L'antica produzione del vino nella Valle Alcantara e nelle terre dell'Etna

L’antica produzione del vino nella Valle Alcantara e nelle terre dell’Etna

L’antica produzione del vino nella Valle Alcantara e nelle terre dell’Etna

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martedì 03 Luglio 2018 - 13:10

Itinerario dei Palmenti rupestri, sabato la presentazione dell'iniziativa a Francavilla nella storica dimora di Palazzo Cagnone

FRANCAVILLA DI SICILIA. Sabato (7 luglio) alle ore 18,00 a Francavilla di Sicilia nella storica dimora di Palazzo Cagnone, sarà presentato l’Itinerario dei Palmenti rupestri della valle Alcantara e delle terre dell’Etna. Si tratta di un evento ideato e coordinato dal prof. Giuseppe Carmeni, il quale si è ispirato al libro di Salvatore Puglisi “La valle dei palmenti”.

L’evento sarà organizzato dalla Naxos Entertainment diretta da Giovanni Bucolo, con la collaborazione del Parco Archeologico Naxos Taormina, dei comuni di Bronte, Francavilla di Sicilia, Maletto, Roccella Valdemone, e Taormina e con il contributo di Sicilia Antica sezione di Bronte-Maletto, del Club Alpino Italiano sezione di Bronte, della Tenuta Rustica, della Soc. Coop. Turistica Akesines, della dott.ssa Valeria Alliata di Villafranca, dell’Istituto di archeoastronomia siciliana, e dell’Accademia internazionale “Il Convivio”.

Per l’occasione è stato costituito un comitato scientifico del quale fanno parte la prof.ssa Gloria Olcese, docente, ordinaria di metodologie della ricerca archeologica presso l’Università di Scienze di Milano; la dottoressa Maria Teresa Magro, funzionaria della Sovrintendenza dei Beni Culturali e Ambientali di Catania; il prof. Salvatore Puglisi, studioso e autore di diverse pubblicazioni sulla valle Alcantara; il prof. Angelo Manitta, Presidente dell’Accademia Internazionale Il Convivio; il dott. Enzo Crimi, ex commissario del Corpo Forestale della Regione Sicilia; l’astrofisico Andrea Orlando, presidente dell’Istituto di Archeoastronomia Siciliana; l’archeologo Marco Scaravilli; il dott. Giorgio Luca, cultore e divulgatore di storia locale.

La produzione del vino nella Sicilia orientale, come afferma la prof.ssa Gloria Olcese, è precedente alla colonizzazione greca e risale all’età del bronzo. Furono i greci però, proprio a Naxos, a introdurre per la prima volta nell’VIII sec. a. C. nuove tecniche di coltivazione e nuove varietà di vitigni. In epoca romana i vini prodotti in Sicilia vennero esportati e apprezzati a Roma e in tutto il mediterraneo. Con l’invasione araba dell’827 d. C. si ebbe una riduzione della produzione del vino che si intensifico però durante il regno Normanno e Aragonese, per arrivare nel XVIII sec. ad un vero e proprio boom. Purtroppo verso la fine del XIX sec. la diffusione della filossera produsse una significativa riduzione della superfice coltivata e un vero e proprio disastro economico. Il reimpianto delle viti europee innestate sull’immune ceppo americano diede vita a una nuova realtà produttiva avviando la produzione verso il miracolo siciliano.

Nel processo di vinificazione sin dall’antichità, dopo la vendemmia, si procedeva alla fase di pigiatura che poteva avvenire in semplici contenitori in legno o in ceramica provvisti di versatoio, o in palmenti rupestri che potevano avere anche coperture temporanee, o in palmenti in muratura come quelli moderni.

I palmenti rupestri solitamente sono costituiti da due vasche comunicanti tramite un foro, in quella superiore l’uva veniva versata, pigiata, lasciata riposare, e poi in quella inferiore si lasciava defluire il mosto per la fermentazione. Per la spremitura dell’uva poteva essere utilizzata una pressa, applicata nella vasca di pigiatura attraverso scanalature laterali. I palmenti dell’itinerario sono collocati solitamente in aree lontane dai centri urbani, là dove c’è la presenza di un banco roccioso di pietra arenaria, e sfruttano nella creazione delle vasche la pendenza naturale della roccia per favorire il deflusso del mosto. La datazione dei palmenti rupestri è quasi sempre incerta a causa del riuso nei secoli, per gli interventi di modifica alla pianta originale, e soprattutto per la mancanza di indagini scientifiche sistematiche.

I palmenti rupestri sono dei beni culturali, ormai diventati parte integrante del paesaggio rurale della valle e delle terre dell’Etna. È quindi compito delle comunità locali e degli studiosi tutelare e valorizzare le antiche strutture ancora oggi lasciate in stato di abbandono.

Durante la presentazione verranno illustrate le 5 tappe dell’Itinerario:

14 luglio: I palmenti del monastero basiliano di San Salvatore della Placa – Francavilla di Sicilia

21 luglio: I palmenti rupestri di Rocca Pizzicata – Roccella Valdemone

28 luglio: I palmenti rupestri di Contrada monte Colla – Bronte

04 agosto: I palmenti rupestri di Contrada Pizzo – Maletto

11 agosto: I siti rupestri di Pietra Perciata – Taormina

Durante gli itinerari, risalendo il fiume Alcantara sino al versante nord ovest dell'Etna, percorrendo antichi sentieri che condurranno ai siti rupestri, periegeti d’eccezione racconteranno il paesaggio, la natura, la storia e le antiche tradizioni della vinificazione. L’evento sarà una ricca esperienza sensoriale, un’occasione per immergersi anche nell’universo degli odori e dei sapori della Sicilia nord orientale.

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