Hanno ottenuto di essere ascoltati in Prefettura e dopo le rassicurazioni ricevute hanno deciso di sospendere l'occupazione. Ma adesso tocca all'assessore Calafiore
Questa volta la protesta è durata una settimana. Si erano incatenati ai cancelli del Comune, sono rimasti per giorni in presidio a Palazzo Zanca, hanno vissuto momenti di preoccupazione ma anche festeggiato un anniversario di matrimonio con tanto di torta tra i banchi dell’aula consiliare.
Lo hanno fatto sperando di non rimanere più invisibili agli occhi di un’amministrazione che non gli ha dato risposte fino ad oggi. Gli ex lavoratori di Casa Serena rimasti fuori dalla Messina Social City hanno protestato così. Il giorno che si erano incatenati avevano anche lanciato un appello al Prefetto.
In Prefettura
Così ieri sono stati ricevuti dal capo di gabinetto Caterina Minutoli che li ha ascoltati e rassicurati. Tre rappresentanti degli esclusi di Casa Serena hanno raccontato tutta la loro storia, il percorso di questi anni, gli impegni mancati.
«Abbiamo avuto modo di spiegare i motivi che ci hanno spinti ad occupare l’aula consiliare, fatto avvenuto dopo essere stati lungamente ignorati con l’aggiunta di dichiarazioni che non facevano ben sperare. Non appena si è concluso l’appuntamento in Prefettura, abbiamo deciso di sospendere l’occupazione della sala consiliare» raccontano i lavoratori.
Sono stati rassicurati che sarà la Prefettura a chiedere all’assessore Alessandra Calafiore un interessamento sulla vicenda. E questo li ha convinti a lasciare il presidio in attesa di avere notizie da parte dell’amministrazione De Luca.
Il grazie al Prefetto
«A prescindere da come finirà la nostra vicenda, ringraziamo il Prefetto Dott.ssa Maria Carmela Librizzi e il Vice Prefetto Caterina Minutoli, nella certezza che, con la loro professionalità e la loro calda umanità, faranno di tutto perché i nostri problemi (diritto al lavoro ) si risolvano al meglio. Naturalmente ci attendiamo la buona novella» dicono ancora gli esclusi di Casa Serena.
Francesca Stornante