Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Sebastiano Pino, segretario del Sasmant, questa volta però in veste soprattutto di ex alunno dell’istituto nautico Caio Duilio, che chiede venga salvato l’albero di manovra che da oltre 80 anni è installato dentro la struttura di via La Farina.
“Con questa lettera vogliamo lanciare un appello alle Istituzioni Pubbliche, alle Associazioni e a quanti ancora credono nella possibilità di riscatto di questa nostra Città. Rinascita che non può prescindere dalla conservazione della memoria, dalla riscoperta e mantenimento delle proprie radici che sono indissolubilmente legate al rapporto con il mare. Dopo l’amara vicenda della “Cariddi- la provincia regionale di Messina vuole assestare un altro colpo alla memoria storica legata alla nostra cultura marinara.
Infatti sembrano già avviate le procedure per abbattere l’albero di manovra di una nave a vela che – da oltre 80 anni – è installato nel cortile dell’Istituto Nautico “Caio Duilio- di Messina. Albero che dovrebbe essere tutelato come bene “Etno-antropologico- e che rappresenta – non solo per gli ex allievi – un patrimonio da custodire. La decisione di smantellare un altro pezzo di storia di mare legata alla nostra città sembra essere dovuta al costo della messa in sicurezza, che la Provincia non vuole accollarsi.
L’incuria e l’abbandono hanno minato la resistenza di questo albero unico nel suo genere. L’albero infatti è di “pitch-pine- una essenza resinosa proveniente dal Centro America e risulta essere l’unico albero in legno degli Istituti Nautici Italiani. Gli altri alberi – ove esistono – sono di metallo, compreso quello del Nautico “San Giorgio- di Genova, considerato il più importante Istituto nautico d’Italia. Con i suoi pennoni, il parrocchetto, le coffe, gli stragli e tutta l’affascinante e misteriosa terminologia della marineria velica l’albero del Nautico “Caio Duilio- ha rappresentato per generazioni di allievi il primo approccio verso l’ammaliante mondo delle navi a vela che ancora oggi fanno sognare donne e uomini di ogni età.
Sentiamo il dovere, come ex allievi del Nautico e lavoratori del mare, di batterci per evitare un altro naufragio della cultura marinara di questa Città sul mare, che continua però a non voler essere una vera “Città di Mare–.
Sebastiano Pino