Il “sistema di ‘rapina’ per una crescita eccessiva” da parte dell’Occidente è stato ieri l’oggetto della riflessione con dibattito

Il “sistema di ‘rapina’ per una crescita eccessiva” da parte dell’Occidente è stato ieri l’oggetto della riflessione con dibattito

Il “sistema di ‘rapina’ per una crescita eccessiva” da parte dell’Occidente è stato ieri l’oggetto della riflessione con dibattito

venerdì 27 Febbraio 2009 - 13:13

L’incontro, presso la Parrocchia di S. Maria di Pompei, ha avuto quale relatore d’eccezione il teologo Padre Felice Scalìa. L’organizzazione del Gruppo Agesci ‘Zona dello Stretto’ e il patrocinio di ‘Caritas Messina’ rimandano ora al terzo appuntamento del percorso formativo aperto a tutti che si svolgerà il prossimo 26 marzo

Si è svolto nella serata di ieri, giovedì 26 febbraio, con inizio alle ore 19, presso la sala relazioni della Parrocchia di S. Maria di Pompei, il secondo degli interessanti incontri di riflessione realizzati nell’ambito del “Progetto Baobab” dal relatore Padre Felice Scalìa e dal Gruppo Agesci Zona dello Stretto, sotto patrocinio della Caritas Diocesana di Messina, Lipari e S. Lucia del Mela, dal titolo “Il sistema di ‘rapina’ per una crescita eccessiva”. L’intero percorso formativo, nato dall’incontro a Messina tra alcuni giovani Scout e Mons. Thomas Osman, eparca di Barentù (Eritrea) e dal titolo “Educare alla Sobrietà”, aperto a tutti, è cominciato con il 1° incontro effettuato nella giornata di giovedì 29 gennaio 2009, con il titolo “Per i bianchi abbastanza non è mai abbastanza” e proseguirà con il 3° degli incontri previsti, nella giornata di giovedì 26 marzo con l’incontro dal titolo “Diritto degli Occidentali all’eccesso?” per concludersi, nella giornata di giovedì 23 aprile, con il 4° incontro dal titolo “Nella sobrietà il futuro: decrescita di ‘merci’, crescita di ‘beni’”.

Il progetto si propone di promuovere l’educazione alla mondialità, all’intercultura e alla pace, attraverso percorsi formativi per scuole, parrocchie, gruppi e associazioni, di far conoscere la realtà Africana attraverso la condivisione d’un esperienza vissuta sul territorio, a contatto con la popolazione eritrea, provata dalla recente guerra con l’Etiopia, che ne ha fatto crollare la già fragile economia e che ha lasciato tutti, soprattutto i giovani, privi di speranze e prospettive verso il futuro. Il progetto Baobab cercherà di rispondere alla richiesta formativa per i ragazzi eritrei, con la proposta educativa di Baden Powel, per favorire la nascita dello scoutismo e si propone di collaborare con progetti di reciprocità, già avviati, a sostegno della tanto provata popolazione.

La riflessione avviata ieri, nel secondo degli incontri, si propone però anche e soprattutto di far riflettere noi occidentali sugli attuali rapporti con gli altri popoli meno fortunati ma anche, più in generale, sul sistema economico-immorale, ormai per molti versi incontrollato e senza opposizione, di capitalismo selvaggio che stiamo sempre più instaurando, complici un po’ tutti.

Il relatore Padre Felice Scalìa, introdotto dal direttore Caritas, Nino Caminiti. nell’inconsueta ma brillante veste di moderatore anche del dibattito susseguitosi, ha stimolato la riflessione dei vari convenuti (il successo di pubblico dell’iniziativa è stato davvero confortante), spaziando in lungo e in largo tra profonde riflessioni teologiche ed erudite citazioni filosofiche. La riflessione storico-cultural-sociale ha avuto il suo peso rilevante, in specie quando Padre Scalìa ha citato un’indagine Caritas dalla quale emerge che ben il 30% degli italiani ignora le guerre dimenticate che si combattono nel mondo e la maggioranza della gente non conosce neppure una delle stesse guerre, molte delle quali in Africa, per l’incentivazione della vendita di armi e/o per il controllo di risorse autoctone che servono la nostra società capitalistica occidentale. “In Congo è ancora in corso una sanguinosissima guerra” – ci ha narrato Padre Scalìa – “ per il possesso di alcuni minerali, come il Columbio ed il Tantalio, per il 90 % presenti in quelle zone e che servono alla costituzione dei nostri telefoni cellulari. Vengono impiegati dei bambini, ai quali viene dato, nella migliore delle ipotesi, un salario di 25 centesimi al giorno. Molti di loro muoiono poi di stenti o per una guerra di fatto alimentata dall’Occidente per il controllo delle risorse e per la vendita d’armi, che hanno arricchito un sistema bancario speculativo per anni che ora però è saltato, proprio perché la stessa speculazione è stata eccessiva. La crisi che stiamo vivendo attualmente nelle nostre società opulente è una crisi più finanziaria che economica ma che in un tipo distorto ed egoistico d’economia pone le sue basi” – ha proseguito il relatore – “e ci vede tutti protagonisti, chi più chi meno, perché uscire da questo circuito è davvero difficile anche volendo, in una dialettica di tipo romanico o medievale di Servo-Padrone, che distorce Hegel scimmiottandolo, nella quale sembra ormai indispensabile a colui che è meno abbiente (servo) la presenza di un guinzaglio sul collo, che può allungarsi o accorciarsi ma è ineludibile, controllato da coloro ai quali è invece concesso tutto (padroni). Siamo perfino oltre il pessimismo hobbesiano, del suo ‘Homo homini lupus’ che almeno offriva una possibilità nel proprio cinismo: l’uomo è in vendita al miglior offerente e la paura è diffusa, amplificata dai mass-media, in questa società tecnocratica, nella quale” – ha stigmatizzato il teologo gesuita – “smetto d’esser terrorizzato se mi armo talmente da tenere a bada il mio prossimo. Il sospetto diviene prudenza , il darwinismo sociale si fa legge, la forza è il fondamento giuridico di tale tipo di sistema, il totalitarismo tecnologico la sua forma politica. Nessuno s’interroga più sul prodotto finale ma tutti fanno la loro parte, come nella società nazista. In questa “società dello schiacciabottoni” se un pubblicitario riceve la proposta di diffondere e far crescere la mercificazione d’un prodotto, ad esempio, come quello dei ‘baci Perugina’, venduti a milioni a San Valentino, egli non si nega affatto ma contribuisce con la sua opera a far crescere una multinazionale come la Nestlé, proprietaria di quel marchio, che in Africa contribuisce a diffondere di fatto una cultura che conduce alla morte migliaia di bambini per diffondere tra quelle popolazioni i propri prodotti che mal s’adattano tra loro”. E di altri esempi ce ne sarebbero tanti, come nella società nazistificata, nella quale un Priebke non mette affatto in discussione ordini ricevuti ma ne và persino oltre e quando poi gli si domanda oggi come mai abbia ucciso tanta gente incolpevole, se ne meraviglia quasi candidamente affermando: ‘Ma mi dite perché ce l’avete con me? Io eseguivo solo degli ordini!’

