I lavoratori rimasti fuori dalla Messina Social City chiedono ai sindacati un sostegno congiunto di fronte allo spiraglio che si è aperto per salvare il loro posto di lavoro
Un appello ai sindacati. Tutti. Un appello a mettere da parte contrasti e posizioni differenti per salvare tutti insieme quei posti di lavoro rimasti nel limbo dopo la grande operazione dei servizi sociali e della Messina Social City. Così, in un momento in cui il sindaco De Luca ha spaccato totalmente il fronte sindacale, a chiedere unità sono i lavoratori.
Sono gli “esclusi” della Messina Social City. Sono quegli operatori che per venti o trent’anni hanno lavorato nei servizi sociali comunali e per vecchie scelte sbagliate o semplicemente scarsa lungimiranza politica in alcune azioni messe in campo in passato, oggi sono rimasti fuori.
Tagliati fuori
Sono coloro i quali non hanno potuto brindare e sorridere alla Messina Social City. Si sono visti scavalcare da chi magari lavorava nei servizi sociali da uno o due anni ma era impiegato nel momento clou del passaggio alla nuova azienda, al contrario loro. Nonostante questo non hanno mai puntato il dito contro i loro stessi colleghi, non vogliono guadagnare un posto di lavoro a discapito di altri. Continuano a chiedere il rispetto di quello che è stato il loro lavoro, i sacrifici, i diritti maturati dopo anni e anni.
A tutti i sindacati
Gli esclusi si rivolgono a Cgil, Cisl, Uil, Fiadel, Orsa, Cisal: «Questa fase di estrema delicatezza per il futuro lavorativo di tutti noi necessita una coesione netta e determinante della forza sindacale per trovare la giusta soluzione al problema che ci riguarda».
Chiedono aiuto dopo l’incontro avuto finalmente dopo quasi un mese di attea e rinvii con il sindaco De Luca. Ci sarebbe un’ipotesi al vaglio per salvare anche i loro posti, ma De Luca ha chiesto una proposta unica e condivisa da tutti i sindacati per poter dare delle garanzie a lavoratori storici che continuano a sentirsi vittime di ingiustizia sociale.
L’appello
«Noi lavoratori sociali storici, liberi da qualsiasi pressione politica, liberi da qualsiasi manovra strumentale, chiediamo unicamente che tutte le forze sindacali abbiano come unico obiettivo la nostra ricollocazione. E’ necessario che, in questa fase di estrema urgenza e di rilevante importanza, mettiate da parte qualsiasi controversia, qualsiasi discordia che possa essere motivo di disgregazione e che ci sia massima coesione.
Abbiamo anche la necessità che questa proposta sia disponibile nel tempo massimo di giorni tre al fine di poter garantire la fattibilità della stessa.
Le mortificazioni
Noi lavoratori storici, ormai stanchi di tutte le mortificazioni e di tutte le ingiustizie subite, abbiamo la necessità di porre fine a tutto ciò. Non possiamo più accettare che ci siano altri palleggiamenti sterili e prolungare questo stillicidio inutile e dannoso. Siamo pronti a fare guerra a chiunque ostacoli il nostro percorso di giustizia. Sarebbe imbarazzante che i lavoratori facessero una guerra spietata a qualche sindacato che agisce non rispettando la genesi della sua stessa natura. Crediamo che nessuno voglia il male di nessuno. Crediamo che nessun sindacato voglia ostacolare o compromettere anche un solo posto di lavoro».
Quindi il messaggio chiaro per i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Fiadel, Orsa e Cisal: «Unitevi e tutti insieme fate un buon lavoro».
Francesca Stornante
Articolo molto interessante