora stata rinnovata. “Giovedì avremo un incontro a Palermo per definire l’affidamento di tutti i forti – continua Caruso -. Purtroppo ci sono stati continui cambi di direttori generali e così passa il tempo. Ad Ogliastri, per esempio, abbiamo ripulito tutto coi cantieri servizi ma ci sono stati atti vandalici. Vorremmo mettere le telecamere ma non possiamo spendere soldi su un bene che non è nostro”.
AGGIORNAMENTO: Il vicesindaco Salvatore Mondello e l’assessore Enzo Caruso sono stati ricevuti oggi a Palermo presso la sede dell’Agenzia del Demanio dal direttore regionale Giuseppe Tancredi, insieme al vicedirettore e a due funzionari. Nel corso dell’incontro finalizzato a discutere del patrimonio fortificato di Messina è stato definito il percorso con i necessari atti amministrativi che condurrà in tempi celeri, in questa prima fase, al rilascio delle concessioni demaniali relative ai Forti Gonzaga, Ogliastri, Schiaffino e Castellaccio.
Potrebbe essere un’occasione per inserire giovani, magari provenienti dai licei artistici della città, per iniziare un discorso nuovo.
Eccellente inchiesta del direttore di Tempostretto che fa da pungolo alle autorità preposte!
La scalinata di Via Saccano che conduce in via Dina e Clarenza ove sorge il Santuario di Montalto, da mesi è interessata da fuoruscita di liquami che la rendono impraticabile anche ai turisti. Le segnalazioni sono risultate vane. Prima di parlare di siti da visitare sarebbe meglio intervenire a risolvere le innumerevoli problematiche lungo i percorsi che portano ai monumenti