Il mercato immobiliare negli ultimi anni ha registrato un notevole incremento; gli economisti, infatti, ci hanno ripetutamente detto che il mattone rappresenta, a tutt’oggi, il miglior investimento possibile.
Ma, a causa dell’innalzamento dei prezzi e dei relativi mutui (che risentono, ovviamente del costante aumento dei tassi di interesse), gli italiano sembrano essere giunti alla resa dei conti. Secondo quanto reso noto dall’Adusbef, infatti, vi è una crescente tendenza ai pignoramenti.
Tra il 2006 e il 2007 l’incremento ha superato il 20% in tutte le principali città italiane; il quadro è stato fatto attraverso un monitoraggio in alcuni dei maggiori Tribunali italiani. Se il trend resterà questo, a fine anno lo scarto medio rispetto al 2006 dovrebbe attestarsi al 23%. Secondo i calcoli dell’associazione dei consumatori, le procedure immobiliari o i pignoramenti sarebbero pari al 3,5% del totale dei mutui, corrispondente, in valori assoluti, a circa 120 mila casi su 3,5 milioni di mutui erogati.
In base alla stessa analisi, 3,5 milioni di famiglie che hanno contratto un mutuo per acquistare una casa negli anni scorsi, ben 3,2 milioni, ossia il 91%, sono a tasso variabile e quindi, osserva l’associazione, -suscettibili a ogni ritocco del costo del denaro-.
Il fenomeno delle insolvenze è destinato ad allargarsi, secondo l’Adusbef. Per questo l’associazione chiede interventi finalizzati a rinegoziare i mutui senza oneri con allungamento della vita residua o provvidenze sugli interessi a favore delle famiglie più deboli, anche con l’attivazione di fondi di rotazione da parte degli enti locali e del governo, anche utilizzando i cosiddetti conti dormienti delle banche.