Il consigliere Alessandro Russo ritorna alla delibera che fissava in modo preciso i criteri per i passaggi alla Social City. Comprese le tutele per non creare "esclusi"
Mentre il sindaco Cateno De Luca ha deciso di barricarsi dentro Palazzo dei Leoni per protestare contro le decisioni di Stato e Regione sulla crisi delle Città Metropolitane, a pochi passi da lui c’è chi da ieri mattina si è incatenato ai cancelli di un altro palazzo, il Comune. Proprio come De Luca, gli ex lavoratori di Casa Serena sono passati alle protesta eclatante. Hanno deciso di restare in presidio a oltranza e hanno annunciato lo sciopero della fame. Con la differenza che la loro protesta è proprio contro il sindaco De Luca. Contro il nulla di fatto per loro dopo l’operazione Messina Social City.
La lente di Alessandro Russo
Non sono rimasti invisibili però. Il consigliere comunale Alessandro Russo vuole sapere direttamente dal primo cittadino cosa sta succedendo con questi lavoratori ormai meglio conosciuti come “esclusi”. Colpevoli, se così si può dire, di non essere stati in servizio al 30 settembre scorso per garantirsi l’accesso diretto alla nuova azienda. Perché dopo aver lavorato a Casa Serena per venti o trent’anni erano stati dirottati sui progetti della 328. Che nel frattempo erano scaduti e non più riavviati. E non sono serviti a molto neanche i chiari protocolli d’intesa che li avrebbero dovuti garantire. Sono senza lavoro e senza risposte.
Il SalvaMessina
Così Alessandro Russo ha deciso di interpellare De Luca partendo da un preciso atto che nei giorni del SalvaMessina il consiglio comunale aveva approvato: quella che definiva i criteri di transito dei lavoratori impiegati nelle cooperative di gestione dei servizi sociali nell’Agenzia Messina Social City.
Votando quell’atto, il consiglio decideva di avallare il transito diretto dei lavoratori che risultavano impiegati al 30 settembre, mentre per i lavoratori sostituti o sospesi da altre attività di erogazione dei servizi sociali come quelli di “Casa Serena”), veniva individuata la istituzione di una “long list” dei lavoratori non inseriti immediatamente nell’organico della Messina Social City.
I passaggi di quella discussione
Riportando un passaggio preciso dell’atto, il consigliere del gruppo LiberaMe ricorda che nella long list l’amministrazione si impegnava a “concertate con le organizzazioni sindacali percorsi di stabilizzazione per il personale inserito nella apposita long list delle sostituzioni in relazione al piano di pensionamento che sarà redatto di concerto con le medesime organizzazioni (…)”. E che: “Tale impegno viene assunto al fine di salvaguardare comunque gli attuali livelli occupazionali e per non disperdere le professionalità acquisite. Anche per questa tipologia di operatori sociali si provvederà all’istituzione di una apposita long list secondo i seguenti criteri: estratto storico INPS, contratto di lavoro, titolo professionale”.
Inequivocabili, del resto, erano sembrate le parole del sindaco in aula proprio di fronte a quella delibera: “Oggi è fondamentale cercare di non lasciare vittime sul campo e di poter valorizzare il più possibile le esperienze maturate” diceva De Luca a proposito di chi sarebbe rimasto tagliato fuori.
Quindi, di fatto, si decideva che in caso di ampliamento o nuovi servizi l’agenzia avrebbe proceduto tramite questa long list in cui dovevano finire gli “esclusi”. E che solo dopo si sarebbe potuto passare alle selezioni pubbliche. Si sa però che poi non è andata esattamente così. Per comporre la long list è stato fatto un avviso pubblico e gli ex operatori dei servizi sociali sono confluiti esattamente come qualunque altro cittadino che ne abbia fatto domanda.
Solo selezioni pubbliche?
Tra l’altro Russo aggiunge che durante l’ultima riunione sindacale dello scorso 14 maggio, l’Amministrazione ha espressamente escluso la possibilità di attingere alla long list per le sostituzioni, per il turn over del personale in via di pensionamento e soprattutto per la copertura dei servizi di assistenza del tipo erogato da “Casa Serena”. E che sarebbe intenzione di avviare procedure di selezione pubblica e concorsi.
Quindi, considerato che la grande operazione della Messina Social City fu fatta per risparmiare sui conti pubblici e tutelare i lavoratori coinvolti e da decenni utilizzati e sfruttati da un sistema di cooperazione non sempre corretto e giusto, obiettivi che sono stati condivisi ampiamente dall’assemblea consiliare. Considerato anche opportuno assicurare la corretta applicazione dei principi e delle previsioni stabiliti con quella delibera votata il 20 novembre, Russo chiede spiegazioni.
Le domande a De Luca
Vuole sapere dal sindaco se davvero si supererà totalmente l’idea della long list. E vuole sapere se e come si rispetteranno i criteri condivisi e votati per salvaguardare lavoratori, professionalità e la loro storicità in vista di un loro graduale reinserimento nell’organico della Messina Social City.
Se così non sarà chiede se siano state prese decisioni diverse con i sindacati, come muoversi verso la selezione pubblica. In questo caso la volontà del consiglio verrebbe ignorata. Per questo Russo chiede a De Luca se modificherà quella delibera. Altrimenti sarà un altro “errore” della grande maratona del SalvaMessina.
Francesca Stornante