Consegnata questa mattina al presidente del consiglio comunale la petizione per chiedere l'istituzione del registro per il testamento biologico
In occasione della presentazione avvenuta questa mattina al Comune della raccolta firme per l’istituzione di un registro per il testamento biologico, il Comitato per la libertà di cura e di ricerca scientifica si è fatto promotore del convegno “Sapere e poter scegliere”. Ospite d’eccezione Beppe Englaro, padre di Eluana, la ragazza che ha vissuto per 17 anni in stato vegetativo fino alla morte naturale sopraggiunta a seguito dell’interruzione della nutrizione artificiale. Il sig. Englaro ha raccontato la propria esperienza su un tema, (eutanasia-accanimento terapeutico) che continua a dividere l’opinione pubblica
“Un anno prima che Eluana rimanesse coinvolte in quelle’incidente – spiega Beppe Englaro – un suo amico era entrato in coma. Nostra figlia ne era rimasta talmente colpita al punto da confessarci che piuttosto che rimanere in quelle condizioni, avrebbe preferito morire. Eluana aveva le idee molto chiare su questo discorso, era una ragazza forte e determinata. La nostra famiglia si basava sul rispetto e sull’unita reciproca e per questo abbiamo fatto il possibile per esaudire la sua volontà. Continuare con l’alimentazione artificiale era peggiore della morte, una condanna a vivere. Per la medicina, tenere i pazienti in quelle condizioni è normalissimo pur di di strapparli alla morte, ma per noi era intollerabile”.
“Il primo messaggio – continua – lo lanciammo durante un convegno sull’intreccio fra la filosofia e il diritto. Facemmo un appello alle istituzioni, sottolineando che la vicenda non riguardava solo la famiglia Englaro, ma tutti i cittadini. Da allora in poi i media nazionali si interessarono seriamente alla nostra storia. La politica invece non ha dato mai risposta. Io continuo a pensare che siamo solo noi i padroni delle nostre scelte”.
Giosè Venuto
(foto Sturiale)