La traccia storica dell'Antico Borgo Marinaro delle Case Basse di Paradiso, fondato nel 1820

La traccia storica dell’Antico Borgo Marinaro delle Case Basse di Paradiso, fondato nel 1820

Redazione

La traccia storica dell’Antico Borgo Marinaro delle Case Basse di Paradiso, fondato nel 1820

giovedì 13 Novembre 2008 - 18:05

Il racconto del presidente dell'Associazione Culturale Antico Borgo Marinaro, Orazio Micali

Qualche settimana fa vi avevamo mostrato una serie di foto che mostravano l’attuale condizione dell’area inerente le case Basse di Paradiso. Quell’articolo era accompagnato da alcune notizie riportate dal nostro fotografo Dino Sturiale. Oggi il Presidente dell’Associazione Culturale Antico Borgo Marinaro delle Case Basse Orazio Micali, vuole precisare alcuni dettagli attraverso una relazione che ci ha invitato e che verrà proposta a -puntate-. I passaggi storici di una porzione di territorio nei confronti del quale si sente fortemente legato.

PREMESSA

Il Regime Borbonico, già a partire dagli anni che precedettero la fine del XIX° secolo cominciava a preoccuparsi per la sicurezza del suo territorio. Il motivo glielo aveva dato il sempre più temibile Napoleone Bonaparte. Fu proprio che, dopo l’aiuto richiesto al governo inglese, una piccola flotta con circa 3000 soldati salpò dall’ Inghilterra e raggiunse la nostra città. Gli inglesi nel trentennio seguente provvidero a fortificare la città e fecero delle altri grandi opere. Costruirono due grandi arterie: La Via Consolare Valeria che si estendeva verso sud e la Via Consolare Pompea che partendo dalla riva sinistra del torrente Annunziata si estendeva fino a Torre Faro lungo la costa della riviera nord. Le due rotabili furono costruite per necessità belliche (facilità di trasporto di materiale bellico via terra su ruota).

ANNO 1810 HANNO INIZIO I LAVORI DI COSTRUZIONE DELLA ROTABILE “ ANNUNZIATA CAPO FARO-

Il primo tratto di strada con inizio dal torrente Annunziata e, per circa un chilometro attraversa il Paradiso che, non ancora salito al rango di villaggio, dipendeva da uno dei 48 casali di Messina, quello della SS.Annunziata. Il Paradiso era dominato da cinque collinette. I terreni, all’epoca ben coltivati a terrazze, raggiungevano in pendio la spiaggia del mare in simbiosi con essa. Tutti quei terreni si appartenevano a PRIVATI ( l’uso delle maiuscole per indicare l’appartenenza dei terreni è pertinente, come vedremo in seguito nel caso di specie).

La rotabile larga tre metri attraversava i terreni, lasciando a valle delle zone relitte di diversa superficie e soprattutto profondità. Ebbene quei terreni relitti a valle si appartenevano a privati, quindi erano “Privati-!

La zona dove ora sorge il Borgo delle Case Basse aveva un’estensione di circa 14.000 mq. Solo 2000 mq. di terreno posti al confine sud erano posti allo stesso livello della rotabile per poi degradare a quota spiaggia , come la maggior porzione, posta tre metri più in basso.

In occasione della costruzione della circonvallazione del tirreno a Torre Faro, quella strada che dalla Risacca dei due mari arriva fino alla colonia di padre Nino, rimasero dei terreni relitti. Come suesposto anche quei terreni raggiungevano la spiaggia in simbiosi con essa. Gli stessi non furono espropriati, pertanto rimasero proprietà privata! Basterà questo esempio a chiarire quello che è … chiaro….? Temo di no, in quanto “ VIVO- la mia città da circa da 74 anni e in manier virtuale da oltre -600- anni, da quanto un mio antenato che si interessava di “ cose di mare-, lasciò la Grecia attratto dal benessere che c’era in questa città che era stata resa grande dai vecchi Messinesi.

Proprio in quella vasta area i proprietari piano, piano abbandonarono, ma in effetti, come ci hanno tramandato i discendenti dei 12 fondatori del Borgo non era stata mai intensamente coltivata, con il tacito avallo dei proprietari , cominciarono a sorgere i primi insediamenti.

La data in cui ebbero inizio le prime edificazioni delle case in pietrame, prelevate dal mare con le caratteristiche “Barche da pietra- e laterizi si può stabilire con esattezza, per i seguenti motivi: Da un atto di nascita in nostro possesso, risulta che il giorno 11- Novembre-1853 è nato Giuseppe Costa figlio di Nazzareno e Cama Antonina. Giuseppe era il quarto dei figli dei coniugi Costa-Cama. Il primogenito Giovanni era morto durante la seconda guerra d’indipendenza nella battaglia di Lissa del 20-Luglio-1866 colando a picco con la nave ammiraglia, la Frgata “Re d’Italia-. Aveva 22 anni ed era nato nella stessa casa.