Nel sistema economico sociale attuale” – ha continuato Padre Scalìa – “gli elementi comuni a tutti, come lo studioso americano Noam Chomsky sostiene, sono 3: la passività, la sottomissione all’autorità e l’indifferenza verso gli altri. E la gente è continuamente distratta dai mass-media medesimi, divenuti l’arma principe di distrazione di massa voluta e gestita dai potenti, perché il ‘gregge umano’ continui a disorientarsi. ‘Quando l’indifferenza si diffonde’ – sostiene Davide Maria Turoldo – ‘è il momento in cui la dittatura può emergere, perché il ‘pensiero unico’ riesce a sopraffare ciascuno. E’ la realizzazione, in questo caso specifico, del ‘Capitalismo selvaggio senza più veri oppositori e nemici e siamo all’utilitarismo di Stuart Mills che si spinge fino alla definizione che e persino un male “fare del bene ai poveri”. Ogni elemento residuale che si oppone a tale sistema è brutalmente tacciato di ‘comunismo’ e zittito immediatamente: la nostra stessa Costituzione, d’una Repubblica italiana costituita dalle lotte al nazifascismo, diviene ‘comunista’ e va cambiata, poiché ostacola l’interesse dei padroni.

La forza e l’interesse” – conclude il relatore – “divengono il motore unico dell’azione umana, eliminando l’amore, ovvero ciò che rende la vita degna d’esser vissuta e siamo al suo stesso disprezzo. Ovunque trionfano Moneta, Mercato e Capitale, permettendosi i ‘sacrifici umani’ nel nome della nuova ed unica ideologia. Ogni bene viene mercificato, come recentemente nel caso dell’acqua, e persino le Opere pie sono coinvolte – come è accaduto -, nel tentativo di realizzare un utile superiore, per far poi del bene, in speculazioni finanziarie che ricavano i loro utili superiori da operazioni illecite o al limite dell’etica, come ad esempio nel caso della vendita di armi che poi favoriscono le guerre e lo spargimento di sangue. Un sistema mostruoso che tutti noi siamo tenuti a rifiutare, riflettendo al momento per far emergere delle soluzioni alternative valide che possano avere la forza di contrapporsi a tale egoistica barbarie che allo stato attuale non sussiste ma che va assolutamente ricercata: altrimenti siamo destinati alla nostra fine, al suicidio collettivo dell’Uomo.”

Ed alla sconfitta di Dio medesimo che è Amore, tutto l’opposto di quanto adesso emerge, si autoalimenta e trionfa senza argini solidi che ne contrastino lo straripare e ne facciano deviare il corso.

A conclusione della manifestazione sono stati posti. a beneficio di tutti, dei salvadanai, realizzati con materiale riciclato, per il sostegno del progetto, che ciascuno potrà riempire, secondo propria volontà e possibilità e riportare nella giornata conclusiva del 23 aprile.

Chi volesse sostenere il progetto o volesse ottenre maggiori informazioni può comunque chiedere a questi indirizzi:

Agesci Zona dello Stretto, c/o Parrocchia S. Francesco d’Assisi, Rione S. Licandro – 98121 Messina, Tel. e Fax n. 090/47382

O anche presso:

Caritas Diocesana, via Garibaldi n. 67, 98122 Messina, Tel. n. 090/711483, Fax n. 090/6684224

E-mail: progettobaobab@email.it

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