Quella stretta di mano dinnanzi Palazzo San Giorgio
Eppure…nel seguire scrupolosamente tutto il tram-tram di post, video, meme ed emoticons che, in questo mese ed oltre di compagna elettorale, si sono susseguiti e sfidati dentro la home di candidati e cittadini, nessuno avrebbe mai potuto pensare ad un epilogo del genere: Giuseppe Falcomatà, prima della proclamazione, riceve le congratulazioni “a sorpresa” di Antonino Minicuci, il quale gli assicura che rimarrà a “dare una mano” in Consiglio a Reggio Calabria. La realtà oggettiva, spesso e fortunatamente, riesce a sorprendere la irrealtà artificiosa virtuale del mondo social.
Si perché è stato una singolar tenzone che non ha risparmiato nessuno e nessun mezzo: l’agorà virtuale ha dato spazio e voce a tutti. Ha consentito fiato a chi sarebbe stato afono solo per vergogna e/o imbarazzo, ha palesato idee – poche per la verità, davvero esigue in termini di valore e numero, di cittadini e pensatori freschi di laurea in scienze politiche – e una valanga di improperi.
E’ facile capire come dietro l’interfaccia di smartphone e netbook, il cittadino continua a scoprirsi sempre più protagonista di rappresaglie, evidenze e segnalazioni; si sente parte attiva di un processo di partecipazione di massa che consente con comodità di far percepire la propria voce alla stregua degli altri e di potersi pertanto rappresentare quale indicatore incidente in un processo di scelta e di valutazione elettorale.
Grossolani, casarecci e pasticciati, si sono “visti” post di ogni tipo: e se ancora vi sarà negli annali memoria del famoso “ponte di Messina” che nel periodo del lockdown sarebbe stato incautamente attraversato da persone in fuga dal covid, i video dei due confronti televisivi tra i due candidati al ballottaggio di sicuro rimarranno un immaginario collettivo dove, forse, la partita si è determinata.
Si perché, e non me ne vogliano gli illustri giornalisti che in questi giorni hanno riempito di disamine ed interpretazioni politiche i giornali (o i giornaletti alle volte) offerti al ludibrio pubblico, ma poco si è detto di quanto ormai certe logiche di consenso non possano ormai che transitare da quello che ormai è il vero ring di ogni contraddittorio, compreso quello politico: il mondo virtuale.
Ed esattamente, se a livello nazionale “la bestia” salviniana rappresenta l’ estremo livello di come si possa spingere un messaggio politico, nel “piccolo” del Comune di Reggio Calabria si è assistito a specifici profili falsi creati ed azionati per entrare a gamba tesa sulle bacheche altrui, discontrolli di alleati di coalizione che hanno inveito su altri candidati della loro stessa coalizione (incredibile!), post reconditi di 7/8 anni addietro portati come cartina tornasole delle evidenze cittadine attuali (i tempi dei commissari?! Ponti immaginari ed inimmaginabili, piuttosto che ponti di Genova o dello Stretto, eh!).
Ma più di qualcuno, statene certi, non se n’è mica accorto…la psicologia sociale, infatti, riconosce un principio, quello dell’accessibilità, per il quale l’informazione più facilmente disponibile esercita l’impatto maggiore sull’interpretazione di un comportamento.
Ecco allora che un semplice accesso, la prima info letta, la foto che ci appare dinnanzi nella nostra home diventa la realtà incontrovertibile che condiziona il nostro comportamento: quindi giù forte ad inondare di fake tutte le pagine o i gruppi possibili perché qualcuno potrebbe cascarci e quindi votarci.
Vi svelo un segreto: l’ho fatto anche io.
Il titolo di questo prima psicolettura/strizzapensiero vi porterà subito a credere si possa trattare di un articolo politico, orientato ad uno dei contenuti più discussi di questa campagna elettorale: il ponte sullo Stretto. Alcuni di voi penseranno già ad una posizione di parte, qualcuno eviterà di leggerlo per disinteresse rispetto al tema…ma se sarete “meno comodi”, ed andrete fino in fondo, troverete tutt’altro. Questo è il prestigio: succede l’ inaspettato e vedi qualcosa che non avevi visto prima.
Non però nelle bacheche dei
cittadini di Reggio Calabria in questo Autunno in-covid e vuoto di
festeggiamenti patronali: haters e urlatori da tastiera, forse, impareranno
dalla realtà oggettiva di quella stretta di mano dinnanzi Palazzo San Giorgio.
Nello spazio reale, forse c’è ancora la speranza che un prestigio possa
accadere.
Vincenzo Maria Romeo
Psichiatra – Psicoanalista