Solo nel 1946, infatti, si votò con il suffragio universale maschile e femminile
2 Giugno 1946: data storica per il nostro paese e per le donne italiane.
Il 2 giugno di 64 anni fa il popolo italiano fu chiamato a scegliere tra la monarchia e la repubblica e ad eleggere i rappresentanti dell’Assemblea costituente, che avrebbero redatto la legge fondamentale del nuovo Stato: la Costituzione. Così , infatti, aveva espressamente stabilito il Decreto Legge del 25 giugno 1944.
Nel settembre del 1945 fu convocata una Consulta Nazionale composta da 222 membri, con funzioni ispettive e di controllo, mentre il potere legislativo fu assunto dal governo. Con la collaborazione della Consulta fu emanata la legge che assegnava ad un referendum popolare la decisione tra monarchia e repubblica e la legge per l’elezione a suffragio universale, maschile e femminile, dei Deputati dell’Assemblea Costituente “col sistema proporzionale a liste concorrenti, con collegi elettorali plurinominali e con un collegio unico nazionale per l’utilizzazione dei voti residui”.
Il due giugno del 1946 si recò alle urne l’89,1% degli aventi diritto al voto: la Monarchia ottenne 10.719.284 preferenze contro i 12.717.923 voti a favore della Repubblica Italiana, che (se anche di misura) vinse segnando l’inizio di un cambiamento profondo nel nostro paese.
In quell’occasione, come detto, parteciparono per la prima volta al voto ( per elezioni a livello nazionale) anche le donne italiane. Il diritto al voto alle donne era stato riconosciuto col Decreto Luogotenenziale n. 23 del 1 febbraio 1945, su proposta firmata da De Gasperi e Togliatti. Solo un anno più tardi con il Decreto n. 74 del 10 marzo 1946, -Norme per l’elezione dei deputati all’Assemblea Costituente- venne sancita anche l’eleggibilità delle donne. Le donne divennero così elettorato attivo e passivo.
Il 2 giugno ’46 si recarono a votare 12 su 14 milioni di elettrici, l’89,2% delle aventi diritto. Le elette furono 21 su 556, cioè poco meno del 4%. Nove erano comuniste, nove democristiane, due socialiste e una era stata eletta tra i candidati dell’Uomo Qualunque. Cinque delle ventuno neo- deputate e precisamente Angela Gotelli (Dc), Maria Federici (Pci), Nilde Iotti (Pci), Angelina Merlin (Psi) e Teresa Noce (Pci) entrarono a far parte della “Commissione dei 75”, ovvero di quell’organismo incaricato dall’Assemblea costituente di formulare la proposta di Costituzione da dibattere ed approvare in aula.
La presenza delle donne all’interno della Commissione dei 75 e dell’Assemblea Costituente risultò di fondamentale importanza : rappresentò per l’intero genere femminile l’occasione irripetibile di cambiare, dal punto di vista giuridico, la condizione femminile, sino a quel momento fortemente penalizzata .
Ed è soprattutto a quei modelli femminili che le donne di oggi dovrebbero guardare con ammirazione ed ispirarsi per continuare a combattere per i propri diritti contro ogni forma di discriminazione.