Il mondo della comunicazione si tinge di rosa...con la poetessa e l'imprenditrice
“Non poter insegnare è stato il vero lutto della mia vita. Sentirmi chiamare professoressa oggi è stata un’ondata, una marea-. Lo ha dichiarato Alda Merini questa mattina, nell’Aula Magna dell’Università, dopo aver ricevuto la laurea “honoris causa- in “Teorie della Comunicazione e dei Linguaggi-. Insieme a lei, straordinaria poetessa milanese, è stata insignita del titolo anche l’imprenditrice Maria Criscuolo . Una platea di studenti ed autorità accademiche ha seguito l’evento con ammirazione. “La Merini è la più alta espressione della poesia italiana e la Criscuolo ha fatto della comunicazione l’impresa di successo-. Così, il Rettore dell’Università, Franco Tomasello presenta i riconoscimenti dovuti alle due donne eccellenti. “Entrambe un esempio per giovani-, continua il Magnifico. “Il governatore della Banca d’Italia, Draghi afferma: non c’è sviluppo del Paese senza lo sviluppo dei giovani-.
L’onore di illustrare le motivazioni della laurea alla Merini è stato affidato ad Antonino Pennisi, preside della Facoltà di Scienze della Formazione. “E’ stata condannata dall’infamia della follia- ricorda il promotore dell’evento. “Ma cos’è la follia, se non una normale piegatura del sentimento-.
Lei, che ha trascorso ben 15 anni in manicomio, parla spesso di quel periodo nelle sue raccolte di versi. “Il piede della follia non ha niente di divino-, scrive l’autrice. Scrivere con addosso la follia, è molto doloroso per la Merini. Ma diventa altamente comunicativa anche quando descrive lo “stato di grazia-, quando sognava di alzarsi dal letto facendosi trascinare dal vento: “..anche la malattia è matrice di vita-, afferma ne “La Terra Santa- con cui ha vinto il premio Librex Montale.
Pennisi ha raccontato la Merini attraverso squarci di versi. “Mi piace scrivere perché mi piace vivere…Soprattutto, bisogna imparare a non giudicare mai nessuno-.
“Il mondo politico l’ha ignorata concedendole il vitalizio solo pochi anni fa- commenta il preside.
“Non ha potuto frequentare gli studi classici, perché il liceo “A.Manzoni- l’ha bocciata all’esame di ammissione, proprio in lettere-. Pasolini diceva di lei: “di fronte a questa mostruosa intuizione, ci troviamo disarmati-. “Ma queste sono solo parole di Pasolini, ironizza Pennisi, non di un professore. Ci sono troppi letterati di spicco dimenticati dalla storia, come Dino Campana-, prosegue. “Vogliamo dare un posto che merita alla Merini, come l’abbiamo dato nel 1960 a Salvatore Quasimodo, suo mentore-.
Lo stesso Ministro della Ricerca Universitaria, Mussi ha approvato l’iniziativa con entusiasmo.
L’imprenditrice Criscuolo è stata elogiata dalla professoressa Concetta Epasto. “Indiscutibili meriti nel campo della formazione e della comunicazione fanno di lei una manager di prima generazione-, riferisce. Organizzatrice di congressi nazionali ed internazionali, la Criscuolo diventa leader attraverso il suo carisma e la sua capacità spiccata negli affari.
Di questo evento, riportiamo l’emozione e l’ironia della Merini, dopo il conferimento della laurea: “Mi spiace aver ricevuto questo riconoscimento ora che sono rimbambita. In fondo, lo scrittore è mezzo sano e mezzo no. La parte matta finisce in manicomio, quella sana prende la laurea. Ma, per scrivere, ci vuole un certo rimbambimento-.
Foto di Dino Sturiale