Ecco come cambierà l'area Tono Mortelle

Ecco come cambierà l’area Tono Mortelle

Redazione

Ecco come cambierà l’area Tono Mortelle

mercoledì 05 Marzo 2008 - 16:51

Oggi incontro a Palazzo Zanca con il prof. Bohigas. L'architetto La Macchia ci dà in esclusiva alcune anticipazioni

Promenade, porticciolo, attività alberghiere, strutture sportive, iniziative commerciali, spazi di verde attrezzate, parco urbano, luoghi per la cultura e il tempo libero. Questo sarà il nuovo volto dell’area della fascia tirrenica messinese compresa tra Tono e Mortelle, secondo il progetto d’avanguardia del prof. Oriol Bohigas(nella foto a destra), architetto catalano di fama mondiale. Quando? Entro cinque anni, se tutto filerà liscio, dall’approvazione della variante.

Il tutto verrà presentato oggi pomeriggio, quando nel Salone delle Bandiere di palazzo Zanca, si avvierà la fase di confronto e verifica dello studio di fattibilità del Piano particolareggiato, dopo che in mattinata lo stesso Bohigas, insieme al suo staff e al dirigente dell’ufficio Programmi complessi del Comune Giovanni Caminiti, sarà ricevuto a Palazzo dei Leoni dal presidente della Provincia Salvatore Leonardi.

I referenti dell’ufficio per il progetto sono, oltre allo stesso Caminiti e all’ing. Carmelo Ricciardi, Santi Denaro, Luciana Reale e Giuseppe Frigione. Responsabile del progetto lo stesso Bohigas con la sua “cabina di regia- composta da Oriol Capdevila, Gabriele Giacobazzi e Benedetto La Macchia.

Proprio l’architetto La Macchia, referente locale di Bohigas, ci ha dato qualche anticipazione sugli aspetti più interessanti del progetto. Un progetto che definisce «innovativo», perché «non è il piano particolareggiato a precedere il progetto urbano ma viceversa. A Messina si vuole recuperare l’affaccio a mare, ma è necessario che la città si doti di ciò che non ha, ovvero un’offerta turistico-balneare».

La Macchia continua: «Il nostro progetto trova ampio riscontro nello studio di fattibilità del 2002. Quanto detto in quella sede lo abbiamo ritenuto corretto e riportato negli obiettivo presenti nella nostra proposta. L’idea è di non marginalizzare il tessuto edilizio preesistente e di non “settorializzare- l’area costruendo alberghi e basta. Un’area che può essere autosufficiente, con spiccata sostenibilità ambientale e che possa mantenere “impulsi di vita- non solo in estate ma anche nel periodo invernale. Il progetto tiene molto in considerazione la qualità della vita e tutto è pensato in relazione all’ambiente».

La Macchia ci sintetizza il Bohigas pensiero: «Armonizzare il progetto e le scelte con il contesto esistente, con il territorio». L’architetto sottolinea come «l’area in atto è alla mercé del degrado più assoluto, abbiamo un buon 40% di terreni abbandonati, abusi poco significativi ma esistenti, un consumo del territorio incessante». Il progetto va così ad inserirsi in un contesto che vuol dare «nuova centralità alla zona che parte da Capo Peloro e i Laghi di Ganzirri e che da Mortelle giunge fino a Tono». La Macchia spiega da quale principio nasce il progetto: «Messina deve recuperare un’identità storica che ha perso, a partire dal proprio rapporto con il mare. E’ un disegno slegato da qualsiasi tipo di interesse ma indirizzato ad una migliore risposta per la zona e per la città di Messina, qualcosa che va al di là di un semplice progetto architettonico e che apre un processo di sviluppo in grado di intercettare realmente i flussi turistici, per dare all’area il ruolo di interfaccia tra Taormina e le Isole Eolie».

Andando a spulciare le carte, si legge che «il progetto, confermando le varie infrastrutture ipotizzate dallo studio di fattibilità, Promenade, Spazi da destinare ad attività connesse alla fruizione del Mare, Attività alberghiere, Piccole iniziative commerciali, Strutture per lo sport, per la cultura e per il tempo libero, Spazi di verde attrezzato con connotazioni di Parco Urbano costiero e tutela della vegetazione pregiata esistente, assegna valori distintivi al disegno urbano, caratterizzandone i contenuti strategici attorno al tema della sostenibilità ambientale.

Una sostenibilità che deve diventare il “brand del luogo, proponendo una porzione di territorio urbano autosufficiente, attrattivo e generatore di buone prassi, in termini di consumi energetici, di depurazione e recupero delle acque, di smaltimento dei rifiuti e capace di generare effetti a cascata su tutto il processo di rilancio di Messina. Occorre quindi trasformare in “marketing territoriale- anche l’attuale fase propositiva progettuale, per recuperare attrattività finanziaria e certezza amministrativa».

«Il Progetto – si legge ancora – esalta, inoltre, la multifunzionalità (residenzialità, ricettività, servizi) per creare uno spazio urbano incessantemente vitale e propulsivo, in grado di valorizzare l’ambiente naturale, preservandolo dal degrado e dal depauperamento in atto.

La valorizzazione delle dune e dell’ambiente marino permette di creare nuove occasioni d’uso come le serre bioclimatiche e le passeggiate a mare, immerse nel “parco dunale- con proscenio lo stretto, in una prevalenza di vuoti che esaltano i pieni: “i lidi-. L’area in questione diverrà luogo privilegiato di incontro per studiosi, ricercatori, studenti e turisti, permettendo in tal modo di creare quelle condizioni che permettono il nascere, crescere e mantenersi dell’humus metropolitano di Messina».

Qualche numero. L’area interessata è di 170 ettari, i tempi di realizzazione previsti sono di 5 anni dall’approvazione della variante, mentre per quanto riguarda le risorse, per l’80% il progetto risulta coerente con i finanziamenti del POR 2007-2013, e al tempo stesso si confida in una buona quota di investimenti privati.

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