Sono orgogliosamente figlio del “Borgo delle Case Basse-, dove sono nato il giorno 08-Settembre-1934. La mia famiglia era stata violentemente sfrattata e privata del bene più prezioso: la casa costruita a scienza e conoscenza della Capitaneria di Porto (ai sensi e per gli effetti del dettato degli articoli 157 e seguenti del “Codice per la Marina Mercantile- emanato in data 24 ottobre 1877 ed entrato in vigore il 1° gennaio 1878 e del Regolamento per la sia esecuzione emanato in data 20-XI-19879), unitamente a tante altre che sorgevano nelle vicinanze costruite con le stesse modalità. Ma chi chiese ed ottenne le demolizioni? Una suora, superiora del costruendo ospedale Margherita che non voleva rinunciare alla vista sul mare. L’atto finale che culminò con la demolizione, senza assegnazione di un alloggio!, porta una data ben precisa : 19-Agosto-1934, 20 giorni prima della mia nascita. Trovammo ospitalità presso un amico, più che parente, di mio padre e piano piano, su vecchi ruderi, retaggio del terremoto del 1908, fu costruita la nostra casa e il cantiere, il glorioso Cantire Navale Nettuno. Oggi nel Borgo delle case basse , sono l’unico proprietario assoluto, dopo aver subito 3 procedimenti penali( sempre assolto con formula piena) e dopo aver sostenuto due procedimenti civili, durati 27 anni. Sin da piccolo rimanevo estasiato dai racconti degli anziani che noi ragazzi chiamavamo “ I Saggi- ai quali, abbiamo dedicato il più lungo dei tanti caratteristici vicoli esistenti nel Borgo, appunto “Vico dei dodici saggi-. Ricorda i vicoli del Borgo il filosofo tedesco Friedrich Nietzsche- nel suo “pensiero notturno- del poemetto “Gli idilli di Messina-, scritto al suo ritorno a Genova da dove “solo passeggero- era partito per raggiungere la nostra città. Dal 1° a 23 Aprile del 1882, durante la sua permanenza a Messina soggiornò nel nostro Borgo.

Appresi molte notizie dal figlio di quel bambino nato nel 1853 che si chiamava Nazzareno come il nonno e posso dire con buonissima approssimazione che i primi insediamenti sorsero intorno al 1820, sparute casupole coloniche che via, via furono rese abitabili. La rotabile che era nata per trasporto su ruota di materiale bellico, scongiurato il pericolo napoleonico, dopo che gli inglesi avevano lasciato la città, era diventata un’arteria importante che congiungeva i borghi marinari della riviera nord. Percorrendo la rotabile …..- il fortunato passante poteva ammirare le mille gemme incastonate nello splendido scenario della natura-…. Proprio per evitare un possibile scempio, il Regime Borbonico vi pose rimedio con l’emanazione dei “Sovrani Rescritti- del 3-Febbraio 1860. All’articolo 3 si legge : “ le costruente case (del Borgo n.d.r.), dovranno avere un altezza limitata, pertanto il colmo dei tetti non dovrà superare quella del parapetto della rotabile Annunziata-Capo Faro. A partire da quella data era stato posto il “Vincolo Paesaggistico-, 79 anni prima di quello attualmente in vigore, soprattutto per le Case che venivano costruite nell’area dell’attuale “Borgo delle Case Basse-. La casa costruita dal nonno della poetessa Maria Costa e verosimilmente tutte quelle costruite dopo il 1860, fu costruita a scienza e conoscenza del “Comune di Messina- (Municipio), come risulta da un documento che porta la data 20-Marzo-1860. Infine, grazie all’Altius non tollendi nacque il toponimo “Case Basse-. Nel periodo in cui soggiornò il filosofo tedesco nel borgo esistevano le taverne, il forno a legna, la bottega per i generi alimentari e le tante botteghe artigianali, i cantieri navali per la costruzione di piccoli velieri, barche da pesca e soprattutto le barche zavorriere o da pietra, su queste ultime diremo in seguito in maniera dettagliata allorquando parleremo della poetessa Maria Costa la voce del mare, autrice di decine e decine di poesie che recita a memoria in maniera unica , irripetibile, inimitabile, insomma le poesie dette da Lei rappresentano un “unicum- da custodire gelosamente. Grazie alle nuove tecnologie le sua voce e la sua recitazione rimarranno immortali…(continua)

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